Un’altra tegola per l’eminenza grigia del Pd provinciale, si abbatte sulla testa di Bruno Di Nesta, attualmente direttore generale dell’Ente ambito per la gestione dei rifiuti. La Corte dei Conti, in secondo grado conferma la condanna di risarcimento alla Provincia. Di Nesta, difeso dal neo presidente degli avvocati Gaetano Paolino, può consolarsi per lo sconto applicato. Invece dei 17mila euro comminati in primo grado dovrà pagarne solo 8 per la sentenza di Appello. La vicenda riguarda il suo contestato ruolo di direttore generale della Provincia, con la presidenza Canfora. Di Nesta, secondo le accuse, aveva ricevuto e accettato incarichi professionali da privati durante questo rapporto con Palazzo Samt’Agostino. Per i giudici si tratta di “indebita percezione di compensi ritratti dall’esercizio di attività libero – professionali non autorizzate, in costanza di rapporto di pubblico impiego con la Provincia di Salerno”. In parole parole Di Nesta non poteva esercitare questi incarichi reminerativi se non vi era l’autorizzazione della stessa Provincia per la riscossione della parcella. Lo si legge chiaramente nelle motivazioni della sentenza: ““Non possono essere accettati incarichi dai dipendenti pubblici senza il previo accertamento della sussistenza di un’autorizzazione da parte della Pubblica amministrazione. Questi compensi percepiti senza autorizzazione sono soggetti all’obbligo di restituzione. Ed è dall’inadempimento di tale obbligo che origina il danno erariale risarcibile. L’autorizzazione stessa deve essere richiesta anche per la prosecuzione dello svolgimento di incarichi derivanti da mandati precedenti all’instaurazione del rapporto di pubblico impiego, non prevedendo l’articolo 53 alcuna esclusione in tal senso nonostante la sua dettagliata articolazione”. Certo sarebbe interessante sapere quali incarichi professionali Di Nesta abbia ricevuto quando ricopriva l’incarico a Palazzo S’Agostino. Ma ovviamente questo non riguarda il lavoro svolto dai giudici contabili. Ora tocca al Presidente della Provincia Alfieri far rispettare la sentenza di condanna e incassare quanto dovuto e deciso dalla Corte dei Conti. Il ruolo di direttore generale di Di Nesta alla Provincia erastato già macchiato dalla vicenda che lo ha portato alla condanna, insieme all’ex presidente e attuale sindaco di Sarno. Giuseppe Canfora, sia in prima che in secondo grado. A Canfora, che proprio a Le Cronache gridò la sua innocenza dopo la sentenza penale, sono stati inflitti due anni. 16 mesi invece allo stesso Di Nesta. La vicenda, come è noto, riguardava le nomine alla Cgs, una partecipata del Consorzio Asi, dopo l’elezione dello stesso Canfora a presidente della Provincia. Nel mirino finì l’allora presidente Cassandra che per i giudici fu vittima di tentata concussione, in relazione alle nuove nomine. Ora per Di Nesta un’altra condanna.
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