Pina Ferro
«Mio figlio è nato sano e come tutti i bimbi ha affrontato il suo regolare percorso di crescita….poi all’improvviso il mondo mi è caduto addosso. Il mio Ninì all’improvviso non ha più parlato. Non deambulava più bene. Comincia il nostro calvario. E, solo dopo diverso tempo metto in relazione i problemi e la diagnosi che viene fatta a mio figlio con la somministrazione dei vaccini. E quando hai scoperto la causa e lotti con il dolore devi anche fare i conti con chi ti dice: bhe, signora ringrazi che non sia morto…!!!». Rita, madre di Ninì (vezzeggiativo utilizzato per il suo bimbo) è un fiume in piena. Mentre, racconta la sua storia, dai suoi occhi traspare rabbia mista a dolore. Sentimenti che nonostante tutto non hanno avuto la meglio sulla tenacia e la voglia di combattere per il suo bimbo che, oggi, sottoposto a specifiche terapie sta migliorando lentamente. «Sono cresciuta a pane e medicina. Ho avuto un cugino che voleva, a tutti i costi, diventare medico ma il destino gli è stato avverso. Circa 40 anni fa, si è gravemente e improvvisamente ammalato, cosciente che non sarebbe mai diventato medico a causa della sua condizione di salute, ha firmato per fare da “cavia” prima a Brescia poi a Parigi per 5 lunghi anni. Si è sottoposto alla sperimentazione ed alla ricerca per la diagnosi e cura di un male all’epoca sconosciuto oggi forse anche grazie a lui almeno diagnosticabile. Ho fatto questa premessa per far capire che per noi il medico era il “compare” di vita del bambino. Alla luce di ciò giammai avrei mai pensato che mi sarei ritrovata a lottare in primis col mio stesso pediatra e poi con tutte le istituzioni». Rita racconta cosa ha affrontato e subito senza alcuna «Oltre al danno la beffa. Quando ho avuto la diagnosi, avuto il sospetto, tutti si sono ritirano in sordina per paura di essere radiati o per scrupolo di responsabilità o chissà perchè. Così oggi, io, come tanti altri genitori ci ritroviamo a combattere da soli contro un sistema non pronto, con una burocrazia che avvolte è più dura della patologia stessa…!!!». Rita andiamo con ordine… «Ninì nasce sanissimo. Sottoposto a tutti gli screening neonatali previsti oltre a quello Metabolico allargato su modello regionale Toscana e Veneto : Apgar perfetto Assorbito colostro, Mecomio regolare. Arriva il momento della prima dose di vaccino oltre al pianto forte dolore e gonfiore locale si associano con il trascorrere delle ore febbre alta, disturbo del sonno, irrequietezza, spossatezza, generale, pianti improvvisi e inconsolabili. Di fronte a tale quadro chiamai il centro vaccinale ed il pediatra che ci tranquillizzarono e ci consigliarono di somministrare tachipirina anche ogni 4 ore e pomate anti dolorifiche. Passano alcuni giorni e si verifica un primo soffocamento in culla con anessa crisi respiratoria. Era un giorno festivo e notte fonte per cui il pediatra era irreperibile e la guardia medica non pediatrica risolve miracolosamente facendogli d’istinto l’areosol…!!!». Poi cosa accade… «Dopo qualche giorno mi reco in ospedale ed ai medici raccontato l’episodio del soffocamento: Ninì se pur ripresosi continuava ad emettere un rumore mai sentito dalla gola e a respirare male. I medici come prima cosa mi chiedono: “signora ma è un bimbo vaccinato…?” effettivamente era stato vaccinato da poco. Dopo aver informato i medici della somministrazione del vaccino da poco tempo i medici sottopongono il piccolo a terapia cortisonica (Bentelan). Passa qalche mese e arriva la seconda crisi respiratoria. Spaventata mi rivolgo al pediatra il quale freddamente consiglia di ripetere la cura a cui il bambino era stato sottoposto in ospedale. Se solo, a seguito di queste prime crisi qualcuno di buon cuore ci avesse aiutati a capire a segnalare a studiare…oggi Ninì non sarebbe forse.un bambino “speciale”…non ci sono casi in famiglia non siamo allergici non siamo sintomatici ormai sono certa che qualcosa ha minato l’organismo del mio piccolo. Intanto, le vaccinazioni sfortunatamente sono continuate, sempre sponsorizzate dai medici i quali mi dievano che si trattava solo di coincidenze. Intanto, il mio bimbo ha avuto: 2 soffocamenti in culla, rigidità corporea, sudorazione acidosa con desquamazione della pelle, gastroenteriti interminabili alternati a periodi di stitichezza, stati imprevedibili di caldo freddo corporeo, manifestazioni atipiche di sfoghi o altro, danno ai corticali, otite croniche, ipoacusia stanchezza, micro addormentamento mentre gioca, disturbi del sonno, aggressività….. e poi è arrivato anche il “mutismo”. Tre anni di calvario. Per tre lunghi anni i medici erano vaghi quando parlavano con me e mio marito, l’Asl era impreparate. Noi eravamo distrutti. La bella notizia è che da poco Ninì ha ripreso a parlare a giocare..si stà disintossicanti da solo. Miracolo? Fortuna? Destino? Chi può mi risponda.Oggi qualche grosso dubbio sui vaccini c’è l’ho. Scusa Ninì». In che senso dice qualche dubbio c’è? «Oggi scopro tante troppe cose che nel dubbio mi portano a rivedere e far vacillare tutte le mie vecchie certezze e, acoratamente a dire tu medico, tu conoscente, tu scienziato, tu curioso, tu avvocato, tu giornalista aiutami a capire. Già a poche ore di vita al posto del latte li nutrono con medicine. Poi a meno di due mesi di vita ti arriva il Calendario Vaccinale con tutto un elenco di appuntamenti per mesi che tu da ignaro cittadino ti appresti a rispettare senza avere però un colloquio informativo a 360° senza fare analisi pre vaccinali senza sapere che se hai avuto come madre le malattie esastemi infantili e hai allattato potresti vaccinare da un anno di etaà che anche a pochi mesi possono avere patologie ed essere immunodepressi, ma non hai avuto il tempo o le conoscenze di verificare tutto ciò. Poi scopri che i vaccini magari sono 4 però te ne somministrano altri 2 in omaggio perché non si possono scindere. Non esistono i monodose o meglio è dispendioso produrli come ha dichiarato ultimamente qualcuno. E poi a tue spese scopri il cinismo quando rivolgendoti al tuo medico ti risponde “Bhe ! signora ringrazi che non sia morto!”, o all’informatore scientifico e questo ti dice “Signora ma quante domande quanti dubbi…ma lei lo sa che si può morire anche con la tachipirina…”! A questo poi si aggiunge la risposta dell’Asl “bene signora dopo anni di calvario ha la diagnosi ma non abbiamo i fondi o i protocolli specifici…! A tutto questo cosa cosa dovremmo rispondere noi. Camminare con un avvocato in tasca e spendere tutte le energie e i soldoni per difendere i diritti di tuo figlio! O chinare il capo piangere solo di notte quando nessuno ti sente e lavorare per la riabilitazione di tuo figlio».