L’addio di Primicerio con un attacco alla riforma Cartabia - Le Cronache
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L’addio di Primicerio con un attacco alla riforma Cartabia

L’addio di Primicerio con un attacco alla riforma Cartabia

di Pina Ferro
«E’ entrata in vigore, da qualche giorno, una riforma epocale del diritto penale e del processo penale. Una novella che, a mio avviso, presenta poche luci, quali la nuova disciplina sulle notifiche e l’informatizzazione dei servizi, quando peraltro quest’ultima verrà di fatto attuata, e molte ombre e segnerà un ulteriore indebolimento del sistema processuale penale e, forse, la sua perdita di efficacia». A sostenerlo è stato il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Salerno, Leonida Primicerio, nel corso del suo intervento alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. Si è trattato della sua ultima cerimonia di inaugurazione dell’ anno giudiziario. Dopo 42 anni di lavoro il Prouratore generale si “conceda” dal Palazzo di Giustizia. Il Procuratore Generale ha sottolineato, parlando della Riforma: «sul piano del diritto penale sostanziale, vi e’ un grave e incredibile arretramento nella tutela dell’incolumità e libertà personale e del patrimonio. Desta molte perplessità – spiega – che i reati, quali il sequestro di persona, la violenza privata, la violazione di domicilio, le lesioni volontarie guaribili fino a 40 giorni, le lesioni personali colpose stradali gravi e gravissime, le frodi informatiche, i furti aggravati anche commessi con il metodo mafioso o al fine di agevolare associazioni di tipo mafioso diventino procedibili a querela e che la procedibilità a querela per tali gravi reati vada a coinvolgere altri gravi e gravissimi reati, tipicamente commessi contro soggetti deboli, come la violenza sessuale e lo stalking, che resteranno procedibili a querela anche se commessi con un sequestro di persona o una violenza privata». Da qui, Primicerio si chiede se è «questa la risposta che si intende dare al preoccupante e sempre più crescente fenomeno della violenza giovanile, alla violenza sempre più diffusa delle “movide” nelle nostre città, alle continue aggressioni di cui parlano le cronache della nostra vita quotidiana con l’uso ormai frequente di coltelli che, solo per mera casualità e fortuna, non hanno esiti letali».
«Pensiamo anche – prosegue il Procuratore generale Primicerio – alle continue e vili aggressioni e danneggiamenti nei pronto soccorso dei nostri ospedali, al personale medico e paramedico da parte di persone che non vogliono rispettare la fila o dei familiari che non accettano la legge naturale della morte del loro congiunto». «Francamente non sembra questa la risposta giusta alla violenza sempre più crescente della nostra società e che vede, ahime’, moltissime volte protagonisti soggetti giovani e minorenni”, conclude.