Pina Ferro
Era stato accusato di molestie, ingiurie, abuso di ufficio e stalking nei confronti di una soldatessa: colonnello dell’esercito assolto perché il fatto non sussiste. E’ la fine di un incubo per Antonino Palumbo, difeso dagli avvocati Gino Bove e Simona Gigante, all’epoca dei fatti Comandante del reggimento Cavalleggeri “Guide”. L’ipotesi accusatoria a suo carico era stata formulata da ben due Procure: Militare (2012) e penale. Presso la Procura Militare di Roma era stato descritto come un eclatante caso di stalking denunciato da una volontaria in Servizio Permanente ancora oggi in servizio a Salerno, mentre il Colonello era stato sostituito forzatamente in Comando durante la missione in Libano con un ordine perentorio dalle Autorità di Vertice dell’Esercito. Il procedimento era nato a seguito delle dichiarazioni della volontaria rese innanzi alle autorità militari ed al Giudice delle Indagini Preliminari ed in audizione dibattimentale avvenuta presso il Tribunale sia Militare di Roma sia Ordinario di Salerno. Secondo le accuse l’Ufficiale avrebbe dato sfogo, attraverso morbose azioni a sfondo erotico, particolari “attenzioni” nei confronti della sua subordinata, aggravati da comportamenti sempre più ossessivi e asfissianti, con quotidiani inviti a cena, oltre a decisioni pretestuose quali di trattenerla in ufficio oltre l’orario di servizio per rimanere da sola con lui, di vietarla di incontrare il suo allora fidanzato, di farsi portare il caffè durante i briefing tenuti con gli altri Ufficiali del Reggimento per farsi vedere da tutti che era “coccolato” oppure di farle pulire quotidianamente il proprio Ufficio poiché doveva comportarsi come una moglie.A fronte di tali dichiarazioni, il Giudice Dezio, evidenzia che le indagini preliminari “si sono rilevate assolutamente inidonee a fornire un pur minimo riscontro alla conferma delle accuse della volontaria pur prendendo atto che tale lacunosità sono state parzialmente colmante dagli esiti delle indagini difensive. L’Avvocato Gino Bove, ha raccolto decine di testimonianza che smentivanole dichiarazioni smontando tutto il quadro accusatorio. Pienamente innocente quindi, e, come la motivazione della sentenza rimarca in più passaggi, si sollevano oltremodo anche una serie di incongruenze nelle ragioni di una razionale coerenza logica – espositiva rispetto alla versione della vittima. Infatti il Giudice evidenzia che “La volontaria, in occasione dell’esame non è stata in grado di spiegare la ragione per la quale, nonostante le avances ricevute, avesse comunque interesse ad andare in missione all’estero comandata dall’imputato anziché profittare dell’allontanamento dell’uomo e della impossibilità di essere nuovamente destinataria di quelle attenzioni”.
Ad ogni buon conto, il Tribunale di Salerno, dopo una attenta ed analitica valutazione del quadro accusatorio, ha sancito uno scenario diverso e diametralmente opposto alle dichiarazioni rese dalla volontaria che non solo si sono rilevate intrinsecamente non attendibili ma la versione della vicenda riferita dalla stessa è risultata sotto molteplici profili smentita poiché tutti i soggetti che hanno reso dichiarazioni nel procedimento celebrato presso lo stesso Tribunale di Salerno non hanno confermato le accuse della soldatessa.
Dopo 5 anni e due sedi di procedimento alla vicenda è stata messa la parola fine.