L’Associazione Comitato Salerno Centro Storico boccia il piano di mobilità - Le Cronache
Salerno

L’Associazione Comitato Salerno Centro Storico boccia il piano di mobilità

L’Associazione Comitato Salerno Centro Storico boccia il piano di mobilità

di Erika Noschese
Ruotano, per la gran parte, attorno alla mobilità sostenibile le osservazioni al Pums presentate ieri mattina dall’Associazione Comitato Salerno Centro Storico Alto che ha presentato un documento dettagliato frutto di un lavoro corale che hanno messo a frutto le analisi di anni del nostro Comitato sulle problematiche della mobilità nel centro storico e nella città più ampia e hanno dato forma unitaria alle problematiche e alle proposte di intervento di numerosi cittadini e cittadine riunite nel Comitato. Per i membri del comitato, infatti, il Pums così come presentato è “molto poco definito e per nulla ambizioso, in ampie parti raccoglie progettualità già decise a monte e i contenuti originali rimangono per lo più a livello di semplice proposta priva dei necessari approfondimenti, che vengono rimandati ad una indefinita fase successiva. Molta attenzione viene posta alla infrastrutturazione e pochissima alla gestione della città” in quanto, tra le altre cose, non viene studiata la specificità della mobilità legata alla movida notturna e i grandi eventi come Luci d’artista che invece molto pesano sulla sostenibilità e la vivibilità della città mentre nell’analisi del trasporto pubblico ci si ferma alla sola valutazione della distribuzione spaziale delle linee, nessuna valutazione viene svolta sull’adeguatezza o meno della durata del servizio, della frequenza delle corse, della presenza o meno di corse nei giorni festivi, sul fatto che molte corse saltano lasciando i passeggeri a piedi. Per quanto riguarda, invece, il sistema metropolitano non viene messo in evidenza il problema derivante dal fatto che non esiste una continuità delle linee tra est e ovest della stazione centrale e della lentezza delle corse derivante da una gestione di tipo ferroviario anziché metropolitano. Tra le proposte presentate dal comitato la necessità di ridurre la consistenza complessiva del parco auto private cittadino puntando sulla cosiddetta “shared mobility”: “a fronte di una prospettiva certa di evoluzione verso un parco mezzi totalmente elettrico, ad oggi le colonnine di ricarica in città sono pochissime e le uniche due gestite da Salerno mobilità di Piazza della Concordia sono vetuste e spesso fuori uso. Il problema è particolarmente complesso considerata la grande quantità di automobili permanentemente parcheggiate in strada e per le quali, in tutta evidenza, i proprietari non possono attrezzarsi autonomamente per la ricarica. La definizione e l’implementazione di una strategia organica per la ricarica dei veicoli elettrici è urgente e impellente, pena il collasso”, hanno spiegato i membri del comitato. Altro tema delicato la mobilità pedonale e città dei 15 minuti che oggi sembra di complessa realizzazione in quanto, ad esempio, il cimitero comunale è lontano dal resto della città; il Crescent, che non attira una mobilità di prossimità ma che è stato concepito e viene promosso come attrattore di una mobilità di svago di scala sovracomunale, semmai avrebbe dovuto essere considerato come attrattore il polo costituito da municipio e prefettura; la Cattedrale che ha una funzione duplice: come luogo di culto quotidiano dovrebbe essere al pari di tutte le altre chiese parrocchiali cittadine le cui isocrone si sarebbero dovute valutare, ma come cattedrale in quanto tale è inevitabilmente un attrattore di scala comunale e quindi irriducibilmente al di fuori dello schema della città a 15’. “Rimane inevitabilmente esclusa la zona collinare, per la quale forse non è possibile implementare nella sua forma integrale l’idea di città dei 15’”, hanno aggiunto i membri del comitato che ribadiscono la necessità di un trasporto collettivo in sede fissa comunale e di area vasta. Massima attenzione al trasporto su gomma urbano: Salerno non è un’isola ma è parte di una conurbazione molto più ampia, come tale vi sono linee che pur essendo formalmente extraurbane svolgono a tutti gli effetti un servizio urbano; dal nostro punto di vista di residenti del centro storico questo è ad esempio il caso della linea 1, che collega Vietri a Salerno costituendo un servizio di fondamentale importanza per la frazione di Canalone, affetto da non poche criticità date ampie fasce orarie senza servizio che si alternano a momenti di sovrapposizione di 2 o 3 corse con la linea 26. Dall’analisi del Piano è poi sparita la linea 43 che è di vitale importanza per gli anziani e le persone a ridotta mobilità del centro storico. Proposte interessanti arrivano per il biciclan: il comitato Salerno Centro Storico Alto evidenzia che la rete ciclabile deve essere implementata tutta da subito, anche ricavando semplici corsie riservate in carreggiata stradale con il solo tracciamento della segnaletica orizzontale e l’apposizione della dovuta segnaletica verticale; vanno poi diffuse in città rastrelliere di sicurezza per incatenare le bici, in prossimità di tutti i principali attrattori ciclabili, che vanno individuati (scuole, uffici, ambulatori, vie commerciali,…); vanno poi diffuse in città rastrelliere di sicurezza per incatenare le bici, in prossimità di tutti i principali attrattori ciclabili, che vanno individuati (scuole, uffici, ambulatori, vie commerciali,…); si procederà a consolidare la rete ciclabile tramite interventi di messa in sede propria e di più ampia riqualificazione urbana delle strade coinvolte, mano a mano che si presentano le occasioni di finanziamento. Infine, riflettori accesi sulla a mobilità serale di svago e i grandi eventi.