Tringali come De Sica. DI MICHELANGELO RUSSO - Le Cronache
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Tringali come De Sica. DI MICHELANGELO RUSSO

Tringali come De Sica.  DI MICHELANGELO RUSSO

 Le immagini dell’ex Presidente di Corte d’Appello di Salerno Consigliere Tringali (attuale Assessore alla Trasparenza, alla Sicurezza, ai Vigili Urbani e alla Protezione Civile) mentre, in ausilio a una pattuglia, eleva contravvenzioni a Piazza della Concordia, può simpaticamente ricordare la straordinaria pellicola del 1955 di Dino Risi “Pane, amore e ……”; quella della scena iconica di De Sica che balla il Mambo Italiano con Sofia Loren. Che c’entra De Sica con Tringali? Nel film De Sica impersona il Cavalier Carotenuto, cioè il Maresciallo dei Carabinieri dei due precedenti episodi di “Pane, Amore e Fantasia” e “Pane Amore e Gelosia”. Andato in pensione col massimo grado di Maresciallo dei Carabinieri, De Sica-Carotenuto non ce l’ha fatta a sopravvivere senza dare comandi a qualcuno. E così, da Comandante di Stazione della prima Arma dell’Esercito Italiano, i Carabinieri, è passato a fare il Comandante dei Vigili Urbani del piccolo Comune di Sorrento. E’ pur sempre un’autorità, ma entro i confini comunali. Ma può vestire ancora una divisa e manifestare un potere imperativo. Ma, dell’antico costume autoritario di Maresciallo dell’Arma, De Sica nel film ha mantenuto il figlio, tant’è che inizia a manifestare anche una certa deriva verso l’abuso di potere; accade quando minaccia di arresto il prestante Antonio Cifariello, per chiara gelosia di questo rivale per le grazie di Sofia.

Ora, Tringali in piazza a fare multe e poi conferenze alla stampa sul mirabolante risultato della contravvenzione a un furgone in sosta vietata, sembra vestito ancora dell’autorità paludata del suo recente passato giudiziario, passata però dalla maestà nazionale della toga all’autorevolezza, però da Cava a Pontecagnano, della divisa di Comandante dei Vigili Urbani. In pratica, l’Assessore Tringali, con i suoi interventi plateali nelle strade pubbliche, si richiama allo stile di De Luca quando sulla litoranea andava a caccia di prostitute con i vigili per dare esempio di buon costume e sicurezza. Ma anziché imitare De Luca, Tringali, pur senza volerlo, finisce con l’imitare il Maresciallo De Sica, anzi, il Cavalier Carotenuto Antonio, nel piglio e nella favella autoritaria, pur senza più in testa il cappello con il pennacchio dell’alta uniforme che costringeva De Sica Carabiniere, dei film precedenti, a chinare la testa per varcare lo stipite delle porte.

Del resto, le manifestazioni dell’Assessore Tringali paiono, sinora, muovere le mosse partendo sempre dal mondo dello spettacolo. Ha, come Assessore alla Trasparenza, esordito con un editto punitivo contro la stampa che ricorda gli impeti del maccartismo americano del 1950 contro attori e registi di Hollywood; adesso sembra prediligere la Commedia all’Italiana degli stessi anni ’50. Come Assessore ai Vigili Urbani ha scelto De Sica. Non si è ancora manifestato in pubblico come Assessore alla Protezione Civile, carica che pure riveste. C’è da sperare, allora, che non voglia persistere per manifestarsi come tale nel filone di successo della Commedia all’Italiana degli anni ’50, ispirandosi magari alla pellicola “I Pompieri di Viggiù”, con Ave Ninchi e Carlo Campanini nei panni del Capo dei Pompieri del paesino di Viggiù, che veglia giorno e notte sperando in un incendio qualsiasi che consenta di mostrare ai cittadini la nuova autopompa acquistata e l’efficienza del suo corpo antincendi. L’Assessore Tringali con l’elmetto da Pompiere sul luogo dell’incendio sarebbe a quel punto esiziale per il resto dei componenti della Giunta. Li costringerebbe a interrogarsi con urgenza su problemi di visibilità anche della propria esistenza. E quindi a scegliere se manifestarsi con eclatanza, ciascuno nel proprio ramo di competenza. Se Tringali non si ferma, potremmo avere il caso di vedere l’Assessore ai Lavori Pubblici Brigante ritratto sui cantieri con caldarella della calce e cazzuola in mano. E l’Assessore al Turismo Ferrara con il berretto di Guida Turistica e l’ombrellino in alto come segnale alla comitiva per la visita in Cattedrale. E dire che Tringali le aveva dette in anticipo le sue intenzioni. Quando si fece ritrarre sui giornali con una scopa in mano, come fosse la Durlindana di Orlando Furioso, mentre spazzava a terra nella sua vecchia veste di Presidente della Fondazione Menna, Tringali proclamò: “Rivolteremo Salerno come un calzino!”.