I toccanti personaggi della “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso hanno preso vivida forma nell’immaginario di un pubblico sempre più catturato attraverso il connubio di suoni, versi poetici e immagini proiettate su schermo, evocanti in disegni attuali(opera di studenti giapponesi) o storiche raffigurazioni il mondo eroico e languido del grande poema cavalleresco, nel prevegevole concerto vocale e strumentale dato presso la chiesa di Sant’Anna al Porto di Salerno il 23 marzo scorso. L’evento si inserisce nell’ambito del progetto “Torquato Tasso: la musicalità del verso” promosso e realizzato dal Conservatorio di musica “Domenico Cimarosa” di Avellino in collaborazione l’Università di Arti e Musica di Aichi (Giappone). La serata dedicata interamente a musica vocale e strumentale ispirata dai versi tasseschi si è avvalsa della pregevole presentazione curata da Paologiovanni Maione, docente di Storia della musica presso il Conservatorio di Avellino e da Ruki Mizuno ospite con alcuni suoi allievi dell’istituzione avellinese, insegnante di letteratura italiana, oltre che esperto dantista di livello mondiale, presso la sopracitata Università giapponese. La scelta dei brani proposti ha offerto l’occasione di un’immersione suggestiva in quel mondo rinascimentale in cui gli aristocratici promuovevano e consentivano la sperimentazione e la ricerca artistica all’interno delle dimore signorili nella fattispecie relativa al rapporto tra testo poetico e musica particolarmente indagato e studiato sulla scia della concezione già bembesca della consanguineità di musica e poesia culminata nella straordinaria vicenda evolutiva del genere madrigalistico. <<Son la musica e la poesia tanto simili e di natura congiunte che può ben dirsi […]ch’ambe nascessero ad un medesimo parto in Parnaso>> scriveva Luzzasco Luzzaschi, organista del duca di Ferrara, uno dei rappresentanti di quella “seconda prattica” in cui Monteverdi individuava l’affermazione del l’orazione quale padrona dell’armonia. La poesia del Tasso con i suoi musicalissimi versi offriva una gran quantità di immagini e figure espressive su cui mettere in pratica quel “ vademecum” di arditezze armoniche (dissonanze e cromatismi) e madrigalismi miranti a realizzare sonoramente le qualità espressive intrinseche della poesia. Gli esiti ultimi gestuali e rappresentativi di tale connubio ormai confluito nel nascente stile monodico accompagnato e implicanti capacità attoriali dei musicisti, si sono potuti ammirare nel “Combattimento di Tancredi e Clorinda” di Monteverdi che ha aperto la serata, eseguito dalla espressiva voce del mezzosoprano Daniela Salvato (Testo), precisissima nell’intonazione, dal soprano Giuseppina Perna che ha saputo rendere con efficace pathos il personaggio di Clorinda e dal tenore Keiichiro Nagao baldanzoso e fiero Tancredi, unitamente all’ Ensemble Strumentale del Conservatorio di musica di Avellino diretto da Roberto Maggio. Il nuovo genere “concitato” affrontato da Monteverdi nel suo ottavo libro di “Madrigali guerrieri e amorosi” di cui fa parte il “Combattimento” è stato espresso nel giusto carattere attraverso i famosi effetti di semicrome ribattute, il pizzicato, gli accordi evocanti il “moto del cavallo”, che hanno puntualmente reso la rovinosa impetuosità dei due guerrieri nello scontro notturno di atmosfera romantica ante litteram.
Sono seguiti, da parte dell’Ensemble strumentale avellinese, brani da “La foresta incantata” suite orchestrale di Geminiani, pantomima del Canto XIII della “Gerusalemme” evocante la selva resa magica dal maleficio di Ismeno, teatro di alcuni episodi chiave del poema, e ancora i brani madrigalistici su versi tasseschi “Moro, lasso al mio duol” di Gesualdo (eseguito dal complesso vocale del conservatorio) ed “Ecco mormorar l’onde” di Monteverdi, affidato al Coro dei Laeti Cantores diretto da Roberto Maggio cui si sono aggiunti gli studenti giapponesi ospiti, oltre al tenore, i soprani Miharu Kawakoshi e Misaki Ozawa eYui Tanaka(mezzosoprano), che ha reso senza sbavature e in levigato equilibro il crescendo di luce contenuto nel testo poetico incentrato sull’aurora. Non segnato in programma, ma di grande interesse nel corso della serata, l’esecuzione di due brani per clarinetto solo del compositore contemporaneo A. Goëhr autore di una parafrasi sul Canto II della “Gerusalemme liberata”, ad opera Romualdo Barone musicista diplomato presso il conservatorio avellinese che oggi vive in Giappone e collabora con il prof. Mizuno.
Rosanna Di Giuseppe