di Gianni Iuliano
Francesco Curci aveva per metà sangue braciglianese: la madre apparteneva alla famiglia Angrisani, che dal piccolo paese dell’alta valle del Sarno avrebbe svolto ruoli rilevanti non solo in tutto l’Agro Sarnese Nocerino, ma in tutta le Provincia e anche a livello nazionale con il Senatore Luigi Angrisani, parlamentare socialdemocratico per molte legislature e più volte Sottosegretario di Stato. L’altro zio di Francesco Curci, Antonio Angrisani, indimenticato direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti di Via Vernieri, era stato Sindaco di Bracigliano dal 1964 al 1970.
Erano quindi naturali i rapporti di Curci con la mia famiglia e con me che, giovane socialista, intraprendevo con animo ribelle i primi passi in politica.
Nel 1983 fu Carmelo Conte a volere in lista Curci per le elezioni politiche. Sistema proporzionale con preferenze multiple e collegio interprovinciale, Salerno Avellino Benevento, e Francesco 1 mese prima del voto ebbe un distacco di retina, per cui saltò la fase finale della campagna elettorale che comunque ebbe un esito positivo per il PSI e per lui che fu eletto deputato.
Le vicende interne del partito lo portarono alla rottura con il leader Conte e la svolta avvenne al Cinema Valle di Giffoni Vallepiana nel 1986, in una affollata sala, dove Curci tracciò una linea autonoma che fu seguita da molti di noi e lo portò alla rielezione nel 1987 e alla nomina a Sottosegretario ai Lavori Pubblici.
Francesco Curci oltre che stimatissimo primario neurologo fu apprezzato in politica per la sua umanità e la sua semplicità. Anche nei momenti più aspri dello scontro politico interno ed esterno gli fu sempre riconosciuta da tutti una dirittura morale e una capacità di dialogo non comune.
Nelle sue funzioni di Governo, ebbe riconoscimenti anche dalle opposizioni, e ricordo la sua soddisfazione quando riusciva ad ottenere l’unanimità su provvedimenti legislativi anche di una certa rilevanza.
Rieletto nel 1992 affrontò insieme a noi tutti quel buio periodo della sospensione della vita democratica in Italia, inaugurata dalla cosiddetta stagione di Mani Pulite.
Ricordo che si dannava al pensiero che un secolo di storia del partito socialista potesse concludersi per vicende di latrocini che riguardavano singoli individui e che colpivano soprattutto i partiti che avevano governato negli ultimi decenni.
E anche per lui cominciò il calvario di accuse infamanti e di procedimenti giudiziari, tutti col tempo finiti in bolla di sapone, ma che , come nel caso di Enzo Tortora, ne determinarono la malattia che lo portò alla morte il 13 settembre del 1996.
Sono trascorsi 20 anni, e il ricordo di Francesco Curci rimane indelebile fra la gente umile, nel cuore delle migliaia di pazienti che ebbe in cura senza mai l’ombra della venalità, fra i politici che lo rispettarono per le sue idee e per la sua azione limpida e cristallina.
Credo che sia giusto ricordarlo e rendergli omaggio per quello che ha fatto pwer tutti noi.