Fisciano: Saint Gobain Sekurit Italia cede a metà, 18 licenziamenti al posto di 35 - Le Cronache
Cronaca

Fisciano: Saint Gobain Sekurit Italia cede a metà, 18 licenziamenti al posto di 35

Fisciano: Saint Gobain Sekurit Italia cede a metà, 18 licenziamenti al posto di 35

FISCIANO. 18 anziché 35. E’ il numero di dipendenti che la Saint Gobain Sekurit Italia srl, azienda attiva nella produzione e trasformazione di vetro piano per il mercato dell’automobile, dei trasporti su strada e dei trasporti ferroviari, con sede nell’area industriale di Fisciano, è disposta a scendere rispetto ai 35 inizialmente indicati per la cessazione del rapporto di lavoro. Ma non è bastato per addivenire alla sottoscrizione di un accordo e mettere a tacere le pretese dei lavoratori. Una situazione di allarme sociale che ha scatenato dure reazioni sia da parte dei lavoratori colpiti da questa procedura di licenziamento collettiva, sia da parte dei sindacati che li assistono. Alcuni giorni fa, le parti si sono incontrate presso il Centro Direzionale di Napoli, sede della Regione Campania – Direzione Generale per l’Istruzione, la Formazione, il Lavoro e le Politiche Giovanili per discutere della riduzione del numero di soggetti licenziati. Al tavolo di concertazione hanno partecipato: Armando Sagliocco in rappresentanza del competente ufficio regionale; Stefano Lavorini, Marzio Pietta e Vittoria Fraccola per la parte aziendale; e gli esponenti delle sigle sindacali Antonio D’Amato per la Filctem Cgil, Gerardo Giliberti per la Femca Cisl, Alessandro Antoniello per la Uiltec Uil provinciale, Rosario Di Bartolomeo. La Saint-Gobain Sekurit Italia srl tramite una nota di Confindustria Salerno dello scorso 13 gennaio, ha attivato la procedura di licenziamento collettivo secondo le disposizioni legislative vigenti in materia per 35 unità dello stabilimento di Fisciano, su un organico complessivo formato da 165 lavoratori. A seguito dell’avvio di questa procedura ci sono stati alcuni incontri presso la sede di Confindustria Salerno il 18 e 25 gennaio e il 7 e 24 febbraio scorsi nel tentativo di trovare un accordo di massima che però non è stato raggiunto in fase di consultazione sindacale. Le richieste delle parti sociali riguardavano la sospensione della procedura di licenziamento collettivo applicata ai 35 dipendenti. Istanza che i vertici aziendali hanno rispedito al mittente. Confindustria, così, ha inoltrato il verbale di mancato accordo al competente ufficio di Palazzo Santa Lucia per chiedere di fissare un nuovo incontro in Regione Campania con conseguente convocazione delle parti interessate. Si giunge in questo modo alla data di pochi giorni fa, quando le parti si sono incontrate nella sede della Regione Campania e in quella circostanza l’azienda ha ribadito la necessità di procedere ai licenziamenti collettivi confermando quanto già formalizzato nella lettera di attivazione della stessa procedura, evidenziando anche che non sussistevano possibilità di applicazione di strumenti alternativi. A questo punto le parti sociali hanno richiesto di individuare tutti gli strumenti utili a mitigare l’impatto sociale dovuto ai licenziamenti collettivi. La società, preso atto della richiesta dei sindacati, anche sulla base di approfondite valutazioni effettuate in questo periodo sul complessivo assetto organizzativo dello stabilimento di Fisciano ha ribadito la propria disponibilità a rivedere il numero degli esuberi, portandolo a 18, di cui 15 operai e 3 impiegati in luogo di 25 inizialmente dichiarati. Inoltre, la stessa azienda si è dichiarata disposta ad erogare una somma a titolo di incentivo di esodo ai lavoratori che accettino la risoluzione del rapporto di lavoro, potendo anche prendere in considerazione prioritariamente il criterio di scelta della non opposizione, fermo restando poi la necessità di applicare i criteri di scelta previsti dalla normativa vigente in materio fino a concorrenza del numero dei 18 esuberi concordati. Le parti sociali, pur prendendo atto delle aperture aziendali, non hanno ritenuto sufficienti le condizioni per addivenire ad un accordo. Pertanto, dopo un ampio confronto, le parti hanno concluso questa ulteriore fase di consultazione un verbale di mancato accordo. Una situazione di stallo che ha creato il gelo tra le parti senza escludere azioni di protesta da parte dei lavoratori che potrebbero decidere di porre in essere anche uno sciopero per far valere i propri diritti.

Mario Rinaldi