Annarita Parrella: “Il caos che unisce” per combattere ogni tipo di ingiustizia - Le Cronache
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Annarita Parrella: “Il caos che unisce” per combattere ogni tipo di ingiustizia

Annarita Parrella: “Il caos che unisce” per combattere ogni tipo di ingiustizia

“Il caos che ci unisce”: è il titolo del libro scritto da Annarita Parrella, giovane di Mercato San Severino che si batte da anni per reati come violenza sulle donne, bulimia etc. Una ragazza molto attenta quindi a temi sociali e che cerca tramite il suo libro di descrivere accuratamente la situazione che vivono alcune persone. Una ragazza molto ambiziosa che vuole far sì che la sua voce non si nasconda dietro ad un libro. Il tuo libro descrive attentamente problematiche sociali come la bulimia, violenza sulle donne, violenza psicologica, relazione tossica, nel tuo Comune ci sono state problematiche riguardo a ciò e se sì quale consiglio daresti alle associazioni e amministrazione per agire in modo diretto e preventivo?
«È un romanzo che parla sia di una relazione etero, sia di una relazione omosessuale. Il libro affronta anche altre problematiche presenti nella nostra società tra cui la violenza psicologica, violenza sulle donne, autolesionismo, bulimia etc… Mi sono voluta soffermare su questi temi perché sono le problematiche principali tra noi giovani. Molto spesso la vittima viene vista come la parte colpevole. Ci sono delle problematiche sul Territorio ma pochi ne parlano in modo particolare nella nostra Provincia c’è poca sensibilizzazione e in modo particolare non si fa quasi niente per cercare di prevenire questi fenomeni. È possibile sensibilizzare gli adolescenti e i giovani a questi temi facendo sì che si affrontano già a partire dagli insegnamenti scolastici, facendo anche ore settimanalmente in cui si parli di cosa sono e formandoli correttamente in modo che nel momento che si troveranno di fronte ad un reato citato nel libro possano affrontarlo con coraggio».
Nella Valle dell’Irno sono sempre più frequenti gruppi di criminalità che cercano di inserirsi in contesti anche scolastici come pensi che secondo te questa situazione come potrebbe essere contrastata?
«Nella famiglia serve molto più dialogo. Bisogna riprendere il rapporto tra genitore e figlio infatti in una parte alla fine del libro, la protagonista del libro viene a sapere a distanza di anni che è stata adottata. Ovviamente dopo tanti anni che è stata lontana da casa e non avendo avuto un dialogo stabile con i genitori la protagonista subisce un trauma enorme».
Da cittadina del Comune di Mercato San Severino cosa senti di dire ai tanti giovani che cercano sempre più di allontanarsi dal mondo delle scuole facendo sì che aumenti il tasso di analfabetizzazione?
«Ci sono molte famiglie che hanno problemi economici e quindi a loro volta i genitori hanno difficoltà nel far sì che i loro figli possano continuare gli studi e quindi a loro volta molti di loro si trovano a fare lavori per poter studiare o abbandonare gli studi. C’è molto probabilmente un problema alla base in quanto vi è un aumento del tasso di disoccupazione il che inficia notevolmente sul fenomeno dell’analfabetizzazione. Nel Comune sono sempre di più i casi di adolescenti che decidono in tenera età di abbandonare gli studi e si trovano a dover affrontare una situazione di per sé di grande scalpore in quanto non vi è alcuna risposta dal mondo lavorativo, che cerca di non voler recepire i messaggi di bisogno di tanti giovani mediante i centri dell’impiego e quindi questi ultimi si trovano a compiere atti di delinquenza come lo spaccio o altro per poter sopravvivere. Ma il consiglio che io mi sento di dare è di non fermarsi in questo Territorio ma di guardare anche altrove».
Secondo te la lettura, così come la scrittura può cambiare la visione di tanti adolescenti che per cercare sicurezza economica e sentirsi indipendenti cercano la loro strada nella criminalità compiendo atti di pura delinquenza?
«La scrittura e la lettura devono essere un momento di sfogo. Si può cambiare la visione ma ovviamente deve esservi anche la passione. Io quando scrivo mi isolo dal mondo e passo anche tanto tempo senza che me ne accorga».
Con questo libro qual è l’obiettivo che vorresti raggiungere e trasmettere a livello sociale e soprattutto agli adolescenti? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
«Con questo libro vorrei innanzitutto che arrivi il messaggio del libro. Questo è uno dei tanti libri che andrò a scrivere e ognuno di essi parla di una tematica differente. Chi legge deve sentirsi a sicuro da questi pericoli che quotidianamente sono presenti tra noi e non aver paura di denunciare iniziando a parlarne. Il mio obiettivo è quello di scrivere un vero e proprio romanzo».
Nicola Celentano