Il terribile segreto di Nanà - Le Cronache
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Il terribile segreto di Nanà

Il terribile segreto di Nanà

Questa sera, alle ore 21, debutta Giuliana De Sio ne’ “La Signora del martedì” di Massimo Carlotto. Abbiamo incontrato l’attrice alla vigilia della premiere sul palcoscenico del Teatro Verdi

Di Paola Primicerio

Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più deboli, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai. Questi i protagonisti della pièce di Massimo Carlotto, “La signora del martedì”, che stasera andrà in scena al teatro Verdi, alle ore 21, la Nanà, sarà interpretata da Giuliana De Sio. Abbiamo incontrato l’attrice alla vigilia del suo ritorno sul palcoscenico del Teatro Verdi

Cosa ci può svelare del suo personaggio, Nanà, protagonista femminile de’ “ La Signora del martedì”?

“ E’ il ruolo più tragico, totalmente tragico che ho interpretato durante la mia carriera: Nanà si trova in uno stato di tragedia perenne, sebbene nel corso del primo atto non è chiaro lo sviluppo che prenderà successivamente la storia. All’inizio Nanà resta in un anonimato misterioso che la rende scostante, sembra una donna che controlla tutta la sua vita, anche un po’ stronza. Parla sempre in un buon italiano, senza un accento regionale, mentre gli altri protagonisti hanno una cadenza leggermente del Nord Italia. Ognuno di essi ha una storia tragica alle spalle, un disagio, un male di vivere. Ma è nel secondo atto che vengono rivelati gli abissi in cui Nanà ha vissuto fin da bambina, quando a undici anni fu costretta dal padre a prostituirsi a suon di botte in una borgata romana, mentre tra un cliente e l’altro ascoltava il tango insieme alla madre. Sarà ancora il tango, che in scena ballerò, a darle qualche momento di tregua al malessere costante, alla tensione che crescerà senza fermarsi, fino ad un epilogo tragico. Insieme all’ autore del romanzo omonimo da cui è tratta la pièce teatrale, Massimo Carlotto, abbiamo riscritto non solo l’ adattamento teatrale, ma anche molta parte della storia”. 

Ci può rivelare qualcosa di più della storia?

“Nanà era stata vittima di un giornalista di grido, che aveva scritto su di lei pagine tremende, a seguito delle quali viene incastrata in un omicidio per il quale è costretta a scontare venti anni di galera. Questo giornalista non smette mai di perseguitarla, anche quando esce dal carcere. Dopo averla incontrata per caso in strada la segue fino a quando lei non arriva alla pensione “Lisbona”, dove consuma il suo incontro sessuale settimanale con un ex-attore porno in disarmo che per sbarcare il lunario vive e si prostituisce in quella piccola pensione, il cui proprietario è un travestito. Anche gli altri due protagonisti hanno una vita difficile. La parte più tragica della storia inizia quando il giornalista aguzzino penetra nella pensione e chiede al proprietario di voler intervistare Nanà. Durante l’ incontro tra lei il folle giornalista Nanà ha un regresso verso la sua infanzia difficile e dolorosa, parla in dialetto romanesco, si abbandona  ad un gioco al massacro in cui avviene di tutto”.

 E’ questa una pièce teatrale che si snoda su molti piani, pur rimanendo nel chiuso della pensione Lisbona?

“ La donna del martedì riserva anche dei momenti di commedia, si muove su tanti livelli, insieme a Carlotto abbiamo ritagliato la figura della protagonista su molte mie idee,  partecipo  all’ adattamento teatrale dei ruoli che interpreto in genere”.

Cosa l’ aspetta alla fine di questa impegnativa  tournée?

La tournée de’ La Donna del martedì terminerà in aprile ed ho accettato di partecipare ad un altro spettacolo teatrale, con il Teatro Stabile di Torino. Si Tratta de “ I segreti di Osage County, dalla  pièce “ Agosto, foto di famiglia” dell’ autore americano Tracy Letts, da cui è stato tratto un film con grandi attori statunitensi tra cui Meryl Streep e Julia Roberts. E’ un ruolo a cui non ho voluto rinunciare nonostante per me sarà molto faticoso iniziare le prove appena alla fine della tournée”.

Rinuncia alle vacanze quest’ anno?

“Ho una casa al mare a Fregene, vicino Roma, dove di solito incontro tantissimi amici che vengono da me. Solo lì mi concedo delle vacanze e quest’ anno non so quando potrò andarci, il teatro, il cinema non ti lasciano un minuto di vita privata, si sta solo col cast tutto il giorno”. 

 Le fa piacere tornare a Salerno, al Verdi, il teatro in cui ha mosso i suoi primi passi?

 “ Ho un rapporto con Salerno e con Napoli molto forte, è la mia terra d’ origine in cui ho alcuni tra i ricordi più belli dal punto di vista teatrale, come quelli legati al mio lavoro su Annibale Ruccello. Poi, il napoletano per me è la lingua più bella d’ Italia, lingua che cercano di parlare anche artisti che non sono nati a Napoli con risultati non proprio brillanti”.