Nunzia De Falco: L’oro di Napoli - Le Cronache
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Nunzia De Falco: L’oro di Napoli

Nunzia De Falco: L’oro di Napoli

Questa sera, alle ore 19,30, negli spazi del Next di Paestum, il soprano salernitano, in duo con il pianista Carlos Parreira, ospite dall’Associazione AthenaMuse spazierà dal repertorio lirico al repertorio napoletano, proponendo al pubblico la sua nuova linea di recherche musicologica

Di Olga Chieffi

Dopo il taglio del nastro delle “Serate in Musica” al Next di Paestum, promosse dall’Associazione AthenaMuse presieduta da Luciano Ceriello e diretta dal pianista Joao Carlos Parreira Chueire, che ci accompagneranno fino al 7 maggio, stasera, alle ore 19,30 sarà il momento del canto, affidato al soprano Nunzia De Falco in duo con Carlos Parreira. Nunzia De Falco, la quale accanto alla carriera artistica, ha sempre affiancato la ricerca musicologica, ha indirizzato la sua analisi sul repertorio napoletano segreto e, in questo particolare momento, alle serenate e al linguaggio della donna alla finestra. I luoghi comuni e le sonorità chiave che si rincorrono sul repertorio della tradizione partenopea, nella ricezione comune, si rifugiano troppo spesso nelle solite melodie note, che fanno risuonare nella mente quelle cartoline di fine Ottocento e del secolo breve. Stasera, invece le melodie indicheranno gelosie aperte, semichiuse, attenzione al padre, finestre serrate, sguardi  e gesti rubati. Così, nell’inanimato e semibuio vicolo o strada o androne di un portone, fra un miagolìo o il guizzo di un gatto impaurito o innamorato, le melodie si diffondevano per giungere alle orecchie della donna agognata, e anche per avere testimoni i vicini di una richiesta o anche di un rifiuto. Dato il carattere intimo della serenata, ben pochi si avvicinavano al gruppo dei sonatori per non rompere l’incantesimo della cerimonia, ma soprattutto per rispettare la riservatezza. Un mancato gradimento di certe effusioni, un atteggiamento refrattario molto significativo della donna potevano condannare al ridicolo l’aspirante amoroso, per cui veniva scoraggiato ogni tentativo di curiosità. Serio risentimento provocava la ripulsa dell’interessata alle intenzioni galanti del pretendente ed era raccomandata molta cautela per evitare reazioni all’insistenza di uno spasimante che non temeva le conseguenze delle sue “azioni punitive” apriva le finestre e scaricava sul concertino un catino non soltanto di acqua. Le tre pagine musicali dedicate da Nunzia De Falco a questo tema, saranno “La conocchia” di Gaetano Donizetti, con la donna in finestra intenta a filare nell’attesa che passi il suo uomo e potersi affacciare rompendo abilmente il filo, “A stella mia” di  G.Capone e “Fenesta mia” di G.Napoli. Aria di “sortita” della De Falco sarà, invece, Canzona Marinara, composta da Gaetano Donizetti nel 1835, conosciuta ai più con il suo incipit “Me voglio fa’ na casa”, dedicata al celebre basso Luigi Lablache. Quindi, si passerà al repertorio lirico con “Porgi amor” uno dei punti salienti de’ “Le Nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart.  E’ l’aria di sortita della contessa, la quale versa in uno stato di disperazione sottolineato dalle parole “Duolo” e “Sospir”. Passaggio a “La serva padrona” di Giovanni Battista Pergolesi per l’aria  astuta e venata di finta malinconia “A Serpina penserete”, una di quelle situazioni drammaturgiche per esprimere quell’umorismo che è la quint’essenza degli intermezzi dell’opera italiana. Si procederà, dopo la sessione napoletana, con Nunzia che darà voce alla Gilda di “Tutte le feste al tempio” dal Rigoletto di Giuseppe Verdi, dove si passa a quel lungo adagio che principia con l’appassionata confessione, una gemma melodica nel genere patetico, tale da commuovere chiunque, non però il genitore, il buffone gobbo, il quale messo di fronte al fallimento delle sue legittime aspirazioni, rimane sordo alle invocazioni di pietà e perdono della fanciulla. Dal canto suo il pianista Carlos Parreira eseguirà dalla Sonata per pianoforte n. 8 in do minore, op. 13 “Patetica” di Ludwig Van Beethoven, l’Adagio Cantabile, una pausa contemplativa in La bemolle maggiore, avviata da una tornita e serena frase melodica, con una plastica successione dei diversi periodi e una strumentazione finissima, unitamente al Notturno in Fa Minore di Fryderyk Chopin op. 55, che si apre con una delicata melodia dal vago sapore slavo che nella sua composta malinconia scorre, è naturalmente un Andante, ripetendosi più volte, sempre sostenuta sommessamente da un regolare andamento di marcia in quattro tempi, simile a quello già usato da Chopin nel primo Notturno dell’op. 37 e dell’op. 48 e che tornerà ancora nel penultimo Notturno, Top. 62 n. 1. Finale con una vera chicca, forse mai eseguita nel millennio, “Napule è”, non certo la canzone di passionale denuncia di Pino Daniele, ma la pagina di Francesco Florimo archivista del Conservatorio di Napoli, eccellente musicista il quale ha condiviso il palcoscenico de Le Napolitane e dei passatempi musicali con il più celebrato Guglielmo Cottrau, sottolineando nelle sue trascrizioni, quel lato melanconico che contraddistingue il nostro sentire musicale. Il 5 maggio rassegna giovani violinisti e pianisti al Mozarteum. Un incontro di archi in erba da diverse città, Salerno, Napoli ed Alghero. Una festa in musica, dedicata ai più piccoli!