Daniela De Vita: “Sognare è dipingere la verità” - Le Cronache
Salerno

Daniela De Vita: “Sognare è dipingere la verità”

Daniela De Vita: “Sognare è dipingere la verità”

Di Andrea Orza

“Quando un uomo ha grossi problemi dovrebbe rivolgersi ad un bambino; sono loro in un modo o nell’altro, a possedere il sogno e la libertà”, affermò il prolifico scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Crescendo si è costretti ad imbrigliare la fantasia che forse solo gli artisti sono in grado di custodirla gelosamente ad oltranza. Daniela De Vita anche conosciuta come Odile, è un’illustratrice salernitana che non si rassegna alla misuratezza dell’obbiettività degli adulti, offrendo ad pubblico di grandi e piccini, racconti didascalici e onirici che ci ricordano che sognare è dipingere la verità.

Da cosa ti è venuta l’ispirazione di illustrare i libri per i più piccoli? 

“Le mie illustrazioni nascono, in realtà, per un pubblico adulto, ispirate ad esempio alla poesia e, quindi, a tematiche più profonde e intime. Ad un certo punto ho notato che anche i più piccoli apprezzavano i miei disegni ma, essendo liberi da sovrastrutture, la loro era una lettura semplice, spontanea, ugualmente comprensibile. Mi sono avvicinata così all’illustrazione per i più piccoli, aprendo un varco ad un mondo magico in cui liberare la fantasia, tornare bambini. Ne sono sempre stata affascinata infatti in camera da letto ho una libreria dedicata agli libri illustrati e acquistati nel tempo. Questi tomi sono preziosissimi ricordano la mia infanzia. Li tengo lì, mi dico, sperando che la notte mi aiutino a sognare.

Il giorno invece, ad occhi aperti, trovo ispirazione soprattutto nel candore e nella purezza della natura. Sono proprio questi due elementi a rispecchiarsi nell’animo dei bimbi. Parlare di una “nuvola che mi rincorre” – se sta arrivando un temporale – è un concetto immediato per un piccolo lettore.

Il bello di illustrare libri per l’infanzia è, soprattutto, l’idea che sfogliando una mia storia un bambino possa stupirsi. Ecco, quello che mi ispira è la loro meraviglia.”

Cosa significa esprimere la propria arte in una città come Salerno?

“Purtroppo, non è affatto semplice, una città di provincia e, soprattutto del Sud ha molti limiti. Molte città del Nord Italia hanno un fermento e una sensibilità verso l’illustrazione che qui non si immagina. Noi artisti siamo sempre costretti a salire su un treno. Negli ultimi anni c’è stato un lento declino culturale che ha reso tutto più faticoso, ma non impossibile. Caparbiamente, infatti, sono riuscita a raccontare e a raccontarmi grazie anche all’incontro con persone che condividono l’amore per l’arte e per la propria città.

Perché d’altronde è il forte legame con i luoghi, con il mare, le leggende e la storia che mi spinge e mi influenza nei lavori e in quello che provo a trasmettere con i miei disegni.”

Come definiresti il tuo stile?

“Lo definirei sognante ed essenziale. Nelle mie illustrazioni cerco di trasmettere tranquillità, tenerezza senza essere leziosa. Uso poche linee e definite ma mi diverto ad inserire particolari e dettagli dai riferimenti ben precisi. Una caratteristica, invece, che accomuna i miei personaggi è quella degli occhi chiusi perché li immagino sempre immersi nei loro sogni, che siano da realizzare o da usare come rifugio.

Segni delicati, gentili, che si fanno strada in punta di piedi verso le vostre pareti!”

Tu e i tuoi colleghi avete mai pensato di proporre dei seminari didattici nelle scuole?

“Certo! Andare nelle scuole a lavorare con i bambini è sempre stimolante. Coordinare un team di piccoli illustratori è divertentissimo, soprattutto con i più piccoli che si entusiasmano più facilmente. Hanno idee bizzarre, originali, notano particolari impercettibili e sono una fonte inesauribile di storie da inventare.

Negli ultimi mesi ho avuto modo di lavorare con gli alunni di scuole elementari e medie grazie a dei progetti che mi hanno coinvolta con l’obiettivo di far entrare l’albo illustrato nell’universo affettivo dei bambini. A volte la mia figura è stata affiancata da uno scrittore a volte da sola ma sempre con l’intento di sviluppare la loro creatività. Sono nati così dei piccoli albi con il prezioso aiuto dei piccoli scrittori/ illustratori. Il momento più bello è quando, al momento dei saluti, chiedono se ci rivedremo ancora e mi regalano i loro disegni. Sono sinceri, diretti, affettuosi: vuol dire che si sono divertiti e abbiamo lavorato bene!”