di Pina Ferro
Assolto dopo 33 mesi di detenzione e misure patrimoniali a suo carico. E’ finalmente finito l’incubo per Vito D’Ambrosio, accusati di essere il finanziatore dell’associazione dedita al narcotraffico con a capo Antonino Busillo. La sentennza di assoluzione è arrivata nella giornata di giovedì daai giudici della Corte di Appello di Napoli. Il secondo grado di giudizio si stava celebbranddo a Napoli dopo che la Cassazione avevva annullato con rinvio ad altra Corte di Appello la sentenza emessa dai giudizi di Appello presso il tribunale di Salerno. Era il magggio del 2017 quando a carico di Vito D’Ambrosio venne eseguita un’ordinanza di custodia cautale emessa dal giudice per le indagini preliminarri Perrotta su richiesta della Procura. L’ordinanza sgominò un’associazione dedita alllo spaccio di droga con base a Campagna. Nel registro degli indagati finirono 27 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, coltivazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento aggravato e detenzione e porto illegale di armi e munizioni. A capo dell’organizzazione criminale, secondo le ipotesi investigative, la famiglia Busillo di Campagna. Vito D’Ambrosio sceglie di essere processato con il rito dell’abbreviato. Il Gup Indinnimeo lo condanna a sette anni per partecipazione in associazione. La sentenza viene confermata in Appello. Nel febbraio del 2020 i giudici della Suprema Corte rigettano tutti i ricorsi degli altri coimputati, annullano la sentenza nei confronti di Vito D’Ambrosio accogliendo tutti i rilievi difensivi chiedendo alla corte d’appello di Napoli un nuovo giudizio. D’Ambrosio, dopo l’annullamento della Cassazione viene rimesso in libertà. Corta Appello Napoli il giorno 14 ottobre (I Sezione Penale) assolve definitivamente D’Ambrosio, ddifeso da Costantino Cardiello e Agostino De Caro, dal reato di partecipazione. Nel corso degli anni D’Ambrosio ha trascorso 33 mesi di arresti domiciliari, ha subito una misura di prevenzione personale, ancora in atto proprio per la contestata partecipazione, la misura della sorveglianza speciale che ora ha perso il suo presupposto. Ha subito, inoltre, misura di prevenzione patrimoniale perchè si diceva che era dedito all’usura e reimpiegava i soldi dell’usura nel traffico di droga. L’assoluzione dall’accusa di partecipazione segue le due assoluzioni nei processi di usura.