Amianto al porto di Salerno, Ona chiama in causa l’Autorità Portuale: il contenzioso - Le Cronache
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Amianto al porto di Salerno, Ona chiama in causa l’Autorità Portuale: il contenzioso

Amianto al porto di Salerno, Ona chiama in causa l’Autorità Portuale: il contenzioso

di Erika Noschese
In Campania l’amianto ha provocato, soltanto nel 2022, più di 600 decessi (100 per mesotelioma, 200 per tumore polmonare, 300 per le altre patologie asbesto correlate come tumori del tratto gastro-intestinale, asbestosi, ispessimenti pleurici, etc.), e migliaia di nuovi malati, decine di migliaia i decessi per altri agenti cancerogeni. Dati allarmanti emersi dal convegno organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, “La lotta contro l’amianto riparte dalla Campania”, tenutosi ieri mattina presso il Salone dei Marmi a Salerno. A snocciolare i dati il presidente dell’osservatorio, l’avvocato Ezio Bonanni: «ci sono stati siti, come quelli della scoibentazione delle carrozze ferroviarie o produzioni di cemento amianto, coma a Volla, i cantieri navali dove l’amianto ha avuto un uso ubiquitario, senza prevenzione e protezione, dunque senza dotazione di maschere protettive, per cui coloro che sono stati esposti sono destinati ad ammalarsi e siccome i tempi di latenza raggiungono anche i 50 anni, è evidente che – siccome le esposizioni sono state molto elevate, soprattutto negli anni ’90 – quantomeno fino al 2050 ci saranno casi di tumore legato all’amianto, non ancora inseriti nella lista uno dell’Inail – ha dichiarato il presidente Bonanni – Abbiamo prove certe rispetto a questi tumori ma per gli altri cancri c’è ancora un’incertezza, come per colon, stomaco e faringe: l’amianto è un killer che provoca l’80% dei casi di malattie professionali in Europa». Al momento, in provincia di Salerno non ci sono dati specifici: in Campania è fermo il registro mesoteliomi, i dati dell’Ona invece identificano il centro dell’esposizione, del rischio e dei danni a Castellamare, Volla, Avellino ma anche a Salerno, legati al porto così come i siti relativi alla provincia di Salerno. «Per i marittimi impegnati in attività navali civili e militari c’è un grosso rischio, l’amianto è utilizzato in marina militare, con navi commerciali e marina militare», ha aggiunto l’avvocato Bonanni, annunciando che per quanto riguarda il porto di Salerno c’è un contenzioso giudiziario con l’Autorità portuale e sarà la magistratura a doversi pronunciare mentre in altre zone della Campania è stata certificata la prolungata e non tutelata esposizione all’amianto, dunque il diritto all’indennizzo Inail e al risarcimento del danno. Nella regione sono tante le attività economiche in cui negli anni i lavoratori sono stati esposti all’amianto. Tra queste cemento-amianto, cantieristica navale, industria metallurgica, edilizia, portualità e trasporto marittimo, rotabili ferroviari, trasporti terrestri e aerei, riparazione e commercio di autoveicoli e ricambi, difesa militare, agricoltura e industria tessile. Tra gli insediamenti produttivi a maggior rischio ricordiamo Eternit di Bagnoli per l’industria del cemento-amianto (dismessa nel 1986), Italsider di Bagnoli per il settore metallurgico, Fincantieri, Sofer di Pozzuoli, Avis di Castellammare di Stabia, Firema di Caserta e Grandi officine delle ex Ferrovie dello Stato di Santa Maria La Bruna per la produzione e manutenzione di rotabili ferroviari. Gli ultimi dati disponibili (2018), parlano di 3 nuovi siti industriali con amianto, di 85 edifici pubblici, 955 edifici privati e 3043 coperture in eternit. In totale 4000 strutture. Le bonifiche, però, sono ancora in ritardo. Altra forte criticità è la mancanza di discariche destinate a ricevere materiali con amianto e di impianti di inertizzazione dell’asbesto e l’inattività del Cor, il Centro operativo regionale che registra i