La Regione non paga. Comune in rosso. Pagano i salernitani - Le Cronache
Ultimora

La Regione non paga. Comune in rosso. Pagano i salernitani

La Regione non paga. Comune in rosso. Pagano i salernitani

di Alfonso Malangone*
Gentile Direttore,
le notizie di stampa degli ultimi giorni su ulteriori difficoltà finanziarie dell’Ente Comunale possono sconfortare o preoccupare, ma non sorprendere, visti gli obblighi sottoscritti per il rientro dal Disavanzo di € 169,9milioni. Se i timori fossero fondati, ci sarebbe davvero il rischio di andare incontro ad un disastro per le famiglie salernitane che già pagano, per tributi locali, una media annua di oltre € 600 (fonte: OpenPolis). Come Città. siamo ai posti più alti, in Italia, e ci distinguiamo almeno per questo. Comunque sia, non ci resta che attendere il Consuntivo 2022 per sapere qualcosa di più e, auspicabilmente, diradare dubbi e preoccupazioni. In particolare, si è letto che da quest’anno si faranno economie e che potrebbe mancare l’integrazione Comunale ai fondi Statali o Regionali offerti a copertura di spese specifiche. I costi, quindi, dovranno essere mantenuti nei limiti delle risorse acquisite. La precisazione è stata fornita a seguito delle critiche sollevate da più parti per il mancato pagamento degli stipendi agli Artisti del Teatro Verdi, stagione 2021, a causa del ritardo nell’erogazione dei contributi concessi dalla Regione. Se così fosse, sarebbero problemi seri per i tanti creditori perché a fine 2021, ultimo Bilancio deliberato, la Regione ci doveva almeno € 60milioni. Tra questi, c’era un analogo contributo per il Verdi di € 5.153.491,00 (stagione 2020) e, poi, c’erano anche € 600.000,00 per la cultura (anno 2015); € 903.580,64 per il turismo (anno 2017); € 309.504,46 per i giovani (dal 2017 in poi);; € 727.008,89 per il trasporto scolastico (dal 2019); € 5.790.061,02 per l’integrazione (dal 2015); € 8.288.398,98 per la scuola dell’infanzia (dal 2013); € 11.519.188,15 per il disagio sociale (dal 2015); € 15.904.691,86 per pazienti e anziani (dal 2013); € 1.014.914,48 per il Premio Charlot (dal 2017); € 1.173.416,08 per luminarie (dal 2017); € 140.953,29 per Universiadi e Musei in rete; € 441.985,21 per le scuole (dal 2020). Solo per curiosità, c’era pure un contributo di € 563,00 (anno 2020) per le ‘donne colpite da alopecia’. Così, è giusto chiedere: “quante di queste somme sono state incassate, ad oggi, e quanti altri debiti si sono aggiunti nel 2022?” E’ una domanda doverosa, perché una sola cosa è certa: “se non pagherà la Regione, dovrà pagare il Comune e, quindi, dovremo pagare noi”. Ed è una domanda anche opportuna, perché i recenti aumenti dell’addizionale Irpef Regionale inducono a dubitare della presenza di sufficienti risorse finanziarie nel Bilancio dell’Ente Superiore. La Campania è al primo posto, insieme al Lazio, per le aliquote (fonte: MEF) che vanno a sommarsi agli aumenti dei tributi locali decisi recentemente dal nostro Comune. Se a questa complessiva sottrazione di risorse, ben più alta rispetto ad altre realtà, si aggiungono i costi sostenuti per la carenza o, addirittura, l’assenza di servizi, davvero ‘non ci resta che piangere’ e vergognarci per quello che consegneremo ai nostri figli e nipoti. Se dovessero restare qui. In ogni caso, laddove mancassero i soldi della Regione, non avremmo scampo. E’ ben noto, infatti, che la copertura di qualunque opera significativa si stia pensando di fare in Città è offerta da finanziamenti e mutui. E, purtroppo, a parte la spia ’rossa’ dell’addizionale Irpef, nel Consuntivo Regionale 2021, ultimo deliberato, non sembrano mancare evidenze di disagio finanziario. La Regione aveva, a quella data, crediti da incassare, cioè Residui Attivi, per ben € 9.561.240.454,25, con una capacità di riscossione del 38,73%, e debiti da pagare, cioè Residui Passivi, pari a € 9.476.991.019,67, con una capacità di spesa del 40,32%. In sostanza, ogni 100 euro, l’Ente ne aveva riscossi 39, e ne aveva saldati 40, pagando i debiti ‘vecchi’ con gli incassi dei crediti ‘vecchi’ per non compromettere l’equilibrio tra le entrate e le spese dell’anno corrente. Salvo ogni errore. Spaventa, poi, che il 2021 sia stato chiuso con un Disavanzo di Amministrazione di € – 4.141.216.432,97. Quattromiliardiecento è una cifra davvero mostruosa. Tutto questo emerge dal Giudizio di Parificazione del Bilancio da parte della Corte dei Conti, cioè dalla verifica dell’affidabilità e della trasparenza del documento contabile (fonte: Parificazione Bilancio 2021 del 15/11/2022 CAMPANIA/108/2022/PARI, pagg. 5; 160-167). Nel documento si legge, poi, che la Regione aveva prelevato risorse dalla cassa sanitaria per far fronte alle esigenze di quella ordinaria, provvedendo alla reintegrazione solo nell’esercizio successivo “in distonia rispetto ai principi contabili che autorizzano solo prelievi temporanei per momentanee carenze di liquidità” (fonte: cit., pag. 7). Non è una critica, ovviamente, ma solo l’osservazione della Corte. Si legge anche che i risultati 2021 sono stati influenzati dalla rilevazione di debiti fuori Bilancio, per sentenze o decreti ingiuntivi, pagati in buona parte con entrate ordinarie, pari a ben € 89.875.299,07 (fonte: cit., pag. 15). Altre cose, sono scritte, con riferimento alle Spese, ma non è questa la sede per parlarne. Basta qui solo osservare che pagare tributi maggiorati per squilibri Comunali e Regionali, comprovati dal Ministero delle Finanze e dalla Corte dei Conti, non può non ‘allarmare’ per il futuro, visto che saranno le tasche dei cittadini a pagare Debiti di cui erano all’oscuro e, forse, lo sono ancora oggi. Così, si può ben dire che aver compagni al duol non fa ‘scemare’ la pena. La fa raddoppiare, e anche più. Almeno per la nostra Città, è davvero necessario individuare la giusta rotta da seguire e fare scelte realmente straordinarie in grado di coinvolgere tutta la Comunità, nel suo complesso e in ogni sua parte attiva e propositiva. Diversamente, c’è il rischio concreto che le conseguenze delle difficoltà economiche e delle insufficienze sociali, ampliando gli effetti del crescente carico fiscale, possano impedire la sua resurrezione da uno stato di ‘morte apparente’ che, in verità, potrebbe diventare morte certa. Detto con gli scongiuri di rito.
*Ali per la città