di Monica De Santis
Domani si torna, o quasi, in classe in Campania. Il Tar ha infatti deciso di sospende l’ordinanza regionale numero 1, sottoscritta dal governatore Vincenzo De Luca lo scorso 7 gennaio, che prevedeva la chiusura delle scuole dell’infanzia, elementari e medie fino alla fine del mese, anche se molti sindaci della Campania hanno emesso ordinanze sindacali di chiusura di tutti gli istituti, scavalcando di fatto sia il Governatore che il Tar. Accolto il ricorso presentato da un gruppo di genitori rappresentati dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci. A decidere è stata la quinta sezione del Tribunale amministrativo regionale, presieduta dalla giudice Maria Abruzzese, che con decreto cautelare ha bloccato l’efficacia dell’ordinanza e ha fissato la camera di consiglio: la trattazione ci sarà l’8 febbraio (ben oltre la data di scadenza dell’ordinanza che, salvo prolungamenti, avrebbe cessato i suoi effetti il 29 gennaio). In mattinata, in una cospicua memoria difensiva, la Regione aveva anche presentato le sue argomentazioni a sostegno della sua decisione. Non sono bastate per evitare l’accoglimento del ricorso. “La scelta del livello di tutela dell’interesse primario alla salute – si legge nelle motivazioni del decreto – è già stata operata a livello di normazione primaria dal legislatore nazionale che ha operato una scelta valoriale libera ad esso rimessa ed insindacabile dal giudice se non nella forma dell’incidente di costituzionalità, i cui presupposti non sembrano nella specie ricorrere”. E con una nota stringatissima, solo per comunicare che il Tar della Campania ha disposto la sospensione dell’esecutività dell’ordinanza regionale, che rinviava al 29 gennaio la ripresa delle lezioni in presenza per le scuole dell’infanzia, elementari e medie. Al momento è questa l’unica reazione da parte del presidente della Regione, che si trincera nel silenzio. Nessuna dichiarazione, ne’ ufficiale nè ufficiosa, da parte di Vincenzo De Luca, che aveva difeso con forza la linea dello stop alla scuola. Una posizione condivisa da altri governatori, anche se nessuno di loro si era spinto fino all’emanazione di un’ordinanza per imporre il rinvio. In risposta ai ricorsi presentati la Regione Campania aveva depositato una memoria difensiva, con la quale sosteneva che le misure varate dal Governo sono inattuabili e che non è stato ascoltato il parere tecnico-scientifico del Cts, rimarcando che molti presidi e sindaci chiedevano lo slittamento della ripresa delle lezioni in presenza, alla luce di criticità considerate non risolvibili a breve.