SALERNO – Terza sconfitta consecutiva per la Salernitana. Se quelle con Napoli e Lazio potevano anche essere messe in preventivo, questa con la Sampdoria è davvero pesante. Uno scontro diretto, una partita per dare una svolta alla stagione in cui la squadra di Colantuono ha confermato i propri limiti. La partenza intensa dei granata è stata però solo illusoria. Alla prima occasione creata dalla Sampdoria, con tiro di Quagliarella parlato da Belec, la formazione di Colantuono ha perso pian piano fiducia, perdendo smalto e concedendolo di conseguenza agli avversari. Troppo leggera in attacco, nonostante il peso specifico di Djuric e Gondo con Ribery che, costretto a coprire troppo campo per la sua carta d’identità, non è mai riuscito a entrare nel vivo del match. Coulibaly non è apparso al top, e così anche la difesa è andata in sofferenza. Pur senza entusiasmare, ma con la tecnica dei tre in attacco, Candreva, Quagliarella e Caputo la Sampdoria minuto dopo minuto ha preso in mano la partita, sfiorando più volte la rete. Si è immolato Belec in diverse circostanze, addirittura due volte in pochi secondi prima su Thorsby poi su Caputo. A sbloccare il match, è stato un episodio poco fortunato. Sugli sviluppi di un corner, la deviazione fortuita di Di Tacchio ha battuto Belec. Ben più grave e decisamente incomprensibile quando dopo appena tre minuti la squadra di Colantuono si è sbilanciata colpevolmente in occasione di un corner, favorendo un contropiede blucerchiato quattro con uno, finalizzato da Candreva. Chiusa la prima frazione sul doppio svantaggio, Colantuono ha scelto di togliere Kastanos, magari leggerino, ma uno dei pochi a saper toccare il pallone, inserendo Obi. Quantità per qualità, quindi. Quella qualità che manca alla Salernitana per poter competere in questo campionato. Almeno questo hanno detto queste prime tredici giornate, ovvero poco più di un terzo dell’intera stagione. Sarebbe servito nell’intervallo anche un cambio in attacco, ma Colantuono ha deciso di attendere, in attesa magari dell’episodio che potesse riaprire la partita. Il miracolo di Audero su Ranieri al 53’ e poi la parata sulla conclusione di Coulibaly hanno riacceso entusiasmo e dato vigore alla squadra che comunque non ha certo lesinato impegno. Di questa situazione i calciatori sono obiettivamente i meno colpevoli. Con Bonazzoli per Gondo e Kechrida per Zortea al 55’, Colantuono ha provato dare ulteriore linfa anche perché la Sampdoria ha confermato le proprie difficoltà in fase difensiva come dimostrato dal numero di reti subite dai blucerchiati fin qui. L’uscita per infortunio di Ribery è stato un altro duro colpo, anche in prospettiva della gara di venerdì sul campo del Cagliari che condivide con i granata l’ultimo posto in classifica con la zona salvezza sempre più distante.
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