Ecco la mappa dello spaccio di droga, a Salerno resiste clan D’Agostino - Le Cronache
Cronaca

Ecco la mappa dello spaccio di droga, a Salerno resiste clan D’Agostino

Ecco la mappa dello spaccio di droga, a Salerno resiste clan D’Agostino

di Erika Noschese
Il territorio della provincia di Salerno è caratterizzato da una marcata eterogeneità geografica con peculiarità socio-economiche che condizionano anche lo scenario criminale locale. A seguito dei complessi processi evolutivi registrati negli scorsi decenni, gli attuali assetti della criminalità locale vedono la compresenza di organizzazioni camorristiche tradizionali e nuovi gruppi emergenti, dediti principalmente al traffico e allo spaccio di stupefacenti. I vuoti di potere creati dalle pressanti operazioni di polizia hanno ingenerato un’accesa conflittualità tra vecchi e nuovi clan sempre interessati al controllo del territorio di competenza. È quanto emerge dalla Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia nel primo semestre del 2022, con l’obiettivo di tracciare una mappa della criminalità in provincia di Salerno. L’analisi è realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e documenta la tendenza, rilevata da diversi anni, circa il generale inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate che hanno ormai raggiunto un più basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso proprio in ragione dell’apparente e meno evidente pericolosità. Nel periodo considerato, la crisi economica generata dalla perdurante emergenza pandemica ha ulteriormente orientato le organizzazioni camorristiche verso inediti interessi criminali, come è stato evidenziato anche dalla presidente della Corte d’Appello di Salerno, Iside Russo, sottolineando che “l’emergenza Covid-19 ha offerto ai sodalizi criminali un’ulteriore occasione per strutturare e dirigere alle Infrastrutture Critiche attacchi ad ampio spettro, volti a sfruttare per scopi illeciti la situazione di maggior vulnerabilità cui il Paese è esposto”. Nel I semestre 2022, dunque, in provincia di Salerno si registra la presenza di una pluralità di sodalizi, di matrice diversa e ciascuno con un proprio ambito territoriale d’influenza caratterizzato da ampi livelli di autonomia sia con riferimento ai settori criminali di operatività, sia riguardo alle alleanze con analoghi gruppi operanti nei territori limitrofi. Le storiche articolazioni avrebbero sviluppato, accanto agli affari illeciti “tradizionali” come gli stupefacenti e le estorsioni, più incisive iniziative di penetrazione del tessuto socio-economico, politico e imprenditoriale, finalizzate ad infiltrare taluni settori ritenuti nevralgici quali le forniture pubbliche, la gestione dei servizi ovvero la realizzazione di opere pubbliche. Con riferimento alle dinamiche di sviluppo criminale, il Procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha sottolineato come, tra gli altri aspetti che destano maggior interesse, il principale risiede nella “significativa evoluzione delle modalità di azione delle organizzazioni criminali, in particolare operanti nella zona a Sud di Salerno. Vale a dire la sostituzione delle forme tradizionali di intimidazione, suscettibili di essere ricondotte alla fattispecie di cui all’art. 416-bis c.p., con altre più sfuggenti, riconducibili alla creazione di condizioni monopolistiche in determinati settori economici e imprenditoriali, che prescindono completamente dall’uso della violenza e della minaccia e si avvalgono della capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica”. Nel medesimo documento, inoltre, ai fini dell’analisi dello specifico fenomeno, il Procuratore pone l’accento sulla “particolare autonomia acquisita dalla criminalità organizzata operante nella città di Salerno, tanto da ritenere superata l’individuazione di tre contesti territoriali (agro nocerino-sarnese, Salerno agganciata alla c.d. Piana del Sele ed il Cilento) e suddividere il distretto in quattro macroaree e segnatamente la città di Salerno, l’Agro nocerino-sarnese, la Piana del Sele, in cui risultano ricompresi i Comuni di Battipaglia, Eboli e Capaccio, ed il Cilento”. Nel capoluogo, persiste la presenza del Clan d’Agostino soprattutto per quanto riguarda lo spaccio di droga ma, nel contempo, si assisterebbe alla contestuale ascesa di gruppi criminali emergenti pronti a colmare gli spazi di mercato lasciati liberi dal citato sodalizio a seguito delle ripercussioni giudiziarie che lo hanno riguardato. Nel periodo considerato, recenti indagini avrebbero evidenziato anche il ritorno nel territorio di storici esponenti criminali recentemente scarcerati i quali non avrebbero rinunciato a imporre la propria supremazia sulle nuove leve per ristabilire i vecchi equilibri delinquenziali. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti, insieme all’usura, alle rapine e alle estorsioni restano le principali attività illecite gestite dal sodalizio egemone in città. Un’attenzione particolare merita lo scalo portuale “Manfredi” per la sua strategica rilevanza riguardo allo sviluppo delle rotte commerciali nazionali e per la sua forte proiezione anche nel mercato internazionale, in ragione della sua posizione geografica e dell’efficiente rete di collegamento anche con l’entroterra verso le vaste aree del Mezzogiorno. In tale ambito, lo scalo portuale negli anni è divenuto un’infrastruttura d’interesse per le organizzazioni criminali, anche allogene, quale snodo di numerosi traffici illeciti quale quello dei rifiuti, delle armi, dei tabacchi lavorati e delle sostanze stupefacenti