Il bilancio consuntivo 2022: per favore, non illudete i cittadini - Le Cronache
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Il bilancio consuntivo 2022: per favore, non illudete i cittadini

Il bilancio consuntivo 2022: per favore, non illudete i cittadini

di Alfonso Malangone*
Il prossimo Consiglio Comunale sarà chiamato a votare il progetto del Bilancio Consuntivo 2022 approvato dalla Giunta in data 28/04 scorso. Il documento è accompagnato da una sorprendente quantità di elaborati esplicativi e dimostrativi con la evidente finalità di favorire una conoscenza approfondita della situazione finanziaria dell’Ente. Tutto questo è certamente lodevole, anche se è ben noto che ‘verità’, ‘certezza’ e ‘realtà’ dei documenti non dipendono dalla quantità della carta su cui sono scritti, ma da puntuali attività di rilevazione, registrazione e quantificazione dei fatti gestionali da parte degli Uffici preposti. E’ importante precisare, subito, che il Consuntivo in delibera chiude con una contrazione del Disavanzo di Amministrazione a € -162,3 milioni dai -169,9 di fine 2021 (fonte: Bilanci). La differenza di € 7,7 milioni corrisponde alla quota di rientro concordata con il Governo per arrivare, entro il 2044, all’azzeramento integrale del Disavanzo. A fine 2023, dovranno essere recuperati ulteriori € 18.589.969,62 (fonte: contratto Aiuti) e, per questo, sappiamo già che ci sono da affrontare sacrifici importanti per aumento Irpef, addizionale di imbarco, altri tributi, fitti, canoni e che saranno venduti molti beni del nostro Patrimonio. Intanto, a leggere bene il Bilancio da deliberare, sembra che il risultato conseguito sia stato favorito anche da una mirata manovra contabile. Per chiarire, è importante ricordare che l’entità del Disavanzo dipende dal saldo tra Cassa + Residui Attivi – Residui Passivi – Fondi rischi e che con l’operazione di riesame dei crediti e dei debiti, in termine tecnico ‘riaccertamento’, è possibile far crescere o decrescere lo sbilancio. Ora, a seguito delle rettifiche dei Residui approvate dalla Giunta con delibera n. 105 del 19/04 scorso, il saldo è stato notevolmente incrementato, fino a € 315.438.438,14, grazie al massiccio ridimensionamento degli impegni di spesa, per € -111,8 milioni, a fronte di una minore modifica dei crediti, per € -39 milioni, quale differenza tra la ‘cancellazione’ di vecchie partite ritenute irrecuperabili, per € 59 milioni, e la registrazione di nuove, per € 20 milioni (fonte: Residui). In questa sede non è opportuno approfondire le voci di spesa eliminate e, cioè, quali progetti o servizi siano stati ridimensionati. E’ importante, invece, precisare che i nuovi crediti per € 20 milioni sono portati in massima parte da cartelle emesse per recupero Multe, Imu, Tari, nelle quali sarebbero presenti molti errori, come riconosciuto dalla stessa Assessora al Bilancio, a causa della ‘non affidabilità’ degli elenchi. E, allora, se lo stesso Ente ha ammesso gli ‘abbagli’: “come mai sono stati inseriti in Bilancio partite dubbie, anche con la certificazione dei Revisori”? Cioè: “siamo sicuri che il documento sia ‘certo’, ‘vero’ e ‘reale’?Ad integrazione ‘contabile’ di tale operazione, proprio il giorno 30/12, la Sistemi Salerno Holding ha deliberato la distribuzione straordinaria a favore del Comune di fondi per € 4.200.000 prelevati dalle Riserve del Patrimonio Netto (fonte: Holding). Così, grazie ad una operazione probabilmente ‘richiesta’, salvo gradite smentite, i Residui Attivi sono stati aumentati per lo sesso importo proprio prima del brindisi di fine anno. In definitiva, ben € 24,2 milioni di nuovi crediti sarebbero frutto di registrazioni potenzialmente cancellabili, sia pure in parte, con conseguente eliminazione dei relativi incassi. Che fa? A fine anno, la loro funzione l’hanno svolta. Altre cose potrebbero essere dette, ma ci sarà tempo, in futuro. Quello che si può sottolineare, adesso, è che i dubbi sul documento sembrano trovare conferma nelle parole dei Revisori. Ben due pagine della loro Relazione sono state utilizzate per elencare “irregolarità non sanate, rilievi, considerazioni e proposte” (fonte: Relazione, pagg. 34-35). Inizialmente, sono messi in evidenza 12 punti critici, a cominciare dalla “attendibilità delle risultanze della gestione, dei risultati economici e finanziari, dei valori patrimoniali”. Cioè, non sarebbero affidabili. E, allora: “perché non si dice ‘in cosa”? Poi, c’è il dubbio sulla congruità dei Fondi rischi. E, allora: “perché non si rettificano”? Infine, tra le altre, c’è l’esortazione a rispettare le disposizioni contenute nel piano di rientro concordato con il Governo per il ripiano del Disavanzo. Cioè, a loro dire, le rilevazioni non sono conformi. E, allora: “perché le irregolarità non si denunciano”? Ci sono, poi, ben 19 ‘raccomandazioni’ che spaziano dall’attività di organizzazione a quella di programmazione fino a quella di controllo con riferimento ai rapporti finanziari, alla gestione del personale, all’indebitamento commerciale e alla gestione della progettazione a valere sui fondi PNRR. C’è di tutto, davvero. Però, alla fine, il giudizio è favorevole. Mah: “qualcuno può dire in cosa consista l’attività di revisione”? Perché si potrebbe pure pensare che questi rilievi siano fatti solo ‘a futura memoria’ per evitare responsabilità. Quasi a dire: “noi comunque lo avevamo detto”! Sarebbe opportuno un chiarimento, perché così resta insoddisfatta l’esigenza di un’informazione chiara, trasparente ed aderente alla realtà. Su questo, tuttavia, qualcosa si può pure dire, sempre leggendo i numeri e facendo salvo ogni errore.
In effetti, nonostante il rientro dichiarato, non sembra sia migliorata la finanza dell’Ente, perché la riduzione dei debiti a € -503,2 milioni, ex -539,9, è compensata in parte dall’aumento dei Risconti Passivi per fondi incassati, ma non di competenza, per € 23,1 milioni. Non solo. Nell’anno si abbassa paurosamente, al 59,4%, la quota degli incassi effettivi su quelli preventivati a causa di riscossioni per solo € 131,3 milioni sui 221,1 accertati per i primi tre titoli di Bilancio, quelli delle Entrate proprie. Cioè, manca il 40%, forse il risultato peggiore in assoluto. Va aggiunto che non si trova in Bilancio, salvo errore, la tabella degli incassi sui servizi a domanda tra cui, si sa, ci sono le mense e i trasporti scolastici. Una assenza inammissibile (fonte: art. 243/2 Dlgs 267/2000), anche perché il piano di rientro prevede il puntuale rispetto delle previsioni di copertura. Se il risultato dichiarato fosse davvero frutto di ‘acrobazie’ contabili, ci sarebbe poco da festeggiare. Anzi, ci sarebbe da essere preoccupati. E, se proprio vogliamo dire, anche amareggiati. I cittadini sono chiamati a fronteggiare squilibri di cui non hanno responsabilità. Illuderli, sarebbe davvero grave e profondamente ingiusto.
P.S.: i dati riportati sono stati acquisiti da fonti pubbliche disponibili sul web. Si fa salvo ogni errore di rilevazione e interpretazione.
*Ali per la Città