Ricordi di scuola - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Ricordi di scuola

Ricordi di scuola

Aneddoti, emozioni, intemerate, dei cinque flautisti nel tempo trascorso insieme al Maestro Giordano

                                                                   Compagni di scuola

Di Antonio Senatore

Ci siamo conosciuti nel lontano 1972 quando, appena tredicenne, ho iniziato gli studi in conservatorio. Essendo il Maestro Giordano più grande di me come età e come preparazione, l’ho visto fin da subito come un modello da seguire  e sotto la sua ala protettiva e i suoi utili consigli sono arrivato al diploma. Proprio la narrazione della giornata del mio diploma può schizzare la generosità del Maestro: alla vigilia dell’esame di diploma il mio Muramatsu improvvisamente si blocca. Preso dal panico chiamo Mimmo il quale, senza scomporsi, mi dice di andare a casa sua a prendere il suo flauto per poter fare così l’esame senza patemi . Così, grazie alla sua disponibilità e amicizia, feci il mio esame di diploma con il suo flauto. Le prime esperienze di concerti le ho condivise con lui e con Domenico Procida, in Trio vincemmo la rassegna regionale “Giovani interpreti” indetta dalla RAI ricordo come fosse ieri, il nostro viaggio alla sede Rai di Torino per le finali nazionali. L’ultimo aneddoto, sono veramente tanti, è quando abbiano condiviso l’Erasmus a Granata. Sono stati sette giorni veramente bellissimi soprattutto quando, arrivati a Barcellona per prendere l’aereo la mattina successiva, andammo allo stadio Camp Nou a vedere la partita Barcellona Deportivo la Coruna, vinta con una doppietta di Messi. La sera a cena, dopo un’ottima cena e una pari sangria, mi sono risvegliato la mattina in albergo completamente vestito ma senza scarpe. Mimmo mi aveva “messo” a letto e io non ho mai ricordato cosa è successo in quel ristorante.

La mano del Maestro

Di Vincenzo Scannapieco

 L’intera mia vita è punteggiata dalle azioni, dai consigli del Maestro Giordano, che mi ha accolto da giovanissimo nella sua classe. Tutte le cose belle sono accadute in sua presenza e anche nel concerto di stasera, voglio credere ci sia la sua mano. Non avrei mai pensato di eseguire in pubblico questa pagina di Antonio Vivaldi per ottavino, con orchestra. Ricordo quando mi consigliò di puntare su questo strumento non facile. Gli strumenti quanto più acuti sono, tanto più sono di difficile intonazione, come il clarinetto piccolo o il sassofono sopranino, ed oggi mi ritrovo ad omaggiarlo con l’ottavino, a cui teneva tanto.

                                                                     La Caduta, il Carisma

Di Pasquale Occhinegro

Tra i tanti, tantissimi ricordi che ho del mio Maestro, forse ne ho uno in particolare che più di altri mi ha fatto diventare quel che sono. Avevo 16 anni: un esame deludente in Conservatorio mi fece venire in mente l’idea di non studiare più il flauto. Avevo avuto altre “crisi” da bambino, ma, ovviamente, a quell’età il dubbio da metodico rischia di diventare iperbolico. Passai un’intera estate senza nemmeno montare il flauto. Abituato a chiamare il Maestro a fine agosto per ricominciare a fare lezione, allora lo evitai; anzi, senza parlare con lui le mie convinzioni si amplificavano e rafforzavano. A metà settembre, mi telefonò. Il Maestro telefonava sempre sul cellulare, ma, anche se allora non ci feci caso, per quella volta telefonò a casa proprio per far succedere quello che sarebbe successo: rispose mio padre e, poi, la telefonata fu ben ascoltata dai miei genitori. Insomma, trovò il modo di mettermi sotto pressione. Anche se, confesso, la pressione psicologica della presenza dei miei genitori non era nulla rispetto alla sua voce che faceva sciogliere la mia determinazione come neve al sole. Per mia fortuna, almeno fu breve: dopo avermi detto di ricominciare a studiare, mi diede appuntamento per la settimana senza quasi darmi il tempo di ribattere. Mi mise ko con una telefonata-lampo (tra l’altro, la mia crisi non gli impedì di essere esigente come sempre a lezione). Si potrebbe dire che se lui riuscì ad avere successo in così poco tempo in fondo io non dovevo essere poi così convinto: questo può pensarlo solo chi non ha avuto l’onore di conoscerlo. Lui i ragazzi non li educava, li forgiava. Ora sono passati anni dal mio diploma; anni sono passati anche dai diplomi dei miei compagni. Quando ci sentiamo, è impossibile non ricordare i “vecchi tempi” (ivi incluso il Maestro) e la mia non è l’unica storia di qualcuno “salvato” da lui. Del Maestro Giordano, insomma, ci sono solo due modi per essere suoi allievi: mai o per tutta la vita.

La musica si fa anche a tavola

Di Simone Mingo

Scegliere solo un ricordo dei tanti bei momenti passati insieme è difficile. Sono innumerevoli gli aneddoti che porto con me e che all’occasione giusta mi ritrovo a raccontare ai miei allievi proprio come faceva lui. Le sue lezioni erano un’armonia di musica, cultura, insegnamenti di vita e risate ed è proprio questo che mi manca. Per molti gli anni della formazione in conservatorio sono pesanti e colmi d’ansia; per me rimangono gli anni più belli della mia vita e che ricordo con più affetto e nostalgia. L’avventura più significativa l’abbiamo avuta in Germania; per una settimana siamo stati ospiti di diverse famiglie a Reinbek. Dopo i primi giorni di stenti causati dal cibo poco vicino alla cucina mediterranea il Maestro ci ricompensa, dopo l’ennesimo concerto, invitandoci a mangiare nel ristorante del suo albergo. Qui, secondo i suoi racconti, teneva col titolare lunghe conversazioni vertenti sulla politica e attualità tutte rigorosamente a gesti data l’incompatibilità linguistica. Dopo un’abbondante abbuffata a base di ottima carne ci siamo rigenerati ed eravamo pronti per cimentarci in nuovi concerti. Fu proprio in quell’occasione che conobbi il concerto di Cimarosa eseguito da Michele e Vincenzo con l’orchestra del liceo musicale di Reinbek, brano che Michele affrontò con un irriducibile singhiozzo che lo perseguitava interrottamente da giorni. Ma questa è un’altra storia!

Cosa è stato Mimì Giordano

Di Mauro Navarra

Un faro, un padre, l’incarnazione stessa dell’essere Maestro, un esempio da seguire e emulare, sempre prodigo di consigli, di umanità, di altruismo una di quelle persone che il destino ti pone sulla strada per cui ti senti grato alla vita per ciò che ti ha regalato. Personalmente per me ha rappresentato l’essenza stessa della Musica, l’occasione  di fare di una passione una ragione di vita, lo spronarmi a migliorarmi e migliorare come uomo. Sono tanti gli aneddoti che potrei citare dai campus estivi di Amalfi e Scario, ai gemellaggi con le Orchestre e Accademie di Heves, Ostrava, Belgrado che hanno rappresentato autentiche occasioni di crescita per tanti flautisti della sua Scuola o le tournée al suo fianco con la Kammermusik di Napoli del M° Franco Pezzullo in Turchia, Grecia, Portogallo, Svizzera, Francia. Un maestro dal grande carisma cui il mio territorio, il Cilento e l’intera provincia deve  tanto. A tale proposito abbiamo immaginato nel prossimo Festival Multidisciplinare Mosaici, finanziato dal Fus del Ministero della Cultura, un appuntamento che ne possa ricordare la figura.