di Vincenzo Leone
Nata e cresciuto a Salerno. Dottoressa Giuseppina Volpe. Pediatra. Riceve il riconoscimento in merito ai 40 anni di laurea ed esperienza come medico. Vivendo in prima persona i cambiamenti, riporta la sua esperienza e racconta del premio. “Il premio di oggi, è il coronamento di anni di esperienza e crescita professionale nel corso degli anni. Questo percorso, ha visto il mondo della medicina trasformarsi molto. Le metodiche diagnostiche sono cambiate, come la metodologia di approccio con l’ammalato. Io sono una pediatra di base. Non sono ospedaliera ma ho potuto osservare in prima persona il mutamento e i traguardi della scienza. Soprattutto per quanto riguarda le malattie infettive. La diagnostica, principalmente, ha fatto davvero dei passi da gigante.” Parlando dell’approccio con gli ammalati. Cosa è cambiato? “Fino a qualche anno fa, la figura del medico era ritenuta un deus ex machina. Il rispetto nei confronti dei medici era diverso. Il medico di un tempo, in assenza di tutte le metodologie diagnostiche moderne, fondava il metodo di approccio con l’ammalato in clinica mediante l’esame obiettivo, del quale bisognava esserne profondi conoscitori. Oggigiorno, quella metodologia è sempre valida e in aggiunta ci sono altre diagnosi come quelle di laboratorio, radiologia, medicina nucleare e quant’altro. La figura del medico deve sempre rimanere rapportata al paziente, cercandone l’umanizzazione. Il dialogo, svolge un ruolo fondamentale.” L’evoluzione tecnologia, ha stravolto ogni campo. Questo è sempre un fattore positivo? “Usiamo tantissimo i mezzi di comunicazione. Io stessa, me ne avvalgo tantissimo. La telemedicina, per i pazienti, può rappresentare una novità. Noi medici, dobbiamo sforzarci fornire link e gli strumenti sicuri con la quale approcciarsi alla telemedicina. Resta il fatto che i registi principali, dobbiamo essere noi. La visita, è comunque importante è necessaria. I mezzi di comunicazione rappresentano uno strumento dal potenziale molto alto. Il rischio sono i siti obsoleti. I pazienti rischiano di documentarsi con articoli scritti da persone non competenti e per niente qualificate. Su questo aspetto, cerco di essere molto presente. Nel periodo Covid, non è stato possibile effettuare visite. L’utilizzo della telemedicina ha ricoperto un ruolo fondamentale, ma deve rimanere un supporto. Il rapporto fra medico e paziente, resta sacro. Noi dobbiamo aggiornarci continuamente. Tutto è diventato più veloce e purtroppo anche i tempi delle visite. La paura del contagio ha condizionato il nostro modo di vivere, ed anche il minimo sintomo, può mettere in allarme. Il nostro ruolo è quello di tranquillizzare il paziente e tramite spiegazioni semplici e rapide, cercare di essere presenti in ogni momento. Nel corso del tempo c’è stata una globalizzazione dell’arte medica. La formazione continua, è di estrema importanza. Non possiamo mai smettere di studiare. Lo facciamo per noi stessi e soprattutto per offrire sempre il meglio al paziente. Questo riconoscimento ha permesso di rivivere le emozioni del giorno di laurea. Ci sono stati tanti cambiamenti epocali, come quello della pandemia, le scoperte nella metodologia, nei mezzi di diagnosi. Tutto questo deve farci capire quanto sia fondamentale il nostro ruolo. La tecnologia può e deve essere d’aiuto. Il nostro impegno, soprattutto in questo periodo, è quello di proteggere le persone dalla disinformazione e dai personaggi poco raccomandabili in ambito medico”.