Ispettori al Ruggi, salgono a cinque adesso i casi di presunta malasanità. Ipotesi commissariamento - Le Cronache
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Ispettori al Ruggi, salgono a cinque adesso i casi di presunta malasanità. Ipotesi commissariamento

Ispettori al Ruggi, salgono a cinque adesso i casi di presunta malasanità. Ipotesi commissariamento

di Erika Noschese
Salgono a cinque i casi di presunta malasanità sui quali stanno facendo luce gli undici ispettori inviati dal Ministro della Salute Orazio Schillaci per far luce su quanto sta accadendo in questi mesi presso l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona: si tratta del neonato di Angri nato morto dopo che la famiglia aveva chiesto per la futura neo mamma un parto cesareo; il bambino deceduto dopo essere stato dimesso; la donna di colore che ha perso la vita a due settimane dal parto; l’anziana operata nel reparto di ginecologia dopo che da Roma era stato detto che per lei non c’era altro da fare e l’uomo deceduto a causa di un ictus dopo aver atteso per ore ed ore in pronto soccorso. Quella di ieri è stata una mattinata abbasta delicata: gli ispettori avrebbe ascoltato, stando a quanto emerso, i dottori Francesco Marino, direttore facente funzioni del reparto di ginecologia; Gennaro Luongo, ex primario del reparto di ginecologia; il dottor Antonio Mollo, Mario Polichetti, primario del reparto Gravidanze a rischio e il chirurgo Pasquale Smaldone. Ciascuno di loro è stato chiamato a notiziare sui fatti di loro competenza e che hanno coinvolto loro direttamente. Polichetti si sarebbe limitato a dire di non essere a conoscenza della vicenda relativa alla ventenne di colore: solo una volta rientrata in ospedale il dottore avrebbe appreso delle condizioni della giovane. Anche gli altri medici sono stati chiamati a parlare per quanto di loro competenza. Nei giorni scorsi, gli Ispettori del Ministero della Salute e carabinieri del Nas al Ruggi per acquisire la documentazione relativa ad alcune morti sospette, che si sono verificate negli ultimi mesi nell’ospedale salernitano e su cui sta già indagando la Procura. Ora, si attende la relazione degli ispettori ma valutare il da farsi ma non si esclude l’ipotesi commissariamento qualora dovessero essere accertati i casi di malasanità. Proprio le scorse settimane anche la Cisl Medici aveva scritto alla direzione generale del Ruggi per le problematiche organizzative, strutturali e assistenziali in azienda ribadendo la necessità di procedere in tempi brevi all’assegnazione degli incarichi per i colleghi dirigenti che ancora non lo hanno ricevuto. Tra le altre problematiche attenzionate anche le sale operatorie dove, da tempo, manca il farmaco a base di tiopetone, utile in alcune circostanze per indurre l’anestesia. Giancarlo Petrosino, segretario Cisl ha poi acceso i riflettori sul reparto di ostetricia e ginecologia a causa della disorganizzazione che si vive: “Non si capisce chi sia di guardia per le urgenze, chi di servizio in reparto o chi in pronto soccorso ostetrico dato che spesso uno stesso medico salta da un compito all’altro nell’arco della stessa mattinata o di poche ore”, ha aggiunto il segretario parlando di “ambiente avvelenato”. In merito al pronto soccorso, si legge ancora nella relazione, gli accessi incontrollati sono numerosi e l’azienda non riesce ad interagire con i vertici dell’Asl per far sì che ci sia un filtro sul territorio. Una relazione molto lunga nella quale vengono evidenziate tutte le problematiche che vive oggi l’azienda ospedaliera universitaria senza trascurare le liste d’attesa che restano particolarmente lunghe con utenti costretti sempre più spesso a rivolgersi a centri privati per sottoporsi ad accertamenti urgenti. Ora, non resta che attendere l’esito dell’attività ispettiva e la decisione che intende assumere il ministro della Salute anche alla luce del dossier preparato dal senatore Antonio Iannone con tutti i casi di morte sospetta e le denunce avanzate dai parenti dei pazienti in questi mesi. Dal dg Vincenzo D’Amato per ora bocca cucita.