Sale schermate, maschere e camici piombati, appositi sistemi di protezione e la rara tecnica del carotaggio degli organi. La ricerca della verita’ sulla morte di Fadil e’ ora affidata anche a tecniche rare che vengono adottate nelle autopsie su cadaveri con sospetto avvelenamento da radiazioni, come nel caso della teste chiave del processo Ruby, morta il primo marzo. Dopo aver escluso con analisi ad hoc il tumore, il lupus, la leptospirosi e la presenza di veleni comuni, compreso l’arsenico, ed avere accertato tracce, ma in concentrazione irrisoria, di quattro metalli nel sangue (cobalto, il cromo, il nichel e il molibdeno) i medici punteranno a verificare anche l’ipotesi di un avvelenamento radioattivo. Anche per questo motivo sara’ effettuato il ‘carotaggio degli organi’, una tecnica rara e recente, utilizzata soprattutto in ambito internazionale. E’ un tipo di prelievo effettuato attraverso una siringa piuttosto grande e con un ago dal diametro di uno o due centimetri, che una volta penetrata nell’organo effettua un taglio e ne aspira una parte. Quest’ultima verra’ poi depositata in contenitori schermati che raggiungeranno i laboratori, altrettanto isolati, per essere analizzata. “E’ un tipo di prelievo utilizzato per esami tossicologici che evita le contaminazioni della superficie con l’interno degli organi e garantisce un prelievo puro. In Italia questo tipo di tecnica e’ relativamente recente e raramente utilizzata”, spiega Arcuri, ricordando una serie di autopsie che in passato sono state effettuate sui militari italiani che si erano ammalati in Bosnia quando scoppio’ il caso dell’uranio impoverito. Altissime le precauzioni da adottare in autopsia delicate di questo tipo per evitare il rischio contaminazioni. L’esame, che potrebbe essere eseguito mercoledi’ prossimo a Milano, secondo il protocollo previsto in questi casi potrebbe svolgersi in sale schermate con il piombo. Tutto dunque sara’ isolato per evitare qualsiasi forma di contaminazione: anche per i medici e il personale che operera’ all’interno di quell’ambiente sono previsti, oltre a guanti speciali, camici e maschere ‘piombati’. “Si tratta di una serie di precauzioni che hanno l’obiettivo di garantire prelievi puri, senza contaminazioni – spiega Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Universita’ di Roma Tor Vergata – Anche se l’autopsia sara’ effettuata a Milano, le procedure dovrebbero essere le stesse di quelle utilizzate a Roma dove, nell’istituto di medicina legale del Verano, per questo tipo di autopsie c’e’ una cella sotterranea blindata con il piombo”.