Messa in latino: pellegrini a Salerno da tutta la Campania - Le Cronache
Salerno

Messa in latino: pellegrini a Salerno da tutta la Campania

Messa in latino: pellegrini a Salerno da tutta la Campania

di Nicola Russomando
Si è tenuta nella cattedrale di Salerno il 25 aprile, festa di S. Marco Evangelista, la celebrazione in rito antico a corona del pellegrinaggio dei gruppi di fedeli della Campania che si richiamano al motu proprio Summorum pontificum di Benedetto XVI.
Non è azzardato definire l’evento storico, sia perché, a sessant’anni di distanza, tra le architetture della cattedrale salernitana si sono viste di nuovo le forme rituali della messa tridentina con il celebrante rivolto alla Croce al centro dell’altare, sia perché, nei tempi di restrizione imposti da papa Francesco a questa celebrazione nella forma straordinaria, l’arcivescovo Andrea Bellandi ha concesso non solo l’uso del duomo, ma soprattutto del suo altare pontificale, debitamente adattato al rito.
Celebrante d’eccezione è stato don Nicola Bux, già consultore con Ratzinger alla Congregazione vaticana per il Culto divino e docente di Liturgie orientali presso vari Atenei pontifici. La cospicua partecipazione dei fedeli che si richiamano a questa particolare forma liturgica ha testimoniato come, lungi dall’essere compressa entro i limiti angusti delle direttive vaticane, essa conosce una diffusione specie presso le più giovani generazioni, che non possono essere tacciate di sentimenti passatisti. La liturgia, nella forma solenne della messa cantata, è stata accompagnata dal canto gregoriano delle suore di Cristo Re Sommo Sacerdote di Barra, la cui esecuzione ha conferito alla messa l’elevazione più adeguata.
Il pellegrinaggio dei coetus campani è stata anche occasione per una conversazione con don Nicola Bux che è stata ospitata nel salone degli stemmi del palazzo arcivescovile. Il tema dell’incontro è stato sintetizzato sull’agostiniano “L’unità in ciò che è necessario, la libertà su ciò che dubbio, la carità in tutto”. Del tutto naturale è stato l’accento del conferenziere a preservare l’unità nella Chiesa da parte dei fedeli della tradizione, che sono invece accusati di favorire settarismi in nome della priorità del rito antico. Ed è stata questa la motivazione ufficiale che ha spinto papa Francesco ad una revisione di quanto stabilito dal suo predecessore, di fatto abrogando la liberalizzazione del rito antico. Il pellegrinaggio salernitano è stato all’opposto la conferma che i fedeli della tradizione sono in comunione con il papa e con il vescovo, una cum papa et episcopo, quindi con la Chiesa tutta. È merito dell’arcivescovo di Salerno, che, in quanto tale, è responsabile del sacro culto per la sua diocesi, aver reso palese che l’amore per la tradizione non è archeologia liturgica, ma prova della perpetua vitalità di una celebrazione che risale nelle sue forme all’età apostolica e nell’arco di duemila anni.