“Un fondo ad hoc per pazienti oncologiche” - Le Cronache
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“Un fondo ad hoc per pazienti oncologiche”

“Un fondo ad hoc per pazienti oncologiche”

di Erika Noschese
Un fondo ad hoc per le pazienti oncologiche: la proposta arriva da Francesca Branco, donna malata di tumore che oggi fa i conti con lunghe attese per sottoporsi ad esami diagnostici o cure eccessive, in termini economici, che non tutti possono permettersi. «Noi chiediamo al presidente De Luca l’istituzione di un fondo ad hoc per pazienti oncologici così da non doverci più sentir dire che i fondi sono finiti. Fare accertamenti oggi significa fare la differenza tra vivere o morire; non possiamo curarci inadeguatamente rischiamo di morire. Il paziente oncologico ha diritto ai fondi, è essenziale», ha detto Francesca. La sua proposta è sostenuta da tutte le pazienti che ieri mattina hanno protestato con Teresa Giordano, in particolar modo da Gerardina Iorio che ha scoperto di avere un tumore solo grazie alla sua caparbietà e, finalmente, è ad un passo dall’uscire da quel tunnel terribile che ti fa vivere con la paura di morire da un giorno all’altro. «Mi ritrovo ad essere paziente oncologica da un giorno all’altro, i medici mi avevano assicurato di essere sana come un pesce poi ho scoperto di avere un carcinoma al seno e sono viva solo grazie alla mia caparbietà – ha raccontato la donna, accompagnata dal marito che non l’ha mai persa di vista – È stato un trauma anche a livello psicologico. Mi sono operata e ho finito la chemioterapia ma mi sento ancora confusa». Gerardina oggi è viva ma denuncia l’impossibilità di curarsi: «Nelle strutture non c’è possibilità, una ragazza è dovuta andare all’ospedale Gemelli a fare i controlli. De Luca, credo che lei sta dimostrando di essere un pessimo presidente, nelle altre regioni funziona in tutt’altro modo: le pazienti vengono accompagnate e sostenute gratis senza neanche pagare i 5 euro del ticket». Gerardina oggi ha la possibilità di pagare per sottoporsi ad esami fondamentali per la sua sopravvivenza ma non è così per tutte. Tra le donne in cura una mamma costretta a rinuciare per mandare avanti la sua famiglia dopo che il marito l’ha abbandonata. E c’è, tra di loro, chi non ha oggi la possibilità di sottoporsi ad esami così costosi. «Questa è una battaglia per vivere e far vivere bene le nostre famiglie. Ho due bimbe, una di undici e una di nove anni e se stiamo bene noi stanno bene loro. Tante le problematiche, dalle lunghe attese perché se non si paga i tempi sono lunghi e i fondi, facciamo visite all’Inps perché abbiamo dei diritti e dobbiamo usufruirne, una 048 che alla fine non serve – ha raccontato una paziente – I costi sono eccessivi anche perché il mio era un tumore molto aggressivo, non ormonale e tutto ciò che posso fare sono i controlli perché è ciò che mi fa andare avanti e mi fa stare tranquilla. Non poter accedere a determinate diagnostiche è terribile, ci sono tante persone che non possono curarsi. La nostra community è grandissima, ci sosteniamo a vicenda. È importante che qualcuno ci ascolti». Una lotta per la sopravvivenza e una spesa economica che, oggi, spaventerebbe chiunque eppure curarsi è un diritto.