Sequestrati 33 cani, 7 gatti e furgone di una staffetta gestione dei cani randagi - Le Cronache
Attualità

Sequestrati 33 cani, 7 gatti e furgone di una staffetta gestione dei cani randagi

Sequestrati 33 cani, 7 gatti e furgone di una staffetta gestione dei cani randagi

Grazie al tempestivo intervento della Polizia Stradale, è stata fermata a Fiano Romano (RM) una staffetta che trasportava 30 cani e 7 gatti. Gli animali provenivano da varie regioni del sud Italia ed erano destinati a Regioni del Nord. Le guardie zoofile del Nogez e Pegasus, con l’ausilio/consulenza degli esperti di Stop Animal Crimes Italia che da anni denunciano a livello nazionale lo sfruttamento economico degli animali e che monitorano anche i trasporti di animali, in seguito al controllo hanno accertato violazioni agli obblighi di legge previsti per le movimentazioni di animali da compagnia, documenti parzialmente compilati o modificati. Sulla base delle disposizioni normative, la P.G. operante ha segnalato all’Autorità Giudiziaria i due trasportatori per varie ipotesi di reato correlati alle carenze sanitarie e documentali accertate: per esempio aver trasportato animali senza microchip (7 animali ne erano sprovvisti), assenza di idonei fogli di cessione e dei requisiti previsti dalle linee guida del Ministero della Salute sulle movimentazioni previste nel relativo Allegato A; quest’ultima contestazione è la più rilevante in quanto requisito cardine per la tracciabilità dell’animale, a contrasto dei traffici illeciti di cani verso luoghi ignoti, magari destinati alla sperimentazione. Infatti, ogni movimentazione tra Regioni di animali da compagnia (dal cane al furetto) deve essere comunicato alla ASL di partenza che provvede a comunicare i dati dell’animale alla ASL di destinazione e la staffetta deve viaggiare con foglio di cessione contenente i dati del mittente e destinatario; requisito fondamentale l’Allegato A che obbliga altresì a vaccinare i cani contro malattie infettive contagiose come la leishmaniosi ehrlichiosi e i gatti contro la FiV e FeLV ossia impedisce illeciti guadagni personali nella gestione “fai da te” che gran parte di Associazioni e “volontari” locali adottano ormai da anni. Segnalati i trasportatori altresì per violazioni in materia fiscale, per gli importi introitati dal trasporto degli animali. Gli animali e il veicolo sono stati posti in sequestro, in attesa delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria procedente. Saranno comunicate alle ASL territoriali di partenza degli animali gli illeciti amministrativi accertati ai fini delle prescritte contestazioni di legge, non solo in seno ai trasportatori della provincia di Cosenza ma anche a coloro che hanno consegnato gli animali alla staffetta in Calabria, Basilicata e Campania; saranno altresì segnalati i veterinari liberi professionisti che hanno prodotto la documentazione, spesso, sempre alle stesse persone.

Il sistema che Stop Animal Crimes Italia denuncia è quello che muove migliaia di randagi dal sud al nord traendo profitto economico, raccogliendo cuccioli o cani malati, intestarli a privati (spacciando quindi cani randagi prelevati dal territorio qualche giorno prima per cani di proprietà allo scopo di eludere l’Allegato A) e collocarli in strutture casalinghe che fanno pensione abusiva (cd stalli e che sono a migliaia in tutta Italia) trasportandoli con le staffette (che stabiliscono importi precisi per animale e rilasciando ricevute con scritto donazione) e il tutto finanziato da persone in buona fede convinte con l’inganno (al punto tale da prendersela con chi compie i sequestri anzichè con chi movimenta animali in violazione di legge!), soprattutto del nord (chiamate mamme a distanza) che inviano denaro su postepay intestate a privati o Associazioni fittizie, per un inquantificabile sommerso giro di affari che riteniamo non abbia nulla da invidiare a quello dei canili privati. Gli attori di questo sistema sono spesso gli stessi che non rispettano, ovviamente, la legge sulla lotta al randagismo (entrando nei canili per adottare cani senza chiedere soldi, gestendo rifugi autorizzati e convenzionati con i Comuni e denunciando le inadempienze dei Sindaci che sono l’altra faccia della medaglia del randagismo crescente) anzi additando i canili senza però mai entrarci e Sindaci, senza però mai denunciarli. Purtroppo, a causa di coloro che lucrano ( e parliamo di centinaia, forse migliaia, di persone in tutta Italia) ci vanno di mezzo i volontari veri e, per questo, solo lo scrupoloso rispetto delle norme può fare da filtro tra i buoni e i cattivi. Infatti, molti adottano questo sistema in buona fede seppur errato, altri invece muovono milioni di euro in postepay personali distribuendo guadagni indebiti tra i vari attori di questo sistema “fai da te” ossia chi raccoglie il cane, chi lo trasporta e lo stallante; noi non siamo contro chi cura i randagi ma questo sistema non garantisce più il significato di volontariato e non consente di escludere forme di lucro personali ossia, prima che il maltrattamento in tal caso si parla di sfruttamento degli animali e laddove c’è il guadagno viene meno l’interesse a contrastare il randagismo. Consapevoli dell’enorme lavoro che hanno le Autorità di Polizia e Giudiziaria, facciamo loro un appello per incrementare i controlli e maggior interesse su questa materia. Trasmetteremo alle Polizie stradali italiane un vademecum informativo di supporto, dove è indicato dettagliatamente l’elenco dei requisiti previsti per legge che le staffette devono rispettare.