De Luca e l’arte povera della Schlein: ma non sa che fu un movimento artistico di Filiberto Menna - Le Cronache
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De Luca e l’arte povera della Schlein: ma non sa che fu un movimento artistico di Filiberto Menna

De Luca e l’arte povera della Schlein: ma non sa che fu un movimento artistico di Filiberto Menna

di Alberto Cuomo
Ci sono molti modi di manifestare, più che il nervosismo, lo smarrimento emotivo di fronte ad eventi nefasti tale da rendere incapaci di ragionare.
Non sempre le crisi di nervi si manifestano infatti con parossistici attacchi che fanno strepitare invocando proprie ragioni. C’è anche chi invece si isola, macerando l’animo nel silenzio del proprio disorientamento. Deve essere il caso di Piero De Luca, passato direttamente, come non succede a nessuno, dalla laurea al posto di ricercatore universitario e poi a professore e deputato in modo quasi miracoloso, tanto che ora, dopo tante gratificazioni, sarà del tutto frastornato per la quasi certa espulsione dal ruolo di vicecapogruppo del Pd al Parlamento, da affidare secondo voci insistenti all’antideluchiano Marco Sarracino, ma anche per il rischio di non essere più candidato nel caso di una mossa politica azzardata del papà.
E sicuramente, un nervosismo più evidente, lo ha manifestato l’assessora al Bilancio del comune di Salerno nello scorso consiglio comunale, quando solo si ventilava il commissariamento del partito campano, allorchè, illustrato il documento programmatico, privo in verità di un reale programma di risanamento del debito dell’ente, ha preso i suoi quattro fogli tentando di fuggire via dal banco nelle proteste dell’opposizione che l’hanno costretta a rimanere in aula per dibattere sui punti esposti.
Qualcosa deve rimordere la coscienza dell’assessora che, invece di tentare di contenere la spesa, ha puntato sul possibile accorpamento delle partecipate e sulla stabilizzazione dei debiti fuori bilancio da sostenere, evidentemente a spese dei cittadini, con il mantenimento delle più alte tasse comunali del paese e l’alto numero delle multe. Analogamente solo la presenza di un nervosismo può giustificare l’atteggiamento dell’assessore all’urbanistica Brigante che ha contrapposto, a proposito dei rischi derivanti dal Fusandola, la perizia di alcuni eminenti tecnici, pagati dall’ente, i quali hanno sostenuto l’assenza di pericoli, alla sentenza del 2021 del tribunale che ha dichiarato illecita la deviazione del torrente e la sua intubazione.
E nervosismo manifesta la vicenda delle dimissioni di Franco Roberti, l’ex procuratore della repubblica di Salerno, poi procuratore nazionale antimafia, divenuto, da pensionato, prima assessore regionale di De Luca e poi, sempre con l’appoggio deluchiano, deputato europeo, il quale al primo sentore di un repulisti nazionale di cacicchi e capibastone, promesso dalla Schlein con evidente riferimento al “sistema” del nostro governatore, ha rinunciato inaspettatamente alla carica di presidente della Commissione del Pd Campania per il rinnovo del tesseramento del partito.
E ancora nervosismo ha manifestato il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, alle dimissioni di Roberti, dal momento avrebbe voluto celebrare il congresso del partito regionale pur in presenza di lati oscuri nel tesseramento. Ma chi mostra in maniera più evidente la propria inquietudine è proprio il governatore De Luca. Dopo aver reclamato le proprie origini nobili in quanto partecipe del partito di Berlinguer, dimenticando il “centralismo” del suo vecchio caro schieramento politici, ha rivendicato, quasi non sia più un iscritto al Pd, la volontà di risolvere le questioni della Campania in Campania.
Lasciando pertanto pensare ad una sua candidatura autonoma alla presidenza della Regione, come del resto ha già fatto in passato e con l’emanazione di una legge regionale sul terzo mandato, ha rotto gli argini attaccando direttamente la Schlein nel non nascosto tentativo di lanciare una opposizione più coriacea alla segreteria che non i tentativi della gestione comune operati da Bonaccini. Ironizzando sul “campo largo” teorizzato dalla sua segretaria nazionale, fingendo di non comprenderne il senso, ha sostenuto che nel Pd “oggi abbiamo un po’ di arte povera tra di noi, rischiamo di morire tra le bandiere al vento” mostrando così di non sapere che “l’arte povera”, così come non può spiegargli Tringali, condotta a Salerno da Filiberto Menna, è il nome di un movimento artistico le cui opere hanno conquistato il mercato e i musei americani e mondiali. Involontariamente, nel suo nervosismo, De Luca ha augurato alla Schlein un analogo successo.