“L’otto tutto l’anno”, parte la rinascitadelle detenute del carcere di Fuorni - Le Cronache
Ultimora

“L’otto tutto l’anno”, parte la rinascita
delle detenute del carcere di Fuorni

“L’otto tutto l’anno”, parte la rinascitadelle detenute del carcere di Fuorni

di Erika Noschese
Lucan Petronela, in carcere da 11 anni; Jessica Di Benedetto, 29enne che sta scontando i suoi otto anni di pena; Fortuna Parisi, 57 anni, Alessandra Cuomo. Sono donne, sono detenute, sono persone che stanno scontando la loro pena. Per loro un giorno arriverà il momento del riscatto e ce la stanno mettendo tutta per riprendersi quella libertà che tanto sognano ma soprattutto per dimostrare alle loro famiglie che il carcere, seppur luogo di profonda sofferenza, è stato anche il punto della loro rinascita. Lucan, Jessica e Fortuna sono un articolo 21: hanno la possibilità di lavorare all’esterno delle loro sezioni. Un modo non solo per guadagnare qualcosa ma anche per tenersi impegnate durante le giornate. Loro sono state le protagoniste, insieme alle altre 44 donne detenute, di “Donne sempre”, l’iniziativa lanciata dalla vice sindaco Paky Memoli con l’Humanitas Salerno, grazie al pieno sostegno della direttrice della Casa Circondariale di Salerno Rita Romano. Quella di ieri è stata sicuramente l’occasione per vivere una giornata di svago, insieme, ma anche per far sentire il loro amore ai familiari che aspettano la loro libertà. «Sono mamma, voglio cogliere quest’occasione per augurare buon compleanno a mio figlio, dirgli che lo amo, che mi manca e voglio dire al mio compagno che lo amo», ha detto commossa Petronela, 37 anni romena. È a Fuorni da undici anni: è accusata di concorso in rapina ai danni della 90enne che assisteva, Vincenza Sarnacchiaro, 93 anni, ex docente di matematica in pensione, barbaramente uccisa nel mese di marzo 2012 da Marius Marian Lucan, il figlio di Petronela. «Il carcere è un po’ la mia famiglia, grazie alla direttrice e agli agenti di polizia penitenziaria perché siamo sempre state trattate bene». A poter lavorare anche Jessica, ormai prossima al suo fine pena dopo l’arresto per spaccio di droga. «Lavorare ai aiuta a passare le giornate, a non pensare ai problemi perché questo è un luogo di sofferenze io qui mi sento rinata perché ci stanno dando la possibilità di guardare la vita da un’altra prospettiva – ha raccontato la 29enne — Sicuramente ci sarà la possibilità di essere integrate dopo aver scontato la pena, non vogliamo tornare alla vita precedente. Auguri a tutte le mie amiche a mamma soprattutto». A farle eco Fortuna, 57 anni: «Sono fiera di aver ottenuto da poco l’articolo 21: ho la possibilità di lavorare e spero di poterlo fare anche dopo aver scontato la pena. Ho bisogno del lavoro, ho un figlio a Poggioreale e ho dei nipoti e dopo sei anni di carcere spero di assaporare presto la libertà». Tante le iniziative presso l’istituto penitenziario di Fuorni, come ha ricordato la direttrice Rita Romano: «Non a caso ho voluto dare a questa giornata un titolo particolare, “l’Otto tutto l’anno” perché tutto l’anno dobbiamo essere impegnate in questo percorso tutt’altro che facile di recupero non solo esteriore perché abbiamo voluto dare spazio anche a questo aspetto ma soprattutto ad un percorso interiore che deve fare in modo che questo sia un momento di rinascita – ha dichiarato la Romano – Questa giornata ha una valenza particolare perché offre loro quella visibilità che tutto l’anno o normalmente non hanno quindi per loro è importante, significa l’affermazione del loro esserci non solo come detenute. A me piace coniugare etica ed estetica, l’una non prescinde dall’altra e assume una valenza particolare soprattutto in posti come questi. Dare risalto alla bellezza, interiore ed esteriore di ognuna di loro è fondamentale. Io ho una visione mia del carcere, come un parto: lo è tutte le volte che lasci andare una di loro che ha fatto un percorso qui con noi». E nonostante la sofferenza, le detenute mettono a disposizione le loro competenze per aiutare il prossimo. «Oltre al corso alberghiero ci sono diversi corsi, alcuni sono gestiti dalle volontarie e siamo quasi una famiglia perché abbiamo la possibilità di realizzare oggetti da regalare alle nostre famiglie. Altri hanno una valenza professionale come quello del riciclo creativo: in collaborazione con il Ruggi stiamo realizzando dei cuori per donne operate di tumore alle mammelle che hanno poca mobilità delle mani. Questi cuori aiutano a riprendere un minimo di manualità e a poter dormire meglio. Noi abbiamo qui una detenuta estetista e parrucchiera con lei ci sentiamo donne e sempre belle. Essere donne significa sentirsi parte di un insieme, cosa che a noi è mancata», ha detto Alessandra Cuomo, arrestata nel 2013 per spaccio di droga.
Tra le giovani professioniste che, invece, hanno messo a disposizione il loro tempo per questa giornata dedicata alle donne Jessica Noschese: «È stata un’esperienza importante per noi, l’8 marzo si celebrano le donne e siamo qui proprio per questo, per mettere a disposizione delle detenute le nostre competenze. È un’esperienza toccante», ha raccontato. Da sempre c’è l’impegno della vice sindaco del Comune di Salerno, Paky Memoli: «oggi la bellezza è entrata nel carcere con estetiste e parrucchiere che stanno ridando gioia a queste donne. Noi dobbiamo creare un percorso formativo per queste donne, dare loro la possibilità di seguire corsi di estetica e non solo perché uscendo da questo posto devono avere la possibilità di lavorare, avere così una loro dipendenza. In questo posto ci sono donne con una loro storia e una vita da tutelare sempre». L’associazione Universo Humanitas è da anni accanto ai detenuti e alle detenute del carcere di Fuorni, come ha ricordato il presidente Roberto Schiavone: «Questa è una delle tante iniziative che stiamo organizzando presso la casa circondariale, poi ce ne sarà una per la festa del papà e un’altra ancora per la festa della mamma. Stare vicine a queste persone che per tanti motivi sono recluse presso la casa circondariale è importante perché le accompagniamo in un percorso che si concluderà con l’uscita dal carcere e il reinserimento sociale. Fanno corsi di formazione e offriamo una alternativa a queste persone».