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Caivano e i caimani

Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo
3 Settembre 2023
in Ultimora
Reading Time: 4 mins read
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Caivano e i caimani
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di Salvatore Memoli

Su Caivano i nuovi caimani della politica italiana si sono dato appuntamento. Due persone diverse tra loro ma tanto simili nell’approccio con la comunicazione e gli effetti elettorali. Meloni e De Luca sono i nuovi caimani, la vittima di turno è Caivano!
Conosco Caivano , per simpatia per P. Patriciello e per avere in quella città degli amici. La città storica non è male ed ha anche un suo fascino. I guai stanno nei quartieri della 167, nel Parco Verde, nella deportazione di massa di nuclei familiari, in complessi edilizi che sono nati mostri. Quelli di oggi sono guai prodotti ampiamente previsti nel passato, siamo sulla stessa linea di Secondigliano. Qui la gente deve mangiare e dormire, per  il resto si deve spostare nei centri di Napoli e ed hinterland dove lavora o ha interessi diversi. Complessi edilizi, cemento su cemento, che fanno paura, che spersonalizzano, che fanno massa informe, dove la cultura s’identifica con la sottocultura, la religione è superstizione o feticcio, l’istruzione di quattro ore al giorno, quando è fatta bene, non copre le altre venti ore di incontrollato far west.
Il sesso, quello rubato, quello trasgressivo, quello violento, ha un’anticamera nella cultura (ops sottocultura)di un machismo che vuole il maschio conquistatore e la femmina sottomessa e vinta! È un antidoto alla noia ed alla mancanza di cose da fare.  Questo sesso è una sfida per chi avrebbe capito le leggi del marciapiede, a cui sottrarsi vuol dire essere ritenuto vigliacco.  Andate a metterlo nella testa delle bande che si sentono dominatrici dei quartieri dormitori e degli spazi dismessi e abbandonati
dove consumare una sessualitá fisica disgiunta da qualsiasi valore etico e morale.
Queste sono le idee applaudite e conosciute, il resto sono convenzioni che sfuggono a definizioni accettabili, per questa gente!
De luca ha centrato ancora una volta la sua analisi. Ovviamente difetta nella terapia!
Che cosa ci potevamo aspettare?
Dunque parlare di Caivano come  un luogo di socialità difficile è un eufemismo. Tutti gli sforzi ( sono tanti!) di gruppi sociali, partiti, chiesa, etc sono visibilmente sproporzionati per difetto.
Ora sono arrivati Meloni e De Luca! Ne prendiamo atto ma qualche riserva esiste ed anche pesante! Entrambi hanno ragioni e torti da vendere. Che Meloni sia venuta a Caivano non mi fa esultare. Un Premier che non fa spettacolo sa cosa fare da Roma. Manda i suoi Ministri dell’istruzione, degli Interni e del Lavoro che attuano un piano sinergico d’interventi come richiede il caso. Il resto è accrescimento di popolarità! Ha sbagliato anche Patriciello ad invocare la sua visita. La prospettiva è quella d’invocare il capo quando i figli non fanno il loro dovere. Metodo sbagliato.
A che serve? A Caivano vanno ristabilite  le regole, per farlo non occorre un summit del Capo del Governo. Occorre che i Ministri interessati con i loro Direttori Generali ed i loro apparati facciano il loro dovere e sorveglino non autoritariamente ma effettivamente con provvedimenti e risorse per far funzionare ciò che dipende da loro.
Quanto a De Luca ha visitato Caivano per dovere istituzionale, se mancava pagava pegno. Ma De luca conosce che cosa serve ancora a Caivano, dopo quello che in piccole e buone dimensioni, ha fatto il suo Governo Regionale. Perchè non ha fatto il resto e perchè non ha un piano preparato che stabilisca cosa e quando fare ancora per il bene di una comunità di circa 40.000 abitanti?
Il tipo d’intervento atteso non è fatto di quantità di cose ma di qualità delle istituzioni presenti che evidentemente sono impari al fabbisogno.
Ora tutti ricorrono al “poliziotto di quartiere”. Ma che cosa può fare un poliziotto se i suoi codici non solo non sono conosciuti ma non sono condivisi dalla maggior parte delle persone? Ed infine si può con l’uso della forza ottenere il risultato di un cambio di mentalità?
Meloni e De Luca lo sanno che la loro visita non lascerà che amarezza in tutti e poi delusione. Purtroppo certe scelte sovraniste di essere presenti hanno lontani riferimenti. Chi ha dimenticato Pertini sul luogo a Vermicino dove Alfredino Rampi cadde in quel pozzo? Che beneficio ne ebbero tutti, soprattutto gli addetti ai lavori? Intralcio.
Il copione esige queste scelte non i territori. I territori hanno una capacità di sentire la solidarietà istituzionale e la condivisione attraverso atti concludenti. Il resto serve ad altro. Se Meloni voleva dimostrare la sua efficienza, De Luca non le ha concesso la scena, con la sua riverente presenza che ha avuto più contenuto politico chiedendo un controllo palmare di un territorio notevolmente difficile e condannando la cultura di Gomorra che in buona sostanza è condanna di quella parte di cultura radical chic della sinistra campana.
Entrambi avrebbero portato a casa risultarti elettorali: De Luca non ha permesso di offendere più di tanto un territorio sotto il dominio culturale della sinistra e Meloni è entrata da destra in una crisi di governo territoriale della sinistra.
D’altra parte se n’è accorto anche don Patriciello: ” Gli amici di sinistra non mi perdonano di aver chiamato la Meloni…”. Vediamo chi la spunta in questa lotta che mi ricorda don Chisciotte!
A Caivano lo sanno tutti che hanno a che fare con i nuovi caimani ma fanno finta di niente. Il tempo ed i fatti diranno chi è più caimano ovvero chi la stessa Caivano ha accoppato come caimano.

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Tommaso D'Angelo

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