di Pasquale Passamano
Aprire in questo momento un dibattito su chi è favorevole o contrario alla didattica e gli esami a distanza nelle Università e nelle Istituzioni di Alta formazione Artistica e Musicale italiane, mi sembra assolutamente poco opportuno. Abbiamo un sistema sanitario, nel nostro paese, “quasi al collasso “. Negli ospedali di molte regioni, il numero dei posti occupati da pazienti COVID-19 nei reparti ordinari e nelle terapie intensive ha superato la soglia di sicurezza. Dopo quasi un anno, ci troviamo di nuovo con le autoambulanze in fila fuori ai pronto soccorso e la politica in Italia sta ancora a discutere e litigare di obbligo vaccinale, di super Green pass e di Green pass base. In 20 giorni abbiamo perso un “vantaggio “ sul numero dei contagi che avevamo nei confronti di altri paesi europei e stiamo ritornando a prendere le stesse misure prese un anno fa. Per quando riguarda l’Università, la Ministra Maria Cristina Messa, facendo seguito alle decisioni prese durante il Consiglio dei Ministri del 5 gennaio u.s., contenute nell’ultimo decreto legge, ha provveduto a ribadire, con nota del 7 gennaio, che pur rimanendo valide le disposizioni del decreto legge del 6 agosto 2021 per la quali “attività didattiche e curriculari delle Università sono svolte prioritariamente in presenza”, tenuto conto del quadro epidemiologico attuale, in via del tutto eccezionale e laddove non sia possibile garantire la presenza, le università potranno prevedere lo svolgimento con modalità a distanza delle prove, delle sedute i lauree e degli esami di profitto programmati per la sessione di Gennaio e Febbraio, garantendo l’esigenza formative degli studenti con disabilità e studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. Nello stesso Consiglio dei Ministri, è stato deliberato l’estensione dell’obbligo vaccinale a tutto il personale che lavora nelle universitàe nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, a partire dal 15 febbraio 2022. Per gli studenti, resta l’obbligo del Green pass. Il vero problema per cercare di arrivare ad una soluzione definitiva, resta il numero alto di persone che non hanno ancora provveduto ad iniziare il ciclo vaccinale oppure non l’hanno completato. Inoltre, in questi mesi è stato fatto “ben poco” per mettere in sicurezza le strutture universitarie, soprattutto nelle aule, per mantenere le distanze di sicurezza e l’installazione di dispositivi di protezione. La Cisl, attraverso il proprio Segretario Generale, Luigi Sbarra, lo sta dicendo dal mese di Agosto che bisognerebbe estendere per legge l’obbligo vaccinale a tutti. Purtroppo, a distanza di mesi, si continuano a prendere provvedimenti che non vanno in questa direzione. Non ultimo, il decreto legge del 7 gennaio estende l’obbligo vaccinale solo per gli ultra cinquantenni. Di questo passo, sarà difficile uscirne e probabilmente avremo giovani laureati che non incontreranno mai di persona i loro professori universitari.