Nessun aumento delle tariffe sulle bollette dell’acqua. E uno sportello sarà istituito proprio sul territorio di Castellammare di Stabia. I sindaci e i consiglieri appartenenti al gruppo “Comuni per l’acqua pubblica” si dichiarano contrari alla proposta di nuovi aumenti delle tariffe, che per gli anni 2022 e 2023 lieviterebbero ulteriormente del 2,5% circa all’anno. Nel corso della riunione del consiglio di distretto sarnese-vesuviano dell’Ente Idrico Campano (Eic), è stata accolta da tutti i presenti la proposta del Sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino, di rinviare la discussione sul punto, che prevedeva un probabile lieve aumento delle tariffe, allo scopo di approfondire meglio la problematica e studiare un nuovo piano tariffario che non prevede alcun tipo di incremento in bolletta. Il consiglio, inoltre, ha approvato l’istituzione di una sede Eic all’interno dell’ex Pretura, uno sportello sul territorio per assicurare un contatto diretto tra i cittadini e l’ente gestore della Gori ed esporre e risolvere ogni problematica e difficoltà, venendo incontro alle esigenze degli utenti e di tutti i cittadini. Al margine dell’assemblea, il s Sindaco di Nocera Inferiore ManlioTorquato ha dichiarato: “Andiamo verso una possibile soluzione unitaria. Non si è deliberato l’aumento delle tariffe ma all’unanimità si è deciso di andare ad approfondire ulteriormente la possibilità di un loro contenimento. Più di quanto ancora non sia stato fatto meritoriamente dall’Eic e dal prof. Belgiorno. È un primo obiettivo importante dei Comuni della Rete per l’acqua pubblica e dei Comitati ma è un risultato positivo per tutto l’ambito”. Potere al popolo Agro Nocerino-Sarnese: Oggi è una grande giornata, i comitati civici, le realtà associative e politiche del distretto idrico sarnese – vesuviano hanno dimostrato con i fatti che l’unione, la determinazione e la partecipazione attiva, possono cambiare il verso di scelte politiche che sembrano inevitabili – sono queste le parole degli attivisti di Potere al popolo – Nulla è impossibile se ci riprendiamo le piazze e le strade e le riempiamo della nostra giusta rabbia contro le ingiustizie. I volantinaggi dei giorni scorsi e i presidi di oggi all’esterno dei comuni di Scafati, Castellammare e San Giorgio a Cremano, hanno avuto un ruolo decisivo nel portare all’attenzione dei media locali e della cittadinanza la votazione relativa all’aumento delle tariffe Gori. Questa pressione dal basso ha amplificato la voce e le richieste della Rete dei Sindaci contro la privatizzazione dell’acqua e dei rappresentanti dei comitati all’interno del Consiglio di Distretto e ha costretto gli altri Sindaci a prendere tempo. D’altra parte, aumentare le già altissime tariffe Gori è la scelta più impopolare che un Sindaco possa fare, ci vuole davvero un bel coraggio Il nostro compito, adesso, è continuare a scendere in strada e fare sapere a ogni Sindaco che siamo attenti e vigili. Spesso, quando portate le ”bollette pazze” che ricevete al nostro sportello legale o ci incontrate a un banchetto in strada, ci chiedete cosa si può fare contro la Gori. È arrivato il momento di fare! Facciamo sentire ai Sindaci che avranno vita politica breve se approveranno un ulteriore aumento delle tariffe (in molti comuni l’anno prossimo ci saranno nuove elezioni). Ma facciamo di più! Chiediamo che si battano per ridurre le tariffe! E promettiamo che queste saranno solo le prime richieste. Perché quello che vogliamo davvero – e lo chiediamo da prima del referendum del 2011 – è che la Gori vada via e l’acqua torni ad essere pubblica – concludono gli attivisti -. Il comunicato della Rete Civica NO Gori: “Un grande successo per la rete “Comuni per l’acqua pubblica”, dovuto alla generosa mobilitazione dei comitati civici nelle ultime settimane. Abbiamo così fermato alti ingiustificati rincari in un momento di così drammatica crisi economica, anche alla luce degli esorbitanti aumenti del 31% già applicati nel quadriennio 2016-2019, da sommare al 35% del periodo 2012-2015. Un boom di costi a carico dei cittadini che prosegue senza sosta da un ventennio e che ha portato le bollette ad essere tra le più alte d’Italia e socialmente insostenibili per decine di migliaia di utenti. In Campania, infatti, confrontando le tariffe applicate negli altri territori, esiste da tempo un’inaccettabile diseguaglianza che penalizza ingiustamente 1 milione e mezzo di cittadini. Gli introiti tariffari GORI sono passati da 120 milioni di euro nel 2011 a ben 209 milioni nel 2019 e sono destinati a crescere considerevolmente anche nei prossimi anni. Eppure le tariffe all’ingrosso dell’acqua sono state congelate con delibera del comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano e non prevedono aumenti. L’unica strada percorribile è abbassare le tariffe, ci sono già ora le condizioni per una sensibile riduzione delle tariffe, tenendo anche conto delle ingenti risorse pubbliche per investimenti che sono stanziate nei fondi europei e nel Recovery Fund (PNRR). Questa la posizione dei tredici consiglieri distrettuali eletti nelle liste dei “Comuni per l’acqua pubblica”: Rosario Bisogno (Mercato San Severino), Gianluca Del Mastro (Pomigliano D’Arco), Pasquale Di Marzo (Volla), Salvatore Di Sarno (Somma Vesuviana), Roberto Falcone (Angri), Maurizio Falanga (Poggiomarino), Vincenzo Fiengo (Cercola), Francesco Gioia (Fisciano), Giuseppe Grauso, Gianluca Napolitano, Massimo Pelliccia (Casalnuovo di Napoli), Edoardo Serpico (Scisciano), Manlio Torquato (Nocera Inferiore). “Da amministratori locali – sottolineano i rappresentanti – conosciamo bene l’impossibilità di tante famiglie di poter pagare bollette così elevate, i disservizi quotidiani, i distacchi selvaggi, la scarsità di investimenti sulla rete idrica e fognaria – se non con l’utilizzo di risorse provenienti dalla fiscalità generale – con conseguenti danni alla salute dei cittadini e all’ambiente. L’accesso all’acqua è un diritto umano universale, riconosciuto dall’ONU, indispensabile alla vita, oggi più che mai condizione essenziale per superare l’emergenza igienico-sanitaria che stiamo vivendo”. I Comuni, inoltre, sono completamente esclusi dal controllo societario del gestore GORI, la cui proprietà è nelle mani di un commissario di nomina regionale e della multinazionale Acea. Per questo motivo non è più rinviabile la distribuzione delle quote azionarie di GORI SpA agli enti locali, per promuovere una gestione pubblica, solidale e partecipata del servizio idrico, nel rispetto della volontà popolare espressa con i referendum del 2011: solo così si potrà produrre un cambiamento anche in efficienza – concludono i Comuni per l’acqua pubblica – Distretto Sarnese Vesuviano.
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