casi di mesotelioma. Dopo la lettura di una nota del Sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, che ha dichiarato “credo che il tema dell’amianto sia una delle più importanti questioni complesse dei giorni nostri, sia per quanto concerne la tutela della salute che per la ricaduta economica. Dopo alcuni decenni è necessario mettere in campo politiche più incisive per l’eliminazione di questo materiale dall’ambiente e misure tese ad incentivare ed abbattere i costi per lo smaltimento. Questa vicenda ha un grosso impatto sociale e va affrontata a tutti i livelli istituzionali poiché il rischio di malattie da amianto è ancora molto elevato”, l’incontro è stato presieduto dal Presidente Ona Bonanni che ha sottolineato: “la nostra associazione oramai viene considerata da molti una Best practice da seguire in tanti altri campi. Per me che ne sono stato fondatore è emozionante constatare quanto la battaglia contro l’amianto che abbiamo messo in campo sia iconica della battaglia contro sostanze pericolose, cancerogene usate a volte senza nemmeno conoscerle. Per noi tutti l’obiettivo da conseguire è lo sviluppo integrale della persona umana”. Il vicepresidente della Regione Campania e assessore regionale all’Ambiente, On. Fulvio Bonavitacola, sull’argomento ha dichiarato: “la bonifica delle strutture con elementi costruttivi in amianto è da anni alla primaria attenzione dell’amministrazione regionale. Nel 2018 abbiamo anche promosso un bando destinato ad enti e soggetti pubblici per favorire la decontaminazione da amianto da edifici pubblici o di uso pubblico, come scuole, strutture sanitarie, alloggi precari etc. Uno degli interventi più significativi in materia di amianto riguarda la bonifica del sito Ex Isochimica di Avellino, con un intervento che quota circa 17 milioni di euro. Utilizzeremo il nuovo ciclo di fondi europei per dare un ulteriore impulso agli interventi di decontaminazione da amianto in tutto il territorio regionale”. A seguire l’intervento dell’Assessore alle Politiche sociali e giovanili del Comune di Salerno, Paola De Roberto che ha evidenziato che “il problema amianto a 30 anni dall’entrata in vigore della legge che lo ha messo al mando, risulta essere ancora, purtroppo, un grave problema, soprattutto per la salute, in quanto le patologie gravi ad esso correlate, tra cui in particolare il mesotelioma, si manifestano dopo molti anni dall’esposizione. Quindi non dobbiamo abbassare la guardia e combattere. Ben vengano sistemi di monitoraggio che mantengano un faro acceso sulle esposizioni e giornate studio come quella di oggi. Inoltre sono ancora troppi gli edifici sia pubblici che privati che non sono stati bonificati. La regione Campania ha investito tante risorse per la rimozione e smaltimento, ma c’è ancora tanto da fare. È necessario anche un intervento nazionale che supporti anche le spese del rifacimento delle coperture, per esempio”. Sono intervenuti, inoltre, l’On. Piero De Luca, il Presidente emerito dell’Ordine degli Avvocati, Americo Montera, e gli avvocati Marcello Mascolo, Marco Siniscalco e Stefano Salimbene, che hanno fatto il punto sulla nuova giurisprudenza sul tema amianto. È stata quindi la volta del segretario generale Asso.Impre.Di.A, Alberto Patruno e del professore di medicina legale dell’università degli Studi del Sannio – Benevento, Giuseppe Vacchiano che ha rilevato che “il lavoratore, se esposto ad eventuali condizioni di pericolo merita d’essere adeguatamente tutelato e, purtroppo, non sempre questa tutela viene assicurata. Un tale impegno è però particolarmente difficile da realizzare per i lavoratori esposti all’amianto in quanto la patologia amianto correlata è particolarmente complessa, insidiosa, multiforme, cronologicamente non definibile. Occorre pertanto potenziare non solo le misure di prevenzione, ma affiancare ad esse soprattutto quelle di protezione dei lavoratori”.