Il nostro conservatorio è diverso - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Il nostro conservatorio è diverso

Il nostro conservatorio è diverso

Presentate, ieri mattina, le iniziative di cui sarà protagonista la massima istituzione musicale cittadina, dall’evento nazionale del Dantedì allo Stabat di GiovanBattista Pergolesi a Londra

Di Olga Chieffi

“La musica è un gioco serio che sveglia alla vita” scriveva John Cage. Lo abbiamo toccato con mano ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa dal finissimo perlage, moderata dal direttore del Conservatorio “Giuseppe Martucci” Fulvio Maffia, il quale alla presenza del Sindaco Vincenzo Napoli, ha presentato insieme al suo vicedirettore il violinista Fulvio Artiano e al docente di esercitazioni orchestrali Jacopo Sipari di Pescasseroli, gli eventi musicali che impreziosiranno la primavera dell’istituzione musicale. Il nostro conservatorio è diverso è il motto che è spesso nei post di Jacopo Sipari, ogni qualvolta riesce ad offrire una opportunità di lavoro, di studio e di esperienza ai propri allievi, i quali sabato 25 marzo saranno assoluti protagonisti della giornata del DanteDì, il cui massimo evento si svolgerà al Teatro Verdi con l’esecuzione della Eine Symphonie zu Dantes Divina Commedia S.109 di Franz Liszt, alla presenza del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Il nostro conservatorio è diverso “Perché è una famiglia – dice il direttore Fulvio Maffia – perché corpo docente e non docente e amministrativi, non disdegnano di andare ben oltre l’orario di lavoro per dar modo di provare o di continuare a far lezione, perché l’arte non conosce tempo”. C’è un istante che ferma il tempo cronologico e ci pone alla ricerca del “tempo pieno”, il tempo dell’arte, ove l’istante non è più. L’istante dei musicisti è infinito, brucia il tempo, il loro destino umano resta sospeso all’aorgico, nessuna forza umana può comprenderlo in una definizione, e, per conseguenza, il confine tra gli opposti logici che delimitano in ogni momento la possibilità stessa di pensare ragionevolmente (possibile-impossibile, visibile-invisibile, male-bene, senso non senso, si-no, verità-finzione), resterà infinito, indecidibile, indeciso, sospeso. Fin quando si riuscirà ad attuare questo gioco, al di là dell’internazionalizzazione del conservatorio, che oltre ad uno scambio Erasmus vivissimo, convenzioni con i teatri dell’Opera di Tirana e di Varna, grazie ai buoni offici del Maestro Sipari, che scritturano i migliori prodotti dell’istituzione per le loro ottime orchestre, la strettissima collaborazione con il teatro Verdi, che ha affidato due titoli del cartellone e incluso nel progetto educational delle scuole le masse corali ed orchestrali del Martucci per la rappresentazione della Cavalleria Rusticana e di Suor Angelica, in dicembre, diversi concerti in giro per l’Italia e l’Europa, a cominciare dallo Stabat Mater di GiovanBattista Pergolesi, di scena a Londra la prossima settimana, il nostro sarà un conservatorio diverso. Si lavora col sorriso, si scherza fuori dalle aule e anche in conferenza, nel momento in cui il discorso con autorità in sala, quali il Sindaco e Claudio Tringali, non poteva non scivolare su di un auditorium che sta deperendo mese dopo mese, poiché sotto il conservatorio insistono tre corsi d’acqua, c’è poi il problema atavico del parcheggio da risolvere, del collegamento tra stazione e scuola, nonché degli spazi per una popolazione scolastica sempre più numerosa, problemi, indicati dagli studenti che fanno pronunciare al direttore Fulvio Maffia, che il conservatorio si siederà al tavolo per l’assegnazione dell’auditorium, per usarlo, magari anche per le prove di una orchestra in “anabasi”, diciamolo con Senofonte, “giocando” il ruolo dell’ “amante” dell’amministrazione comunale. Chi sceglie la musica, si fa portatore di un linguaggio universale e di una cultura totale: significativo il passaggio del discorso di Jacopo Sipari, sull’ universitas personarum, ovvero il docente scelto dagli studenti, al tempo dei clerici vagantes dei goliardi, e l’ universitas rerum o facti, solo una pluralità di cose, fisicamente separate ma tenute insieme da un’unica destinazione, il luogo, nel presentare il concerto e la sua orchestra, fatta quasi esclusivamente da studenti, senza docenti o numerosi aggiunti esterni, come d’uso in quasi tutte le altre istituzioni. Il nostro conservatorio è diverso perché è una universitas personarum, con piena fiducia nei docenti e nella loro collaborazione a partecipare alle performance di questa orchestra che è il vertice in cui convergono gli sforzi di tutti i docenti di strumento e canto. Anima di questo evento è il Maestro Fulvio Artiano, il quale ha proposto al ministero uno spettacolo particolare con l’associazione, all’esecuzione musicale di una proiezione di tavole affidate al segno di Marco Romano, che s’intrecceranno con questa non semplice pagina, in cui l’intera tecnica della grande orchestra sinfonica è egualmente squadernata con straordinaria grandiosità, sin dalle prime battute. Un conservatorio che debutterà il 25 marzo con il nuovo logo sui programmi, realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, una felice intuizione ancora di Fulvio Artiano, che ha fatto lavorare e ha premiato giovani al servizio di altri giovani. La nuova immagine, è di Maria Antonella Arsenio, studentessa di Graphic Design della Scuola di Progettazione Artistica per l’Impresa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, diretta da Renato Lori ed è frutto del contest avviato a seguito della collaborazione instaurata tra le due prestigiose Istituzioni, coordinato da Enrica D’Aguanno. Il nuovo logo del Conservatorio di Musica ‘G. Martucci” nasce dall’unione di tre simboli musicali, la chiave di Fa e due segni di articolazione che uniti formano il monogramma GM. Per l’immagine coordinata sono stati riprodotti vari simboli e note musicali, in un “mare” schizzato da un blu di Prussia intenso, pari a quello che si ammira dalla terrazza nelle giornate della bella stagione.