di Monica De Santis
La Segretaria Proviciale CSA-Fiadel Salerno, Lucia Pagano, a nome dell’organizzazione sindacale Cisal pone ancora una volta l’attenzione sull’ennesimo sopruso commesso ai danni delle operatrici del nido comunale di Nocera Inferiore, “che di pubblico ormai non ha più niente ed è diventato nei fatti un servizio privato nelle mani delle cooperative sociali. Ultimo colpo sferrato alle dipendenti che operano all’interno dell’asilo è stato quello della disposizione della sospensione del servizio, a seguito dell’ordinanza regionale di chiusura delle attività scolastiche in presenza per i gradi inferiori di istruzione, che le costringe a casa senza stipendio e senza la garanzia di alcun ammortizzatore sociale, perché da sempre dipendenti precarie di numerose cooperative che si avvicendano da anni, a cui il Comune di Nocera Inferiore affida il servizio di micro nido-nido comunale. – La Pagano scrive ancora che -Questa è solo la punta dell’iceberg dei soprusi e delle ingiustizie che la Pubblica amministrazione perpetra a danno dei precari di cui si serve da decenni, senza nessuno scrupolo e con totale disinteresse rispetto ai loro diritti, che, di fatto, vengono costantemente calpestati, privando questa categoria di lavoratori della garanzia di continuità del reddito, nonché di dignità. Come fossero fantasmi, le educatrici, le ausiliarie, la cuoca e l’addetta alla segreteria, donne dotate di grande professionalità e pluriennale esperienza, le stesse persone che hanno fatto sì che il nido comunale di Nocera Inferiore diventasse il fiore all’occhiello dell’Agro Nocerino, precarie da anni, sottopagate, costrette a turni estenuanti, a cui paradossalmente corrisponde un orario di lavoro inferiore in busta paga, e investite di grandissime responsabilità, vengono con un colpo di coda lasciate a casa, sino al termine dell’ordinanza, nell’indifferenza totale di chi durante le attività le dirige. – si legge ancora nella nota di denuncia della Cisal – Si chiarisca una volta e per tutte, che le educatrici e le maestranze del Nido Comunale di Nocera Inferiore, non sono dipendenti pubbliche, né garantite da un contratto a tempo indeterminato. Gli amministratori e la comunità tutta prendano atto che queste persone hanno prestato il loro servizio negli anni con abnegazione e senso del dovere. Si sappia anche che la loro condizione di precarie, con contratti di durata spesso trimestrale o addirittura mensile, che non garantiscono loro una serenità e continuità reddituale, né i diritti che tutti gli altri lavoratori vantano, che la loro condizione di sfruttamento, non le ha mai dissuase dal ruolo che è stato loro affidato e che, pur essendo costantemente sotto pressione, non hanno mai creato alcun disservizio, neanche per far valere i propri diritti, nel rispetto dell’utenza che paga fior fior di quattrini all’ente comunale per la retta mensile. E’ d’uopo, pertanto, entrare nel merito della questione, affinchè tutti finalmente vengano a conoscenza di quale sia il modus operandi anche di questa amministrazione con la quale, purtroppo, non è stato mai possibile alcun confronto, malgrado ripetute richieste di incontro sulla questione, limitandosi a rinviare il tutto alle cooperative e rinnegando così la natura di servizio pubblico erogato dall’ente. – prosegue la sindacalista – L’asilo nido comunale, infatti, risponde alle direttive del settore Socio Educativo del Comune di Nocera Inferiore tant’è che le rette mensili sono rimesse dagli utenti, su base reddituale, direttamente all’ente comunale, con tariffe che sfiorano i 300 euro mensili per le fasce di reddito più alte. A luglio 2021 il servizio è stato affidato, espletata l’ultima gara d’appalto, alla cooperativa sociale “Noi”, la quale ha provveduto ad assumere le dipendenti, con contratto di lavoro a 3 mesi, ovvero con scadenza, che, guarda caso, cade nei giorni precedenti le festività natalizie. Ne deriva che per tutto il periodo di chiusura delle feste natalizie (come è sempre avvenuto anche in passato pure per le festività pasquali e per tutto il mese di agosto), le lavoratrici non percepiscono stipendio, nonostante le rette pagate dagli utenti siano mensili e non soggette ad alcuno sconto per i giorni di chiusura, eccetto che per agosto. Tant’è che alla riapertura, avvenuta il giorno 3 gennaio 2022, quando le lavoratrici sono state chiamate a riprendere servizio, per tramite della coordinatrice, anch’ella dipendente della cooperativa noi, e senza aver sottoscritto né visto il nuovo contratto, che solo verbalmente è stato comunicato partire dal giorno 3/1/2022, le dipendenti in malattia per covid 19 hanno appreso che sarebbero state contrattualizzate solo allorquando sarebbero rientrate in servizio, ovvero all’esito della loro negatività, non avendo diritto, in tal modo, neanche all’indennità di malattia, né di alcuna altra forma di tutela. – afferma ancora Lucia Pagano nella sua nota – La mancanza di qualche unità lavorativa per malattia, peraltro, costringe le operatrici in servizio a maggiore carico di lavoro e ad orari superiori rispetto a quanto è stato loro concesso contrattualmente, senza che gli sia corrisposta alcuna indennità di lavoro straordinario. Bisogna altresì chiarire che vi è una rotazione acrobatica di 8 educatrici su 2 turni ed ausiliarie (3 assistenti e 1 cuoca) che devono barcamenarsi a seguire un numero cospicuo di bambini e neonati (gli iscritti per l’anno scolastico in corso sono ben 52!!). Ordunque, in un quadro così chiaro di violazione di ogni diritto, appare assurdo che la stazione appaltante, titolare del servizio, si sia giovata negli anni di un servizio di altissima qualità, grazie alla professionalità e serietà di chi vi lavora, e nel contempo faccia anche in questa occasione orecchie da mercante e lasci al loro destino delle persone che hanno per quasi un ventennio servito l’ente! Si ritiene che la misura ormai sia colma e che il rimpallo delle competenze e delle responsabilità tra la cooperativa e il comune debba finire. Si provveda da subito, utilizzando anche la possibilità data dall’ultima riforma della legge Madia, alla stabilizzazione del personale alle dirette dipendenze dell’ente, che come già detto, perché trattasi di un servizio pubblico ed essenziale alla cittadinanza, così com’era fino a circa 20 anni fa. – conclude la sindacalista – Le lavoratrici, ormai esauste, hanno già preannunciato che lunedì 10 gennaio si presenteranno in servizio presso il Nido Comunale e attenderanno risposte ufficiali da chi di competenza. Fanno, inoltre, appello alla solidarietà e all’appoggio dei genitori dei bambini iscritti, perché tutti si rendano conto delle condizioni lavorative in cui versano e che tale situazione, al netto dei loro sforzi, della buona volontà e del senso di responsabilità che sempre le ha contraddistinte, rischia di pregiudicare la qualità del servizio prestato in favore dei loro bambini, che sinora è stato, nonostante tutto, ineccepibile. Questa organizzazione sindacale si dichiara indignata per quanto continua ad accadere e precisa che continuerà ad impegnarsi, mettendo in campo tutti gli strumenti a sua disposizione, accanto a questi e ad altri lavoratori che versano nelle medesime condizioni, ritenendo fondamentale la lotta contro il precariato e contro l’abuso dell’utilizzo dei contratti a termine. Questa modalità, infatti, causa l’asservimento di ogni lavoratore che tenta così di difendere anche quel poco che guadagna per provvedere al sostentamento della propria famiglia.