Gaetano Tranchella, il brigante ucciso a ventiquattro anni in un’imboscata dell’esercito piemontese vicino a Eboli, venduto dai suoi mandanti. Tranghella, il suo vero cognome secondo le carte. Tranchella il ragazzo sfortunato, che perde il lavoro, perché l’esercito napoletano si dissolve. Tranchella, il brigante per antonomasia in tutta l’area del basso Sele, destinatario di una taglia record. Il giovane Tranchella schiacciato dai tanti doppi giochi di un prete lazzarone di Castelcivita, don Vincenzo. Gaetano, l’aitante giovanotto dalle tante storie d’amore. Tranchella che prega il nonno medico di un sindaco di Salerno, Ennio D’Aniello, di portare soccorso alla sua compagna Francesca che stava per partorire. Tranchella che ricompensa il coraggioso medico con una fornitura annuale di pregiati olii e formaggi. Storici e scrittori come D’Ambrosio e Melchionda sul di lui hanno costruito un’epica. Il mito di Tranchella ora conosce una nuova vita. “Casina Reale”, piccola azienda alimentare di Serre, proprio a lui ha voluto dedicare una linea di liquori, per ora grappa e amaro, ma altro ancora – vista la sua ricompensa al medico serrese – si sta studiando. Una rivincita per lo sfortunato ragazzo cresciuto in una povera famiglia di Serre, “epica” da Robin Hood oltraggiata dall’essersi affiancato a un prete a dir poco maneggione e criminale qual era don Vincenzo, da Castelcivita. Tipo strano il Tranchella, nella sua piccola banda hanno un ruolo di primo piano le donne, dalla madre Luigia Cannalonga che recluta il nucleo iniziale per finire a Francesca Cerniello, che ne cura la gestione.
A quasi 160 anni dalla morte eccolo diventare testimonial di un’agguerrita azienda alimentare. Capace sempre parlare sempre di sé il giovane caporale Tranchella. Eppure fu oltraggiato pure da morto. Una sua foto, l’unica che abbiamo di lui, gli fu scattata dopo la fucilazione, dove è insieme a due suoi altrettanto sfortunati compagni. La sua rivincita è ora quella di essere diventato il simbolo di uno dei filoni della ripresa di un paese dalla storia gloriosa legata a Persano e al suo cavallo ma da un presente oltraggiato dalla cronaca legata alle discariche dei rifiuti, ma che ha prodotto attive aziende per la distribuzione dei prodotti alimentari in tutto il sud Italia.
Oreste Mottola