Soglia, Aliberti, Iervolino: il triangolo granata - Le Cronache
Calcio Ultimora Sport Salernitana

Soglia, Aliberti, Iervolino: il triangolo granata

Soglia, Aliberti, Iervolino: il triangolo granata

di Michele Capone

Il triangolo granata: Castel San Giorgio – San Giuseppe Vesuviano- Palma Campania. In questo triangolo si trova un territorio a cavallo tra l’agro sarnese e quello vesuviano. Un territorio diviso burocraticamente tra le province di Salerno e Napoli, ma omogeno dal punto di vista dell’identità economica. Perché in questo triangolo sia così vivo la propensione all’ imprenditorialità, può essere oggetto di studio dei sociologi o degli storici dell’economia, ai nostri più banali fini, da questa zona provengono presidenti della Salernitana che ne hanno fatto la storia o che si augurano di farla. Da Castel San Giorgio arriva Peppino Soglia, raccogliendo quello che restava della Salernitana gestione Fisa, e dopo 25, venticinque!, campionati di serie C , porta i granata in serie B, grazie ad un campione come Agostino Di Bartolomei e affidandosi ad un manager di serie A come Manni. La gestione della Fisa aveva introdotto la modernità. Unico ed ultimo esempio di coinvolgimento delle forze imprenditoriali salernitane, sotto la guida di Giuseppe Amato e con la gestione di Alfonso Strianese, la FISA ( finanziaria salernitana)era stato forse un tantino in anticipo sui tempi(primo esempio di marketing con la costituzione di un apposita società la Saprom, guidata da Aldo Primicerio). Aveva avuto delle intuizioni felici per legare il simbolo della squadra alla storia della città, con l’inserimento del follaro (moneta medievevale salernitana) nel marchio della squadra. Non aveva però fatto i conti con quel calcio di serie C degli anni 80, mancando risultati e perdendo l’appoggio dei tifosi. Peppino Soglia, che aveva curato il settore giovanile e creato una Scuola Calcio Salernitana, raccolse l’eredità evitandone gli errori. Altri cocci, anni dopo, raccolse Aniello Aliberti da San Giuseppe Vesuviano. In una situazione simile a quella attuale “ liberò” la Salernitana da Casillo e dalla subalternità, meno invadente di quella laziale, dal Foggia. Aliberti portò entusiasmo ed organizzazione, riportando in serie A la Salernitana e costruendo un settore giovanile di rilievo. Ieri è toccato a Iervolino da Palma Campania, come Aliberti tifoso azzurro e maradoniano e, come il suo predecessore, ha dovuto “ sfidanzarsi”dall’azzurro per legarsi al granata. Cosa accomuna questi tre presidenti? La provenienza, l’identica capacità imprenditoriale, l’essere, dopo anni di amministratori unici e institori, formalmente presidenti e non patron. Con Soglia in comune è la passionalità, dimostrata nei filmati casalinghi post Verona ed anche nel modo con cui si è presentato nella conferenza stampa di presentazione, come Soglia, si affida ad un navigato conoscitore del mondo calcistico, Soglia scelse Manni, Iervolino si affida a Sabatini. Con Aliberti lo accomuna lo spirito dell’imprenditore , dell’organizzazione. Molte delle cose annunciate da Iervolino, erano anche nei programmi di Aliberti ( p. es. Salernello) purtroppo non ha avuto il tempo per realizzarli. Yuppie- L’immagine di Iervolino è quello dello yuppies (trad. giovane professionista ambizioso). Il suo linguaggio, con frequenti espressioni mutuate dallo slang economico americano, descrive un giovane imprenditore, non solo ambizioso, ma già di successo. La sua presentazione ha già mostrato con chiarezza quelle che saranno le modalità di gestione della società. Piena autonomia al suo management , ossia nello specifico direttore sportivo e allenatore, attenzione al settore giovanile, e qui non a caso ha usato un termine americano “ academy”, qualcosa in più del concetto di settore giovanile, più vicino al concetto di “ cantera” del calcio spagnolo. Iervolino ha detto di ispirarsi allo sport americano ed ha avuto un passaggio da non trascurare ” mi piace il sistema dove non si scende e non di sale”. Per chi mastica di basket, è il sistema della Lega chiusa, dove si entra per meriti economici e si può investire senza l’assillo di una retrocessione. E’ la logica della Superlega. Ambizione, passione, organizzazione. Queste le linee guida di Iervolino, e per usare un americanismo, una my way granata.