«La devastazione dovete portarvelaa Torchiara, qui noi non la vogliamo» - Le Cronache
Provincia

«La devastazione dovete portarvela
a Torchiara, qui noi non la vogliamo»

«La devastazione dovete portarvelaa Torchiara, qui noi non la vogliamo»

Si dibatte, e anche molto, sul progetto della bretella che dovrebbe unire Agropoli ed Eboli. Tanti i sì all’opera, soprattutto tra coloro che orbitano intorno a colui il quale fortemente la sta spingendo e cioè Franco Alfieri, e coloro che invece sono fortemente contrari, una schiera di cittadini e politici che mettono sul piatto delle effettive motivazioni a difesa di quanto sostenuto. Il tema è stato affrontato anche nel consiglio comunale di Capaccio Paestum. Molto alti i toni dell’assise proprio nel momento in cui all’ordine del giorno era prevista la discussione sulla bretella. Vincenzo Sica, consigliere di minoranza, ha preso la parola attaccando la decisione progettuale e soprattutto rispondendo a chi accusa i detrattori di essere contrari allo sviluppo territoriale e al turismo: «Non è assolutamente vero – dice – noi siamo favorevoli al turismo anche perché in esso siamo nati ed è un obiettivo che tutti dovremmo perseguire. Siamo contrari, invece, alla devastazione che ciò comporta, alla distruzione, all’inquinamento. La devastazione – e qui Sica si rivolge direttamente al sindaco di Capaccio Paestum – portala a Torchiara (paese natale del primo cittadino, ndr) perché qui non la vogliamo. È chiaro o no? – aggiunge – e se non dovesse essere chiaro, lo sarà quando anche noi consiglieri saremo dalla parte del popolo pronti ad alzare le barricate». Nel frattempo, il popolo si sta già muovendo: nei giorni scorsi, l’associazione “Città” Libera ha organizzato un partecipatissimo incontro per discutere proprio di tali temi. Il direttivo, composto da Luigi Delli Priscoli, Marianna Matrone e Lucio Jack Di Filippo, ha voluto coinvolgere la popolazione, cercando di spiegare bene il progetto delle bretella. «Abbiamo registrato tre punti salienti di discussione – dicono – il silenzio con cui si è tentato di alimentare l’ignoranza su un’opera devastante per il nostro territorio, il totale dissenso da parte dei presenti fattoci pervenire anche da parte degli assenti ed il rapporto negativo in termini di benefici e costi per la nostra comunità di tale opera. Sul rapporto di fattibilità della stessa ANAS questo intervento viene qualificato come critico rispetto all’impatto paesaggistico e ambientale. Nei prossimi giorni – argomentano – verrà istituito un tavolo tecnico permanente che si occuperà di rendere edotti tutti i cittadini di Capaccio Paestum. Oltre che informativo, sarà un tavolo tecnico propositivo. L’ANAS costruisce strade. La politica persegue progetti faraonici per captare voti. Noi difendiamo il nostro territorio e il futuro dei nostri figli. Basta omertà e scelte calate dall’alto. Basta un uomo solo che decide per tutti. Basta ascoltare le chiacchiere nelle riunioni private in cui si può propinare tutto e il contrario di tutto. Se le istituzioni vorranno dialogare e cercare soluzioni alternative, bene. Diversamente si assumano la responsabilità dello scempio che andranno a perpetrare a danno dei propri concittadini – concludono – e di coloro che li hanno votati».
Arturo Calabrese