Popolari e Moderati per ripartire dalla Dc, da un partito che ha fatto la storia, a livello nazionale e locale e che ha reso l’Italia la quinta potenza al mondo. L’ex sindaco Aniello Salzano ha le idee ben chiare per questa tornata elettorale che lo vede accanto al primo cittadino uscente Vincenzo Napoli proprio con la lista da lui fondata. Salzano non le manda a dire e punta il dito contro Antonio Cammarota e Michele Sarno, entrambi civici di espressione centrodestra (quest’ultimo ha ottenuto il sostegno di tutti i partiti del centrodestra) e attacca la Barone che – a detta dell’ex sindaco – dimostra, con il suo slogan elettorale, di non avere idea di come si amministra un’amministrazione conunale. “Semplice non può essere lo slogan di un candidato sindaco perchè non è semplice governare una città e non è semplice risolvere i problemi”, ha infatti dichiarato il fondatore di Popolari e Moderati, la lista del centrosinistra a sostegno del sindaco Vincenzo Napoli. Salzano, Popolari e Moderati per ripartire dalla Dc? “Nel simbolo c’è scritto Popolari e Moderati perché ho voluto fare un richiamo al partito Popolare e, di conseguenza, alla Dc, con lo scudo. Questo simbolo, per l’Italia, ha significato la rinascita della democrazia e dello sviluppo industriale. Un simbolo riconosciuto da tutti, così come la Dc, un partito con una cultura politica forte ma guardiamo al presente e a quanto succede a Salerno: a livello nazionale c’è una politica sfarinata e, a livello locale, a ciò corrispondono coalizioni politiche sfarinate, con l’intrusione – sulla scena politica – di partiti personali con i quali non c’è alcuna selezione. Prima i partiti avevano una propria struttura, una classe dirigente precisa. Oggi non può esserci improvvisazione ma ciò accade e io resto fermo sulla mia posizione: non può esserci un’auto candidatura, occorre una solida base politica; io non ho niente contro l’auto candidato, sono ottimi professionisti e molti hanno lavorato bene come consigliere comunale. Io non sono contro Cammarota né contro Sarno ma entrambi non sono stati individuati dai partiti ma hanno fatto di tutto affinché trovassero un appoggio pur rivendicando il loro essere civici. A me non piacciono le liste civiche, soprattutto quelle con nomi fantasiosi, amo le liste politiche che affondano le loro radici nel pensiero politico, con una cultura politica di riferimento”. Si parte dal passato per ritrovare un rinnovamento, dunque… “Sì, si attinge dal passato per costruire il futuro. Noi stiamo assistendo ad una montagna di denari che si sprecano, a fronte di una pochezza di idee; c’è tanta enfasi su un pensiero unico e quando vedo che qualcuno parla ancora di sea park, un pensiero di tanti anni fa, mi rendo conto che non c’è rinnovamento. Queste persone hanno poca dimestichezza con l’amministrazione della città perché non hanno fatto la trafila in un partito. Lo stesso vale per quei candidati che, nel loro slogan elettorale, hanno la parola “semplice” (il riferimento è ad Elisabetta Barone ndr) mi accorgo che i cittadini – che hanno compreso quanto sia difficile il governo di una città e quanto sia complesso risolvere i problemi – non potranno mai votarli. In quello slogan c’è tutta la crisi del pensiero politico; molti aspiranti consiglieri hanno evidenziato tanta ovvietà ma pochi progetti mentre la politica è realizzazione. Nei programmi elettorali si può scrivere di tutto, questi sono programmi ovvi ma è complesso mettere in pratica quei progetti. Io ho voluto far riferimento ad un partito, ad una cultura politica ben radicata sul territorio e che ha fatto grande l’Italia, rendendola la quinta potenza al mondo. Il sistema elettorale ha creato un danno enorme alle amministrazioni locali perché spesso in un contesto locale entrano tanti mediocri”. v.n
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