La relazione di Iside Russo sul narco traffico e le baby gang - Le Cronache
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La relazione di Iside Russo sul narco traffico e le baby gang

La relazione di Iside Russo sul narco traffico e le baby gang

di Pina Ferro
Tra il 2015 e il 2022, è calato il numero delle pendenze civili e delle pendenze penali nel giudizio d’appello e, al contempo, si osserva una riduzione della durata dei processi. E’ quanto emerge dalla relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto della Corte d’Appello di Salerno, presentata oggi ieri dalla presidente Iside Russo in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. La relazione dedica un capitolo a un bilancio di 7 anni. Nella giurisdizione civile, il 31 dicembre 2015 le pendenze complessive erano pari a 8.695 e le cause ultrabiennali pendenti erano 4.259 e ne costituivano quasi la metà (48,98%); il 31 dicembre 2022 le pendenze ammontano a 4.028 e le cause ultrabiennali pendenti sono 1.031 pari al 25,6% del totale. Quindi, la diminuzione dell’arretrato è stata pari a 75,79%. Quanto alla durata, il 31 dicembre 2015, il giudizio dinanzi alla Corte durava 712 giorni, mentre il 31 dicembre 2022 si snoda in 346 giorni, “una durata quasi dimezzata”, si legge. Nella giurisdizione penale, il 31 dicembre 2015 pendevano 862 processi ultrabiennali, pari a 26,51 % sul totale delle pendenze che erano 3.255; il 31 dicembre 2022 sono solo 38 i processi che costituiscono l’arretrato, pari al 2,56% del totale che è di 1.481 procedimenti, con una diminuzione del 95,59%. Per la durata, nel 2015 il processo d’appello durava 516 giorni, ma “già nel 2018 la Corte e’è stata la prima in Italia come durata piu’ breve”; al 31 dicembre 2022 il giudizio d’appello si conclude in 224 giorni, con una diminuzione del 56,6%.
“La matrice comune che caratterizza la natura dei reati registrati in questo ultimo anno e’ che la maggior parte di essi (risse, lesioni gravi e gravissime, tentati omicidi, stalking, minacce semplici o gravi) sono il sintomo del disagio vissuto dai minori del distretto.
Il fenomeno di cui parliamo è, si badi, un fenomeno nazionale ma esso assume nel distretto di Salerno connotati particolari: l’aggressività dei minori salernitani non è frutto di disagio sociale ed economico, disagio che caratterizza la maggior parte delle azioni violente dei coetanei della limitrofa Napoli, ma piuttosto un disagio potremmo definire “esistenziale””. E’ quanto si legge tra le considerazioni del procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Salerno contenute nella relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto salernitano in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Litigare, aggredire, offendere – viene specificato – sembrano essere per i giovani salernitani normali affermazioni della propria personalita’. Ormai i minori girano la sera, ancorchè in previsione di semplici uscite tra amici, con in tasca strumenti atti ad offendere. Insomma, i coltelli, i tirapugni sono diventati oggetti che potremmo definire di moda che i giovani salernitani trovano indispensabili come il telefono cellulare. E questo perche’ la risoluzione di una discussione, di una disputa, di uno scontro viene dai ragazzi meglio affrontata armi in pugno”. “E che di disagio esistenziale si tratti e’ evidente nel fatto che tali condotte illecite sono a volte messe in atto da minori provenienti da famiglie normo-costituite e prive di problemi economici”, viene conclus.
“L’aspetto principale da mettere in risalto e’, da un lato, la conferma della tradizionale configurazione strutturale e dinamica della criminalita’ organizzata che assume una fisionomia disomogenea a seconda delle aree geografiche, dall’altro, la rapida ascesa sulla scena del crimine organizzato di gruppi nuovi emergenti dediti essenzialmente al narcotraffico, che comunque non hanno la capacità di radicarsi stabilmente sul territorio”. E’ quanto si legge nella relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto della Corte d’Appello di Salerno, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel Salernitano, le relazioni dei procuratori della Repubblica presso i tribunali del distretto “individuano quattro distinte aree geo-criminali, caratterizzate dalla presenza di clan che esercitano la loro influenza, in genere evitando reciproche interferenze: l’agro nocerino-sarnese, la citta’ di Salerno, la piana del Sele e il Cilento”. In particolare, “viene confermata la valutazione del procuratore della Repubblica di Salerno che lo scorso anno ha messo in risalto la rilevanza che il fenomeno criminoso associativo ha assunto nella citta’ di Salerno l’autonomia acquisita dalla criminalita’ organizzata operante nella citta’, unitamente alle particolari modalita’ di intervento sul tessuto socio-economico-politico, tanto da superare l’individuazione tradizionale di tre contesti territoriali (agro nocerino-sarnese, Salerno agganciata alla piana del Sele, il Cilento)”.