Proseguirà il suo impegno nel solco tracciato da Vincenzo Russo il presidente ad interim dell’Ance Aies di Salerno Fabio Napoli che ha confermato la volontà, tra le altre cose, di portare avanti le proposte già avviate sul piano dell’Edilizia pubblica e privata, sulla Formazione e la Rigenerazione Urbana, consapevole di avere al fianco una squadra coesa e compatta. Napoli resterà a capo dell’associazione dei costruttori fino al rinnovo delle cariche sociali in programma nel mese di luglio. «L’indirizzo associativo di Enzo Russo ha prodotto risultati eccellenti, siamo nati nel 2015 e oggi siamo la seconda territoriale nel sistema Ance dell’Italia meridionale, undicesima in Italia quindi un grosso lavoro e una importante responsabilità», ha dichiarato il presidente dell’Ance Aies. «Non possiamo permetterci, per credibilità verso il sistema Europa che ci dà liquidità, di non essere capaci di spendere», ha detto a proposito dei fondi Pnrr. «Sarebbe, poi, più una mortificazione che lasciamo ai nostri figli – rileva Napoli – La nostra parte la facciamo, siamo operativi e siamo pronti perché’ abbiamo la responsabilità di avere dipendenti, lavoratori, risorse, investimenti. Vorremmo che anche gli altri facessero bene la loro parte. E, insieme, possiamo dare la giusta assistenza, il giusto spirito». L’anno 2022 per il settore delle costruzioni è stato un anno importante perché, cosa impensabile nel 2019, ha consentito di raggiungere picchi quantitativi di attività simili a quelli del 2007. D’altra parte è da dire che considerando il livello dell’inflazione raggiunto, le costruzioni nel 2022 costano dal 15 al 30% in più di quanto costavano nel 2019. A valori correnti gli investimenti in costruzioni nel 2019 valevano 141 miliardi di euro; nel 2022, 232 miliardi, 91 miliardi in più. Oggi, ha spiegato il presidente Napoli, «si ha difficoltà a rispondere alle domande che ci vengono fatte per poter eseguire i lavori perchè strutturalmente non preparati ma noi dobbiamo essere intelligenti: con la nostra scuola di formazione dobbiamo cercare di andare avanti, creare manodopera specializzata perchè nei prossimi anni il settore edile si produrrà per tre non solo nel nostro settore ma anche in altri perchè noi andiamo a lavorare fuori città e c’è, di conseguenza, un’economia che gira intorno all’edilizia. Per questo vogliamo avere rispetto e la possibilità di poter esprimere la necessità di fare impresa con un sistema che ci assiste, cosa che oggi non avviene». La prospettiva per il 2023 è ancora positiva, anche se bisogna fare i conti con un contesto internazionale in rallentamento con i segnali di una possibile inversione del ciclo economico riconducibile alla crescita incontrollata dei prezzi dell’energia, al repentino rialzo dei tassi di interesse e al protrarsi della guerra in Ucraina. Il Settore delle costruzioni conferma anche per il 2022 il percorso di crescita intrapreso ad inizio del 2021, dopo la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia con un significativo incremento del +12,1%, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti.
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