di Francesco Carriero
Arti Grafiche Boccia mette in mobilità 48 maestranze aprendo una nuova, l’ennesima, vertenza lavorativa sul territorio della provincia di Salerno. Dopo i casi Eldo e Filtrona, arriva un nuovo schiaffo per l’occupazione locale. Una delle realtà più solide del nostro territorio, sotto la guida di Vincenzo Boccia già vicepresidente di Confindustria, che aveva ereditato l’impresa costruita dal padre Orazio, rischia di rimanere inghiottita nella palude della crisi dell’editoria, che da 2 anni sta iniziando a falciare, inesorabilmente, anche le aziende con solide fondamenta. Adesso, nello stabilimento di via Tiberio Claudio Felice, dove circa 230 maestranze sono impegnate nella stampa di quotidiani, opuscoli, volantini per la grande distribuzione ed etichette, si respira un aria pesante, dopo che la dirigenza si è vista costretta ad avviare le procedure di mobilità per oltre il 20% degli impiegati. Di fronte a tale provvedimento le organizzazioni sindacali non sono rimaste inermi, ma hanno intrapreso un fronte di trattative serrato con i vertici dell’impresa, in particolare con l’amministratore delegato Vincenzo Boccia. Si è tenuto, infatti, nei giorni scorsi un tavolo tecnico nelle sede salernitana di Confindustria, nel corso del quale il manager ha giustificato il provvedimento con la riduzione di commesse ricevute per l’anno in corso. Arti Grafiche, come molti altri stabilimenti di stampa sparsi per la Penisola, risente del forte calo di introiti del settore editoriale, scaricato proprio sui costi fissi (stampa e carta per l’appunto), che costringono anche i grandi gruppi a limitare le tirature. E proprio il venir meno del “miglior cliente” dell’impianto ha aggravato la conclamata crisi: dal prossimo 1 marzo, infatti, il gruppo Espresso stamperà altrove “La Repubblica”. Una lavorazione talmente importante da comportare l’acquisto di una rotativa appositamente pensata per stampare quotidiani “full color”, unica nel suo genere nel nostro Paese, che dalla prossima settimana rischia di rimanere ferma, con un conseguente gravissimo danno economico per l’azienda nostrana. Di qui la decisione di mettere in mobilità 48 dipendenti. Eppure, proprio per contrastare la crisi dell’editoria tradizionale, i vertici aziendali si erano mossi per tempo investendo in tecnologie digitali, verso le quali si spostano sempre maggiori quantità di introiti, dimostrando l’ottimo stato di salute di cui godeva l’impresa. la stessa famiglia Boccia definisce la situazione attuale particolarmente delicata, ma superabile, grazie ad oculatezza e buon senso. La crisi economica miete vittime sempre “più illustri” nel circuito industriale cittadino, facendo calare drasticamente il livello occupazionale, costringendo a netti ridimensionamenti anche realtà che fino ieri si distinguevano per efficienza.