Napoli tradito dalla sua maggioranza - Le Cronache
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Napoli tradito dalla sua maggioranza

Napoli tradito dalla sua maggioranza

di Erika Noschese
Napoli tradito dalla sua stessa maggioranza. Non è stato un buon inizio settimana per il primo cittadino che, giunto in consiglio comunale, ha fatto i conti con una crepa interna ai suoi fedelissimi che non può più essere nascosta. All’appello mancavano ben sette consiglieri, innegabile la motivazione politica, almeno per buona parte di loro: a capo di questa decisione ci potrebbe essere il mancato rimpasto in giunta, tanto preteso soprattutto all’indomani dell’esito della inchiesta sulle cooperative sociali che ha nettamente sgonfiato un’inchiesta che sembrava poter mettere fine, definitivamente, al sistema Salerno. Così non è stato e con il passare delle settimane si è fatta sempre più insistente la richiesta di ampliare gli orizzonti della giunta. Tutto sembrava essere pronto: Rocco Galdi doveva essere ad un passo dalla nomina di assessore con delega alla mobilità ma intanto i giorni passano e nulla di nuovo sotto il sole. Così, ieri mattina, il primo ma deciso atto di ribellione. Angelo Caramanno, Rocco Galdi, Fabio Polverino, Arturo Iannelli, Antonio Fiore, Giuseppe Zitarosa e Luca Sorrentino hanno scelto di non presentarsi in aula ma solo due hanno giustificato l’assenza, Iannelli e Caramanno. A quel punto, l’opposizione – preso atto della scelta dei consiglieri di maggioranza – ha abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale. A nulla sono valsi i tentativi del primo cittadino che ha tentato di convincere anche Antonio Cammarota, impossibilitato a fare marcia indietro e, suo malgrado, ha dovuto dire di no alla pressante richiesta di Napoli di rientrare in aula per proseguire con i lavori. Nel frattempo, gli assenti hanno provato ad accaparrare qualche giustificazione: Zitarosa avrebbe avuto, a suo dire, contrattempo lavorativi, Galdi impegnato in commissione. Motivazioni poco credibili agli occhi dell’opposizione che ha fatto i conti con la mancanza di numero legale da parte della maggioranza Napoli e ha scelto di lasciare l’aula tra il maldestro tentativo della segretaria generale Ornella Menna, fermata solo dalla presa di posizione di un consigliere che ha minacciato di far intervenire le forze dell’ordine. A quel punto, il presidente Dario Loffredo non ha potuto far altro che dichiarare sciolta la seduta. Il sindaco, a quel punto, non ha voluto attendere oltre e dopo una prima riunione con la segretaria Menna è stata convocata la riunione dei capigruppo che ha permesso ad alcuni di giustificare la loro assenza. Intanto, la nuova seduta del Consiglio comunale di Salerno è stata già convocata per mercoledì 29 marzo alle 9.30. “Il Sindaco, la Giunta e la maggioranza lavorano compatti al servizio della città e la seduta di mercoledì consentirà di approvare i punti qualificanti all’ordine del giorno.
La minoranza si è assunta la responsabilità politica di far rinviare la seduta consiliare abbandonando l’aula in un momento nel quale alcuni consiglieri di maggioranza – presenti comunque a Palazzo di Città – erano impegnati presso gli uffici per attività istituzionali – fanno sapere da Palazzo di Città attraverso una nota – La minoranza si è così sottratta al confronto democratico con un espediente che non interferirá in alcun modo sull’azione amministrativa della maggioranza al servizio della città”. Un’urgenza dettata dalla necessità di approvare il regolamento per la conciliazione giudiziale agevolata delle controversie tributarie che deve avvenire entro il 31 marzo e questo ha motivato l’urgenza che consente di non rispettare i termini previsti di cinque giorni di avviso. Un dato è evidente: le fibrillazioni interne a Palazzo di Città non possono più essere declassate a mera invenzione della stampa, Vincenzo Napoli inizia a fare i conti con i fatti e con la pretesa di alcuni di entrare in giunta. Per il momento tutto rinviato a domani mattina ma il sindaco in queste ore sembra essere particolarmente agitato soprattutto considerando che tra i punti all’ordine del giorno vi è la mozione presentata dai consiglieri di opposizione sul caso Crescent alla luce della risposta del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin all’interrogazione presentata dal deputato Pino Bicchielli confermando l’abuso commesso nella realizzazione del Crescent e di piazza della Libertà con la deviazione del torrente Fusandola e il mancato intervento del Comune per ripristinare lo stato dei luoghi.