di Monica De Santis
L’emergenza provocata dalla quarta ondata covid, continua a far preoccupare il Governatore De Luca. In particolare l’imminente riapertura delle scuole potrebbe significare un aumento dei contagi ed è quello che De Luca sta cercando di evitare ad ogni costo. Intanto nella giornata di ieri sono scesi i dati del covid per la Campania che nelle ultime 24 ore ha registrato 12.058 positivi su 118.047 test, arrivando al tasso del 10,21%, molto più basso del 13,6% precedente. Quindici i morti, 12 dei quali nelle ultime 48 ore, e scende l’occupazione delle terapie intensive con 57 posti letto occupati (-3) mentre in degenza si passa dai 750 di ieri ai 781 di oggi. Dati che continuano comunque a tenere preoccupate le istituzioni che proseguono a dare risposte a partire da Napoli, dove domani mattina l’ospedale Loreto Mare torna ad essere un edificio del tutto dedicato ai malati di covid. In questi giorni l’ospedale ha trasferito i ricoverati per altre motivazioni all’ospedale San Giovanni Bosco. La riapertura era stata prevista il 3 ma poi slittata di due giorni per organizzare al meglio il Loreto che torna quindi il luogo in cui affrontare i contagi in continua escalation: al Loreto Mare saranno riattivati 60 posti letto di degenza ordinaria e 8 di terapia intensiva per il Covid-19. Posti che si aggiungono ai letti dedicati al Covid-19 e già attivi all’Ospedale del Mare che offre 24 posti letto di terapia intensiva presso le strutture modulari e 47 posti letto di degenza ordinaria nell’area day surgery. Intanto i cittadini campani continuano ad affollare in centinaia gli hub vaccinali e per i tamponi rimasti aperti in Regione. A Napoli folla dall’alba alla Mostra d’Oltremare per evitare di fare lunga fila e folla anche alla Fagianeria di Capodimonte, come ai distretti Asl e alle farmacie, mentre l’Asl commenta che al momento non è prevista l’apertura di nuovi centri vaccinali, guardando ad Atitech e alla Stazione Marittima, hub vaccinali che sono chiusi da mesi dopo la lunga apertura nella prima fase vaccinale. Anche in provincia c’è folla, come a Pompei, in cui diversi cittadini protestano per la lista fatta dal mattino presto a chi arriva al luogo vaccinale, mentre a Nola dopo il caos dei giorni scorsi con code anche fino a cinque ore di cittadini in attesa del tampone e un riverbero inevitabile sul traffico veicolare, il drive-in sarà spostato dal centro di Nola all’area antistante il centro commerciale Vulcano Buono, su decisione dell’Asl Napoli 3 Sud che crea un hub più ampio per accogliere i numerosi cittadini che chiedono ogni giorno di poter effettuare un tampone. La Campania guarda anche al livello di diffusione del covid pensando alla riapertura della scuola che al momento è prevista dal governo sempre per il 10 gennaio. De Luca ha partecipato alla proposta di diverse Regioni al governo di prevedere la dad per una settimana e la quarantena per tutti gli alunni nel caso di quattro contagi minimi in una classe, una proposta esaminata oggi dal governo di Draghi. Il governatore De Luca terrà d’occhio i dati della Campania per prendere anche provvedimenti autonomi nel caso di condizioni sanitarie molto preoccupanti nelle scuole ma anche negli ospedali. Tra le decisioni già prese c’è il rinvio della cerimonia di apertura di Procida Capitale Italiana della Cultura che era prevista per il 22 gennaio e si terrà invece in primavera. Le iniziative culturali partono comunque il 14 gennaio. Intanto Mario Draghi dice no ai governatori sul rinvio dell’apertura della scuola. Difende le lezioni in presenza e sceglie di puntare su altre misure per raffreddare nelle prossime settimane la curva dei contagi: una circolare darà anche nel pubblico una spinta al ricorso allo smart working, ma soprattutto il Consiglio dei ministri varerà con ogni probabilità nelle prossime ore misure per frenare la risalita delle ospedalizzazioni, a partire dall’ipotesi di obbligo di vaccino per le categorie piu’ fragili e forse per tutti gli over 60. Mentre sembra destinata ad essere accantonata, almeno per il momento, l’ipotesi di estensione dell’obbligo del Super Green pass (si ottiene con vaccino o guarigione dal Covid) a tutti i lavoratori. E’ in un clima molto teso in maggioranza che il premier, rientrato in mattinata a Palazzo Chigi, mette in fila i tasselli della strategia per difendere la (quasi) normalita’ riconquistata e contrastare, nelle prossime settimane, l’impennata dei contagi causati dalla variante Omicron. La premessa, viene fatto osservare, è che non siamo più nella situazione di un anno fa. I dati che circolano in queste ore, nel governo e tra le Regioni, dimostrano che la pressione sugli ospedali e le terapie intensive deriva soprattutto dai contagi dei più fragili, in larghissima maggioranza tra i non vaccinati. Dunque le misure allo studio in queste ore – ancora ipotesi, su cui i tecnici lavoreranno in nottata – mirano a spingere le vaccinazioni e raffreddare la curva, nelle prossime tre o quattro settimane. Nulla è ancora deciso in via definitiva: una cabina di regia e un Consiglio dei ministri, probabilmente nel primo pomeriggio, serviranno a trovare un’intesa nel governo. Ma un punto fermo Draghi lo mette sulla scuola, su cui si consuma un duro braccio di ferro: il premier resiste alla pressione pressochè unanime dei governatori, da Zaia e Fontana a Zingaretti e De Luca, e decide di mantenere le lezioni in presenza, anche se apre alle modifiche delle regole per la Didattica a distanza chieste dalle Regioni. Quanto allo scontro sullo smart working, che vede il leader M5s Giuseppe Conte all’attacco del ministro Renato Brunetta, il presidente del Consiglio vince le resistenze del titolare della Pa. Dalla cabina di regia e dal Cdm dovrebbe arrivare così l’indicazione di intensificare lo smart working ove possibile non solo nel privato ma anche nel pubblico, senza intervenire con nuove norme e mantenendo il lavoro in presenza come prevalente (almeno il 50%), ma indicando con una circolare le categorie di lavoratori pubblici cui permettere di aumentare il lavoro agile. Infine, il punto più dolente: l’estensione dell’obbligo di vaccini. Il Pd lo vorrebbe per tutti, ma una ipotesi allo studio potrebbe prevedere l’estensione ai soggetti piu’ a rischio, magari agendo per fasce d’età e introducendo l’obbligo per gli over 60. Questa misura potrebbe trovare il favore di chi come la Lega è contrario al Super Green pass per tutti i lavoratori. Ma soprattutto avrebbe il vantaggio di potersi applicare quasi da subito e da subito agire sulla curva, mentre nel caso del lavoro l’obbligo (invocato da FI) non potrebbe partire prima di febbraio e far vedere i suoi effetti nelle settimane successive. Nulla e’ ancora deciso, da Palazzo Chigi invitano alla prudenza. Altre ipotesi sono al vaglio, come un intervento sui maxi assembramenti (alta l’attenzione sugli stadi di calcio). La cabina di regia vagliera’ le proposte, tenendo conto che l’ultima stretta, dai trasporti alle palestre, è stata varata neanche una settimana fa.