Inchiesta cooperative: fine di un sistema - Le Cronache
Attualità

Inchiesta cooperative: fine di un sistema

Inchiesta cooperative: fine di un sistema

di Salvatore Memoli

All’epoca di tangentopoli, un distinto imprenditore cavese, finito nelle maglie della giustizia, incarcerato e messo alle strette da un rigore sproporzionato, mi confidó candidamente le sue sensazioni. “Sono stato abbandonato da tutti, se avessi voluto pagare i voltafaccia per farli andare via, non avrei avuto ricchezza a sufficienza!” Quell’amara realtà non riguardava soltanto lui, fa parte di un rituale che si ripete sempre. Gli amici del giorno di festa li abbiamo conosciuti tutti, quel che fa specie è che nessuno prima li ha mai ritenuti nemici oppure opportunisti, sanguisughe sociali, giullari plaudenti. Tali sono! Man mano che si spengono le luci della clamorosa inchiesta, ridicolmente definita “Sistema Salerno” sopraggiunge il deserto, l’aridità sociale, il distanziometro che caratterizza la fine di un’epoca per gli imprenditori delle cooperative. Una morte civile che ne diminuisce l’incidenza sociale e politica, che ipertrofizza un movimento sociale, lavorativo, che aveva esaltato le classi sociali più deboli, gli esclusi, i paria di Salerno a cui nessuno avrebbe dato un lavoro. Le cooperative sociali hanno merito sociale e rappresenteranno ancora una soluzione, non da tutti condivisa e capita, per distribuire dignità e centralità a chi la vita aveva tolto ( a giusto o non giusto motivo). Il rituale vorrebbe che oltre cento lavoratori delle cooperative sputassero nel piatto dove hanno mangiato, dicessero che sono stati abusati, sfruttati, banalizzati. Spero non lo facciano, per loro stessi e per le loro dignità. Il futuro prossimo renderà tutto più chiaro, si capirà ogni cosa e si metterà il colore giusto ad ogni chiaroscuro di questa vicenda politica da vomito. Alla fine della giostra, si spegneranno le luci: i lavoratori saranno disoccupati, i responsabili delle cooperative brutalizzati, i giudici capiti, la politica…incasserà il suo tornaconto.La doppia morale avrà il sopravvento. Per mancanza di requisiti morali le cooperative perderanno tutto, per la stessa presunta mancanza di moralità,i loro amici sono confermati negli incarichi, senza esitazione. Forse capiremo che niente succede per caso e che lo sfilacciamento politico era un modo per soffiare sul fuoco, per sparigliare, per indebolire una squadra. Chi avrebbe permesso mai di far esprimere ad un Consigliere comunale il suo dissenso in Procura? Delle due l’una: insipienza grave o astuzia raffinata? Un lento declino di un’epoca, un pegno pagato, un bisogno di mani libere, un repulisti che parla a nuora e coglie i risultati della suocera. Con l’uscita di scena delle cooperative sociali, ci saranno altri contenitori. Nuovo giro, nuove regole e nuovi incassi di consensi.
La giustizia ha servito, involontariamente,al grande manovratore un risultato atteso e lo rafforzerà. Senza pesi, senza condizioni e con una prateria davanti di rimescolamento di carte, persone e tornaconto. Qualcuno ci ha pensato? Perfino tra il personale politico, il grande saggio, distribuisce confetti velenosi, allontanando, dal suo cerchio magico politico e regionale, qualche suo vecchio amico, sopportato e supportato per anni, che aveva la vocazione della cicala troppo canterina e poco affidabile( storia vecchia, bisogna essere vecchi per capire). Questa è la nemesi deluchiana. A gratis, maledettamente gratis!