Mons. Redaelli (Caritas), migrantiuna realtà da gestire, non emergenza - Le Cronache
Attualità

Mons. Redaelli (Caritas), migranti
una realtà da gestire, non emergenza

Mons. Redaelli (Caritas), migrantiuna realtà da gestire, non emergenza

La migrazione “non è una emergenza ma una realtà con cui fare i conti con lucidità, realismo e capacità innovativa. Non è un problema da risolvere ma una realtà da governare nella sua complessità, dando attenzione ai diversi valori: alla vita fisica delle persone, ossia se uno sta morendo va salvato; alla dignità delle persone, al loro desiderio di pace, giustizia e di un cammino di vita migliore. Sul tema dell’integrazione vorremmo che i migranti fossero tutelati dalle leggi e non limitati dalle leggi. Serve poi un lungo e paziente lavoro per eliminare le cause delle migrazioni forzate”. Lo ha affermato ieri pomeriggio a Salerno mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana, nel suo intervento in apertura del 43/o Convegno nazionale delle Caritas diocesane intitolato “Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni” in corso fino al 20 aprile. Come Caritas, ha detto l’arcivescovo, “vogliamo essere al servizio dei poveri, farci voce verso le istituzioni e le Chiese a nome dei poveri. Importante è avere una grande attenzione non per indulgere necessariamente alla denuncia ma per essere una realtà attiva che sappia ascoltare e farci voce verso le istituzioni”. Ad esempio sul tema “della revisione del reddito di cittadinanza, sulla perdita del lavoro o la fatica ad inserirsi nel mondo lavoro, sulla situazione di povertà cronicizzata che richiede un intervento complessivo non solo legato al dare soldi ma una attenzione alla persona e alla famiglia”. Sul tema della pace in Ucraina e “in tante altre parti del mondo funestate da conflitti” ha precisato: “La pace implica rispetto reciproco, attenzione alle minoranze, una diplomazia un po’ creativa, con l’impegno delle nazioni più che nell’invio di armi nella giustizia”. Mons. Redaelli ha ricordato anche i gemellaggi con Caritas di altre Chiese nella crescita o nelle emergenze, come la colletta a favore dei terremotati in Turchia e Siria, l’impegno per aiutare l’Africa orientale e tante situazioni di povertà nel mondo. “Siamo molto contenti che il convegno nazionale delle Caritas sia approdato nella nostra regione.
Occorre che il convegno abbia un volto campano, presentando i punti chiave del nostro impegno, l’impegno delle Caritas campane. Quello dei migranti e’ uno degli aspetti, pero’ ce ne sono altri due o tre, come l’inquinamento ambientale della cosiddetta terra dei fuochi nel territorio tra Napoli e Caserta, lo spopolamento delle aree interne che ci vede impegnati ormai da anni, i migranti e i campi rom. Ecco questi danno il volto dell’impegno delle Caritas della nostra regione”.
A dirlo e’ il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale della Campania, Antonio Di Donna, a margine del 43esimo convegno delle Caritas diocesane che si sta svolgendo a Salerno. Quanto all’impegno sul tema ambientale, monsignor Di Donna sottolinea che “c’e’ un cammino di Chiesa, le nove diocesi direttamente interessate ormai da anni stanno facendo un cammino insieme. E ci stiamo riuscendo”.
“Quello che risulta un po’ difficile – aggiunge – e’ il dialogo con le istituzioni, soprattutto con la Regione e con i prefetti, proprio perche’ alla fine occorre metter mano alle bonifiche, alla qualita’ dell’aria, alle centraline. Sono ancora tanti i punti”. “Almeno, pero’, dobbiamo notare che sta crescendo la sensibilita’ popolare intorno a questo dramma, ma ci vuole ancora molto”, conclude Di Donna.