Pagani: Calce e Sessa all'attacco, “Giù le mani dalla mensa” - Le Cronache
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Pagani: Calce e Sessa all’attacco, “Giù le mani dalla mensa”

Pagani: Calce e Sessa all’attacco, “Giù le mani dalla mensa”

Di Marco Visconti
Si ritorna a parlare della Fondazione Carminello ad Arco, questa volta sono i consiglieri comunali di minoranza: Vincenzo Calce e Anna Rosa Sessa. Commentano i due: «Qualcuno sta mettendo in discussione il futuro della mensa “Beato Tommaso Maria Fusco”. Ancora una volta si tenta di fare scelte che vanno contro la città e quanto essa di buono, negli anni, ha saputo costruire e curare. La mensa “Beato Tommaso Maria Fusco”, egregiamente gestita dai volontari della chiesa madre del Santissimo Corpo di Cristo con amore, passione, impegno e dedizione, è un fiore all’occhiello per Pagani, un riferimento sociale per i bisognosi, uno snodo cruciale di solidarietà. Ci batteremo sempre per tutelarla, non consentendo a nessuno di metterla in discussione. La Mensa non si tocca!». Contina il consigliere comunale Calce, «come presidente della Commissione controllo e garanzia ho più volte attivato la commissione, convocando il Cda della Fondazione Carminello ad Arco, per approfondire vicende passate, presenti e future. Purtroppo, anche rispetto a questioni passate, abbiamo trovato ostracismo e omertà dal presidente dell’attuale consiglio, che non ci ha mai consegnato documenti al fine di farci espletare il nostro ruolo di controllo. Oggi lo stesso presidente parla di 800 mila euro, derivanti dalla vendita di un terreno di proprietà della Fondazione Carminello ad Arco, che non sarebbero stati destinati alla manutenzione della struttura. Che fine hanno fatto allora? Perché Nello Gaito parla solo oggi? Perché non denuncia se ci sono gli estremi? Forse perché adesso, che è quasi in scadenza di mandato, pensa di che sarà rinnovata la sua carica? Nell’espletamento dei mandati bisogna essere seri e vigilare. Oggi anziché sparare nel mucchio desse delle spiegazioni serie e, soprattutto, non mettesse in discussione il futuro della mensa». Prosegue, «qualche anno fa ho convocato una commissione, una volta si sono presentati i membri del direttivo, un’altra volta hanno detto che loro non erano tenuti a sapere. Le mancanze sono tantissime, sotto gli occhi di tutti, proprietà vendute e conti correnti depauperati. A mio avviso Gaito esce fuori solo per giustificare questa paventata chiusura della mensa, in realtà è da anni che non ha mai voluto fornire i documenti in commissione. La Fondazione è un ente pubblico di diritto privato, loro dicono che non sono tenuti a darci spiegazioni, ma è un patrimonio lasciato alla città. Inoltre le nomine vengono fatte in consiglio comunale, devono dare conto e merito alla città, queste proprietà che fine hanno fatto? Sottolineo che qualcuno prendeva compensi mensili da anni. Che fine hanno fatto i soldi presenti sul conto corrente di San Marzano?». Conclude Calce: «Tutti sanno ma nessuno parla».