Io manager della solidarietà. Lidia Di Paolo: “Offriamo un sorriso ad anziani soli” - Le Cronache
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Io manager della solidarietà. Lidia Di Paolo: “Offriamo un sorriso ad anziani soli”

Io manager della solidarietà. Lidia Di Paolo: “Offriamo un sorriso ad anziani soli”

di Antonio Manzo
La signora Rosa ha 101 anni e ti premette subito al discorso: . dice indicandoti con il sorriso l’amplificatore che diffonde note della musica della Tarantella monteranese, meglio conosciuta come la zeza. E ripete contenta Mascarà mascarà me n’a fatto n’ammorà, accompagnando con la voce le parole della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Sorride, la signora Rosa, accarezza mani e ti anticipa ogni tentativo di avviare il discorso dicendoti subito “io conosco la strada” quasi come se volesse invitare le persone a lasciarla andare fuori, nel giardino a godere le prime giornate di un sole a intermittenza. Basta guardare il triangolo della solidarietà tra Lioni, Villanova del Battista e Nusco per rendersi conto di come braccia solo italiane, senza alcun riferimento razziale, dedicano il loro lavoro e il loro affetto nell’Italia anziana, senza più bambini che nascono in paesini con poco più di 1.000 abitanti. E così, guardano da vicino le decine di anziani soli ospitati dalle case-comunità ti rendi conto degli effetti dello spopolamento e delle immagini di una società che invecchia. Ci sono i giovani chiamati Oss che hanno trovato pene per il loro futuro accompagnando con amore la lunga vita di molti anziani. Qui non ci sono badante stranieri. Lavorano tutti giovani del posto, mentre la sanità pubblica. Nel triangolo della solidarietà ci sono attrezzate case famiglia ben organizzate, strutture ben curate e dove hanno trovato lavoro in cooperative sociali giovani infermieri mentre la sanità pubblica scarseggia di risorse umane per garantire dignitosi servizi domiciliari a paesini sempre più popolati di vecchi. Si chiama Lidia Di Paplo, ha 55 anni, e tutti la conoscono come una manager dell’assistenza che accoglie in diverse strutture anziani, spesso non autosufficienti. L’ultima casa-comunità è stata inaugurata a Lioni ed è stata benedetta dal vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi don Pasquale Cascio che arriva da Castelcivita, un minuscolo paesino della provincia di Salerno in via di estinzione demografica: lui conosce bene il dramma di anziani che restano soli nella vita per i figli che sono immigrati e nipoti che studiano o lavorano altrove. In una casa-comunità le famiglie assicurano l’ospitalità agli anziani, spesso non autosufficienti, qui nel triangolo della solidarietà trovano lavoro decine di giovani tutti italiani, perché le badanti spesso non convengono. Qui nei paesini che si spopolano, in mancanza di strutture pubbliche ci si rivolge alle case comunità. Kevin, giovanissimo infermiere oss, di Castelfranco è impegnato in una casa-famiglia. .
Girando in questi angoli del triangolo della solidarietà ti accorgi dell’anima che c’è nell’apparente freddezza del Pnrr, un welfare della terza età perché lo Stato dia poche indicazioni e assecondi le buone pratiche che esistono a livello locale. Come avviene nel triangolo della solidarietà: Villanova del Battista, Lioni, Nusco.