Mons Bellandi: «La politica metta al centro dell’agenda lo spopolamento di tante aree interne» - Le Cronache
Ultimora

Mons Bellandi: «La politica metta al centro dell’agenda lo spopolamento di tante aree interne»

Mons Bellandi: «La politica metta al centro dell’agenda lo spopolamento di tante aree interne»

di Erika Noschese
«Quello dello spopolamento delle aree interne è un problema grave e la politica dovrebbe mettere questo al centro della propria agenda, magari sfruttando l’opportunità del Pnrr». Parla così Sua Eccellenza Andrea Bellandi, arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno che, tra le altre cose, punta l’attenzione anche sulla necessità di valorizzare la cultura salernitana, aspetto «centrale per il futuro della città».
Sua Eccellenza, oggi tra i giovani viene a mancare il legame con la fede e la chiesa e Lei, in questo, è fortemente impegnato. Valori importanti che vengono a mancare…
«Noi abbiamo creato un ufficio per la pastorale giovanile proprio per dare incremento alla preoccupazione pastorale della chiesa per questi ragazzi che hanno bisogno di trovare interlocutori che li ascoltino, che sappiano mettersi al loro livello. Per questo ho chiesto ad un sacerdote e alle persone che collaborano con lui di seguire particolarmente l’aspetto giovanile, a livello delle parrocchie ma anche e soprattutto per le scuole, le realtà dove i giovani si radunano. Credo sia importante un atteggiamento di ascolto rispetto alle loro esigenze e cercare di proporre la fede in un modo da loro comprensibile, in virtù di un cambiamento enorme di cultura, valori, punti di riferimento. C’è bisogno di adulti nella fede che possano camminare con loro e offrirgli una strada».
C’è bisogno di rieducare le giovani generazioni anche solo nel rispetto verso il prossimo. Tanti gli episodi di bullismo soprattutto verso colui che viene definito “diverso”…«Il Papa da tempo parla di un’emergenza educativa e per contrastarla occorre un’alleanza tra tanti soggetti che si occupano dell’educazione, a partire dalle scuole, le università, la chiesa, le organizzazioni di volontariato. Questa è veramente un’emergenza per il futuro perché sono le generazioni che un domani guideranno il nostro Paese. Sicuramente abbiamo dato per scontato la possibilità di trasmettere questo patrimonio di cultura, valoriale, di fede, di riferimenti grandi magari insistendo sugli aspetti più materiali, di ritorno immediato ma quello dell’educazione è un settore per il quale spendere le nostre migliori energie in tutti i campi, sia dello studio, della formazione, rispetto reciproco. Bisogna riconoscere che viviamo in una comunità e tutti sono responsabili l’uno dell’altro».
Lei dimostra vicinanza alla comunità con un appuntamento fisso. Nel corso del primo incontro ha parlato della sicurezza stradale. Le chiedo, ancora una volta, un appello alla sensibilizzazione e al rispetto delle regole ma soprattutto del prossimo…
«Fa parte di quel discorso che facevamo prima, far entrare nell’intelletto, nel cuore e nella sensibilità di tutti e dei giovani in particolare il doverci curare l’uno dell’altro; le nostre azioni hanno delle conseguenze e a volte possono essere conseguenze terribili. Non siamo isole separate l’une dalle altre, partecipiamo tutti ad un’unica comunità e a questa educazione al rispetto, all’attenzione, alla prudenza, a comportarsi sapendo che siamo insieme agli altri è fondamentali».
Si parla di spopolamento delle aree interne e giovani costretti a lasciare le loro terre in cerca di un futuro. La chiesa potrebbe giocare un ruolo fondamentale…
«Questo è vero. È un problema grave, sentito nelle aree interne e dobbiamo avere la percezione che il futuro di queste zone dipende dal fatto di creare occasioni di lavoro, di formazione, perfezionare i mezzi di comunicazione, le infrastrutture; creare le possibilità affinché questi giovani possano formarsi, avere un futuro senza dover lasciare i proprio Paesi perché questo penalizzerebbe l’intera comunità. Anche su questo aspetto siamo tutti coinvolti: le istituzioni civili e religiose e forse anche la politica dovrebbe mettere questo al centro della propria agenda. Con l’occasione del Pnrr qualcosa possiamo fare in questo senso».
San Matteo 2023, ci sono già alcune novità?
«San Matteo è sempre presente, tutto l’anno, nella devozione, la preghiera e l’affetto che i salernitani nutrono verso il loro patrono. Siamo ancora lontani dall’evento quindi non abbiamo ancora in mente l’organizzazione della giornata ma sicuramente cercheremo di arrivarci preparati».
Rete dei Musei, la Curia ha svolto la sua parte ed è stata protagonista di questo importante progetto promosso dall’attuale consigliera comunale Tonia Willburger. Si parla troppo poco di cultura, si fa ancora troppo poco e dovrebbe tornare ad essere presente anche in questa città…
«Io credo che ultimamente ci si accorga di più che questa dimensione della cultura e dell’offerta che la città può dare è centrale per il futuro della città, la valorizzazione delle opere di grande storia e grande tradizione che Salerno possiede; se remiamo tutti dalla stessa parte e cerchiamo di fare rete possiamo offrire realtà più organizzate, appetibili per i turisti e i visitatori, cercando percorsi comuni che offrano il pacchetto pensato insieme dove ognuno mantiene la propria specificità ma l’unione fa la forza».