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Architetto Gaetano Izzo: Scandalo delle cave: business illegale con l’apporto degli uffici della Regione Campania

Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo
3 Settembre 2023
in Ultimora
Reading Time: 3 mins read
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Architetto Gaetano Izzo: Scandalo delle cave: business illegale con l’apporto degli uffici della Regione Campania
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di Michelangelo Russo
Dopo i fulmini dell’Anticorruzione Nazionale su Porta Ovest, abbiamo contattato l’architetto Gaetano Izzo, dirigente in pensione da poco dell’ex Genio Civile regionale. Anni fa fu il coraggioso funzionario che denunziò lo scandalo dell’uso illegittimo delle cave, devastanti il paesaggio, che proseguiva nonostante i divieti. L’architetto Izzo, che vive ad Eboli, ha letto il nostro articolo del primo settembre. Gli chiediamo il valore delle rocce estratte dai tunnel di Porta Ovest, che, come dice l’Anticorruzione, hanno fatto salire il prezzo dell’appalto per il loro smaltimento, che si assume come imprevisto come imprevisto per quantità nel progetto dell’opera. “Il materiale roccioso estratto da qualsiasi perforazione è materiale di pregio economico”, dice l’architetto, “e non è materiale da discarica”. Il prezzo, grosso modo, è di dodici euro al metro cubo. Il volume complessivo estratto è quindi sempre, sulle grosse quantità, un bel gruzzolo. Un lavoro grande di perforazione finisce con l’essere una sorta di vera e propria cava. Mandare dunque in discarica materiale pregiato mi sembra un’incongruenza. A parte il fatto che il luogo di sversamento di questo materiale dovrebbe essere ufficialmente catalogato come discarica”. Dodici anni fa l’architetto Izzo, nelle sue funzioni, accertò una cosa incredibile. “Nelle mie ispezioni, mi accorsi, e relazionai ai superiori, di una anomalia. Le cave a cui era scaduta l’autorizzazione regionale alla coltivazione, quasi tutte, continuavano a scavare. Il motivo? Il Genio Civile, a cui lo scavo abusivo veniva comunicato, provvedeva a intimare il fermo, imponendo alla ditta il ripascimento della devastazione ambientale fatta abusivamente. E così la cava proseguiva l’estrazione col pretesto del ripascimento in corso. “Ora” prosegue l’architetto “questa pratica del Genio Civile era del tutto illegale. Perché la ditta che aveva scavato abusivamente aveva perso, per legge, la legittimazione tecnica. C’è tutto nella legge di Polizia Mineraria della Regione Campania (analoga alle altre). Insomma, è come dare al ladro dell’auto l’uso della vettura rubata. Ma c’è ancora di più. Il ripascimento andava curato dalla Regione usando i soldi della fideiussione che, per legge, le cave devono dare per operare. Insomma, un business illegale con l’apporto degli uffici della Regione Campania. Quando denunzia la cosa alla Direzione del mio ufficio, inspiegabilmente l’incarico ispettivo mi fu revocato. E allora denunziai tutto alla Procura. Il processo di primo grado durò otto anni. La consulenza tecnica diede pienamente ragione alla mia denunzia. Quindi il fatto era vero. Ma il Tribunale assolse l’imputato perché praticamente il PM, a suo dire, aveva sbagliato persona da sanzionare. E comunque il reato si sarebbe prescritto dopo qualche mese, tanto che la Procura Generale non fece impugnazione. Nel mio ufficio subii una serie di segnali che dopo qualche tempo mi indussero ad andare a Napoli”. Qui termina, con l’amarezza di un funzionario ineccepibile, il quadro della situazione della filiera delle cave. Abbiamo già detto, ripetutamente, di fronte alla vocazione della Regione Campania a bucare le montagne con la giustificazione della necessità di migliorare i trasporti, che i buchi nelle zone ad alta protezione ambientale ed idrogeologica sono un pericolo per l’ecosistema. E creano cave alternative per l’industria del cemento. Quando si progettano opere titaniche come il Masterplan della Costa da Agropoli a Salerno, l’abbaglio dell’impatto estetico e funzionale delle barriere con milioni di metri cubi di massi, e pennelli, e porticcioli, a parte tutti i dubbi sulla utilità di queste opere (il mare, sulla spiaggia dei lidi Eureka e Sea Garden, si è già mangiato totalmente il ripascimento fatto appena tre anni fa), chiaramente fa porre una legittima domanda. Ma da dove questo progetto titanico pensa di prendere l’immensa massa di rocce e massi che serviranno?
Ma fa che occorre bucare le montagne vicine, visto che le cave hanno difficoltà di autorizzazione, per trovare i massi da 12 euro al metro cubo? Questa storia non finisce con questo articolo. Siamo appena all’inizio.

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Tommaso D'Angelo

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