Rampulla: «Ormai sono salernitano d’adozione» - Le Cronache
Salernitana

Rampulla: «Ormai sono salernitano d’adozione»

Rampulla: «Ormai sono salernitano d’adozione»

di Enzo Sica
SALERNO – Ormai è un salernitano acquisito ed il suo lavoro come preparatore dei portieri della Salernitana è stato davvero apprezzato in questo anno e mezzo nella squadra granata. Per Michelangelo Rampulla, 61 anni ad agosto, un passato importante di portiere di squadre di calcio tra Varese, Cremona, Cesena e soprattutto Juventus, la chiamata della Salernitana da parte del diesse di allora Walter Sabatini, nel mese di febbraio dello scorso anno, fu accolta dallo stesso Rampulla con grande entusiasmo. «Visto che mi sono sposato e vivo con mia moglie Rita dal 2018 a Paestum quella telefonata per allenare i portieri mi fece davvero piacere. Conoscevo, oltre al direttore, anche Stefano Colantuono responsabile del settore giovanile granata, avevo lavorato con Lippi in Cina fino al 2019 ma non mi sarei mai aspettato questa enorme opportunità che mi fu data di collaborare con la Salernitana»
Anche in un momento in cui quella squadra era in una grande difficoltà e in una difficile posizione di classifica?
«Certo però che dal mio arrivo a Salerno ho sempre pensato che si sarebbe salvata. Per natura sono ottimista, forse anche fortunato perchè ho vinto tanto nelle squadre in cui ho militato ma la speranza di vedere quella Salernitana cui il direttore dava un 7% di possibilità di salvezza era fondata. E alla fine è stato così»
Quanto ha influito secondo lei l’apporto del pubblico sul rendimento della squadra granata e sulla prima salvezza?
«Direi molto. Guardi credo di aver girato moltissimo negli anni in cui giocavo, di aver visto tante tifoserie ma come quella di Salerno è difficile trovarla. Sono eccezionali, ti danno la spinta che una squadra vuole per raggiungere anche traguardi insperati»
Come quello di quest’anno, della seconda consecutiva salvezza in serie A?
«Questo è stato un anno direi speciale. La squadra ha davvero bruciato le tappe, ha dimostrato di volere la salvezza e ci è riuscita in maniera brillante»
Ma cosa è successo con l’ex tecnico Nicola che pure aveva salvato la squadra lo scorso campionato e si è trovato in grande difficoltà?
«Sono i misteri del calcio che non riusciamo a capire. Siamo partiti bene, eravamo in una buona posizione di classifica. Poi la sosta di oltre un mese e mezzo per i mondiali, ci sono state delle difficoltà che purtroppo non sono state superate. Va anche detto che molti calciatori arrivati dall’estero per assestarsi nel nostro campionato hanno bisogno di tempo. Ne hanno avuto davvero poco con un adattamento che è arrivato, poi, con il passare delle giornate»
E l’arrivo di Paulo Sousa in panchina è stato determinante, poi, per questa salvezza?
«Beh i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Anche fuori casa questa Salernitana ha fatto bene. Merito di Sousa che si è calato in questa realtà nel miglior modo possibile raggiungendo qualcosa di eccezionale come la seconda salvezza consecutiva»
Anche l’arrivo di Ochoa tra i pali, per lei che allena i portieri, è stato determinante. Non crede?
«Memo è un fuoriclasse. Un calciatore che disputa 5 mondiali con la sua nazionale a 35 anni non può che essere un campione. Ho avuto modo di constatarlo nel corso di questi mesi in cui l’ho allenato. Un portiere con la P maiuscola ma mi consenta di dire che anche Sepe e Fiorillo sono estremi difensori di grande rendimento. E credo davvero che il livello dei nostri portieri sia davvero molto alto»
Ma Ochoa ha saputo che lei è stato il primo portiere italiano a segnare un gol su azione nel lontano 1991?
Ride Rampulla poi dice: «Sì penso che glielo abbiamo detto, ma parliamo di tanto tempo fa e in quella gara  Atalanta – Cremonese il mio gol permise alla Cremonese di pareggiare il gol iniziale degli atalantini»
Oggi invece in questa Salernitana il portiere può rimanere tra i pali visto che ci sono attaccanti di grande peso che possono decidere le gare?
«Certamente l’esplosione di Dia è stata eccezionale. Si è adattato alla squadra, ha cercato sempre di dare il massimo così come Candreva, Mazzocchi, lo stesso Fazio che purtroppo si è infortunato ed è fuori da qualche mese e tanti altri ancora. Diciamo che tutti si sono allenati con grande scrupolosità cercando di non deludere le aspettative di una società che ci è stata sempre vicino e di questa tifoseria da elogiare»
Il futuro di Michelangelo Rampulla è nella Salernitana?
«Spero di sì, come dicevo inizialmente, visto che mi sento salernitano a tutti gli effetti abitando a Paestum. Con Paulo Sousa abbiamo giocato insieme per due anni nella Juventus. Abbiamo vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una Champions. Davvero tanto e anzi consentitemi di dire che il suo contributo è stato fondamentale e determinante per questa Salernitana che si è salvata con anticipo».